I po coś tu przyjechał, chłopczyku pięknolicy
Nie lepiej było zostać u mamy pod pierzyną?
Dziś stoisz z karabinem na środku tej ulicy
Nie wiedząc, co jest skutkiem, a co tylko przyczyną
Wsadzili cię na pakę wojskowej ciężarówki
Wysłali gdzieś w nieznane i stać tutaj kazali
Przed chwilą pociągnąłeś z ognistej półlitrówki
Nieświadom, ze twój Putin nie zdoła cię ocalić
Nie pyskuj mi gówniarzu, mam w twoim wieku wnuka
Wciąż zgrywasz tu gieroja i pierś wypinasz dumnie
Rozumu swego nie masz i dałeś się oszukać
A kiedy cię ustrzelą - nie legniesz nawet w trumnie
Zakopią cię na łące, miłego gołubczika
Na siebie czekać nie dasz tej ukraińskiej wiośnie
Więc po kieszeniach ziaren ty napchaj słonecznika
By matka mogła wierzyć, że coś z ciebie wyrośnie
Nie lepiej było zostać u mamy pod pierzyną?
Dziś stoisz z karabinem na środku tej ulicy
Nie wiedząc, co jest skutkiem, a co tylko przyczyną
Wsadzili cię na pakę wojskowej ciężarówki
Wysłali gdzieś w nieznane i stać tutaj kazali
Przed chwilą pociągnąłeś z ognistej półlitrówki
Nieświadom, ze twój Putin nie zdoła cię ocalić
Nie pyskuj mi gówniarzu, mam w twoim wieku wnuka
Wciąż zgrywasz tu gieroja i pierś wypinasz dumnie
Rozumu swego nie masz i dałeś się oszukać
A kiedy cię ustrzelą - nie legniesz nawet w trumnie
Zakopią cię na łące, miłego gołubczika
Na siebie czekać nie dasz tej ukraińskiej wiośnie
Więc po kieszeniach ziaren ty napchaj słonecznika
By matka mogła wierzyć, że coś z ciebie wyrośnie
inviata da ★ - 20/9/2023 - 20:11
Lingua: Italiano
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 21-09-2023 21:16
Riccardo Venturi, 21-09-2023 21:16
Il girasole
E sei arrivato qui per qualcosa, bellissimo ragazzino,
Non era meglio restare con la mamma sotto il piumone?
Oggi te ne stai con un fucile in mezzo a questa strada,
E non sai né qual è l’effetto, né qual è solo la causa.
Ti hanno infilato nel retro di un camion militare,
Ti han mandato in un posto sconosciuto, e ti hanno detto: resta là.
Hai appena bevuto un mezzo litro di qualcosa d’infuocato
Ignaro che il tuo Putin non potrà salvarti.
Chiudi il becco, idiota, ho un nipote della tua età,
Fai ancora l’eroino [1] e gonfi il petto con orgoglio
Non hai coscienza di te stesso e sei stato ingannato
E quando ti spareranno, non giacerei nemmeno in una bara.
Ti seppelliranno in un campo fiorito, caro il mio piccioncino, [2]
Non ti sarà dato di aspettare questa primavera ucraina.
E quindi, riémpiti le tasche di semi di girasole
Così la tu’ mamma magari crede che da te vien fuori qualcosa.
E sei arrivato qui per qualcosa, bellissimo ragazzino,
Non era meglio restare con la mamma sotto il piumone?
Oggi te ne stai con un fucile in mezzo a questa strada,
E non sai né qual è l’effetto, né qual è solo la causa.
Ti hanno infilato nel retro di un camion militare,
Ti han mandato in un posto sconosciuto, e ti hanno detto: resta là.
Hai appena bevuto un mezzo litro di qualcosa d’infuocato
Ignaro che il tuo Putin non potrà salvarti.
Chiudi il becco, idiota, ho un nipote della tua età,
Fai ancora l’eroino [1] e gonfi il petto con orgoglio
Non hai coscienza di te stesso e sei stato ingannato
E quando ti spareranno, non giacerei nemmeno in una bara.
Ti seppelliranno in un campo fiorito, caro il mio piccioncino, [2]
Non ti sarà dato di aspettare questa primavera ucraina.
E quindi, riémpiti le tasche di semi di girasole
Così la tu’ mamma magari crede che da te vien fuori qualcosa.
[1] Il termine normale polacco per "eroe" è bohater e (pare un antico prestito, presente anche in altre lingue slave, da una qualche lingua turca, forse il cazaro). Il termine del testo, gieroj, è decisamente sarcastico o spregiativo, tipo "eroe da quattro soldi" o roba del genere; ed è, naturalmente, ripreso direttamente dal russo (герой).
[2] Altro russismo diretto, голубчик
[2] Altro russismo diretto, голубчик
@Riccardo
La frase conclusiva, ovvero la "pointa", è difficile da tradurre. Gioca con un modo di dire un'po scherzoso, usato a volte nell'ambito famigliare, che viene pronunciato a metà strada fra l'esclamazione e la domanda: "Ma cosa crescerà di te!?".
Insomma, è ironica.
Vorrei anche far notare che pure la parola "gołubczik" proviene direttamente dal russo.
Saluti
Anonymous
La frase conclusiva, ovvero la "pointa", è difficile da tradurre. Gioca con un modo di dire un'po scherzoso, usato a volte nell'ambito famigliare, che viene pronunciato a metà strada fra l'esclamazione e la domanda: "Ma cosa crescerà di te!?".
Insomma, è ironica.
Vorrei anche far notare che pure la parola "gołubczik" proviene direttamente dal russo.
Saluti
Anonymous
@ Anonimo Anonimissimo
Capisco l’ironia del verso finale, in quanto ne sono stato oggetto (a volte benevolo, a volte meno…) da parte dei miei genitori: “Ma icché ne verrà fori…?” Memore di questa cosa, ho cercato di rendere il verso di conseguenza. Però, nell’ironia, mi vedo anche lo sguardo affettuoso della babuška che scuote il capo davanti al ragazzo, mentre magari quello del padre era più severo. Boh, vabbè, speriamo che...ne venga fuori qualcosa di accettabile. Ho anche segnalato l’altro russismo.
Capisco l’ironia del verso finale, in quanto ne sono stato oggetto (a volte benevolo, a volte meno…) da parte dei miei genitori: “Ma icché ne verrà fori…?” Memore di questa cosa, ho cercato di rendere il verso di conseguenza. Però, nell’ironia, mi vedo anche lo sguardo affettuoso della babuška che scuote il capo davanti al ragazzo, mentre magari quello del padre era più severo. Boh, vabbè, speriamo che...ne venga fuori qualcosa di accettabile. Ho anche segnalato l’altro russismo.
Riccardo Venturi - 23/9/2023 - 00:09
×
"Wrocław, 14 aprile 2022"
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique: Szymon Podwin
Inedito / Unreleased
Il tema del “soldatino ignaro”, un ragazzino che va a far la guerra come fosse un gioco e gioca pure a fare l’ “eroe” senza sapere in realtà per che cosa e per chi è andato a farla, è tipico di parecchie canzoni contro la guerra. Altrettanto tipica è la sua fine: sepolto in un campo qualsiasi, il più delle volte senza nemmeno un nome o una croce (mezzaluna, stella di David, Prodigioso Spaghetto Volante...fa lo stesso). A partire dal ”Dormeur du val” di Arthur Rimbaud, poesia scritta nel bel mezzo di una guerra che il vagabondo fanciullo di Charleville aveva visto coi suoi occhi (quella franco-prussiana del 1870), è un tema prediletto dalle poesie e dalle canzoni antimilitariste e antibelliche (si pensi solo alla ”Guerra di Piero). Il problema, a mio parere, è che i soldatini, attualmente (ma in definitiva, anche in tempi meno recenti) non sono affatto “ignari”. Potevano esserlo, in gran parte, ai tempi della I guerra mondiale, quando vennero gettate nella mischia masse di giovani contadini analfabeti; ora, i “soldatini”, in massima parte lo sanno benissimo per che cosa vanno a fare la guerra. Lo sanno perché sono imbottiti di propaganda, di retorica nazionalista, di sacre missioni, di orienti e occidenti, di “civiltà” e di quant’altro. E questo, a mio parere, vale per tutti. Ognuno, come per magia, diventa il nazista dell’altro in nome della “geopolitica”.
Logico, quindi, che all’”ignaro soldatino” russo, una volta divenuto milite ignoto in un campo qualsiasi delle sterminate pianure ucraine, granaio e girasolaio del mondo, venga raccomandato di riempirsi le tasche di semi di girasole: almeno, qualche cosa da lui nascerà (oppure verrà oleificato, pronto per essere rovesciato su un qualche binario di tram).
Questa canzone, insomma, giunge su questo sito in un momento un po’ particolare. Scritta oltre un anno fa, ci arriva mentre il grano e i cereali ucraini stanno letteralmente invadendo la Polonia al posto dei russi; e la reazione polacca è stata, come dire, un po’ veemente. Qualcuno forse dovrebbe ricordare al buon Zelenśkyj un vecchio proverbio italiano: “Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io...” [RV]