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It Was Sad When That Great Ship Went Down, or the Titanic

anonimo
Lingua: Inglese


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Revised 2014 Lyrics - Arr. P. M. Adamson


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[~ 1913]

reltit


Ultimamente si è riparlato parecchio di una famosa e grande nave -di cui non farò il nome-, il cui relitto giace, spezzato, a tremilaottocento metri di profondità in un punto dell’Oceano Atlantico settentrionale. Una tomba negli abissi, come disgraziatamente ce ne sono tante e tante, che andrebbe soltanto lasciata in pace nelle sue maestose tenebre eterne. Su quell’infausto avvenimento che si portò via le vite di circa mille e settecento persone si è detto, scritto, cantato e filmato di tutto a partire dal quindici aprile millenovecentododici; centoundici anni d’ogni cosa. Ma poiché questo è un sito di canzoni, ecco appunto una canzone popolare che, se non è proprio la prima a proposito di quel tragico e capitale naufragio, dev’essere quantomeno tra le prime. Come spesso avviene per le canzoni popolari, non ha un titolo ben definito: chi la chiama col nome di quella gran nave, chi “It Was Sad When That Great Ship Went Down”, oppure ancora “When That Great Ship Went Down”, e infine anche “Husbands and Wives”.

In realtà, sembra che le prime canzoni popolari sul naufragio e sull’affondamento di quella gran nave siano apparse addirittura poche settimane dopo l’evento, talmente grande fu l’eco di quell’accadimento; ma è un fatto che, solo un paio d’anni dopo, i primi canti popolari sull’attentato di Sarajevo (28 giugno 1914) circolavano tra i guslari serbi non più di una settimana dopo. Destino dei grandi avvenimenti: delle canzoni sul naufragio furono registrate già nel 1913. E’ quindi possibile che il nucleo di questa canzone risalga più o meno a quell’anno. A rigore, però, le prime notizie certe sul canto risalgono al 1915/16: secondo il folklorista e etnomusicologo Newman Ivey White (1892-1948), specialista in canti popolari negri (uno che si chiamava “White”…) e autore di American Negro Folk-Songs (1928), il canto fu registrato per la prima volta a Hackleburg, in Alabama. Altre versioni risalenti a ca. il 1920 sono documentate nella raccolta di Frank C. Brown conservata attualmente alla Duke University della Carolina del Nord. La prima registrazione giunta fino a noi è quella di Ernest Stoneman (Okeh 40288), del settembre 1924; segue quella di William e Versey Smith dell’agosto 1927.

Per essere un canto popolare, è indubbio che esso si attiene abbastanza fedelmente agli avvenimenti di quella tragica e fatale notte in mezzo all’Oceano; ma poiché il canto popolare, in ogni epoca e paese, è appannaggio dei poveri e delle classi inferiori, non si può fare a meno di notare il suo deciso andamento da “giustizia divina” -se non addirittura di punizione!- nei confronti dei ricchi, cui era stato riservato il lusso del primo ponte “lassù in alto” mentre i poveracci erano stati sistemati in basso (nel canto si dice addirittura “nelle stive”, anche se si tratta di un’evidente esagerazione, dato che le terze classi riservate perlopiù agli emigranti e ai non abbienti erano considerate unanimemente più che dignitose rispetto agli standard dei bastimenti che portavano in America gli emigranti europei). Senz’altro, però, la maggior parte delle vittime del naufragio appartenne ai passeggeri popolari (e all’equipaggio), e da qui la malcelata soddisfazione dell’anonimo cantore nel constatare che scomparvero comunque tra i flutti anche un buon numero di ricchi che non si erano voluti “mescolare” ai poveri, che facevano la traversata giocando grosse somme a carte, mangiando à la carte nel ristorante di lusso che serviva alta cucina e ballando al suono di una scelta orchestra (che perì interamente tra i flutti). “Anche i miliardari si sono bagnati”, prorompe ad un certo punto il canto con ironia patibolare. Secondo Newman I. White, la componente da “giustizia divina” è acuita proprio dal fatto che, in origine, si tratterebbe di un canto sviluppatosi tra i negri dell’Alabama: è un fatto che tra i lavoratori dell’equipaggio di quella gran nave non vi fosse nessuna persona di colore, dato che l’ “avida Compagnia” aveva imposto che nessun membro dell’equipaggio fosse di pelle scura, neppure tra gli ultimi dei fuochisti. Dio avrebbe dunque ricompensato i negri risparmiando loro il tristissimo destino a bordo del transatlantico !

La componente “vendicativa” e di giustizia sociale e divina espressa nel canto è ovviamente stemperata da considerazioni morali sull’uguaglianza di tutti di fronte alla morte, garantita dal buon Dio; un occhio di riguardo, assai significativo dal punto di vista dell’importanza comunque riservata a chi fa musica, è assicurato al famoso direttore d’orchestra, Wallace Hartley, colui che, a quanto si dice, fece suonare i suoi musicisti fino all’ultimo per poi scomparire nell’Oceano dopo aver suonato l’inno religioso Nearer, God, to Thee (e di cui fu ritrovato il violino). Viene preservata un po’ la figura del comandante Edward John Smith, che nel canto appare come saggio nel voler ridurre la velocità della nave; l’esclusiva colpa viene comminata all’ “avida Compagnia”. Questo risponde senz’altro a verità storica, dato che la White Star Line spinse effettivamente in ogni modo affinché la nave andasse al massimo per arrivare a New York addirittura prima del previsto e in modo che battesse la concorrente Cunard Line in termini di velocità e prestigio (con tutto l’ovvio ed enorme profitto che ne sarebbe derivato). Ma il comandante Smith, che comunque perì nel disastro, ne era perfettamente a conoscenza e fece tutt’altro che opporsi ai voleri della Compagnia anche di fronte al pericolo incombente ed agli avvertimenti, che non erano mancati. Ma riposi in pace anche lui, assieme a tutti gli altri disgraziati che erano a bordo, ricchi o poveri che fossero; e che quella tomba non venga mai più profanata.

La canzone, come tutte le canzoni popolari, ha parecchie varianti. Il testo che qui presentiamo sembra essere una ‘versione completa’, ma si tratta in realtà di un assemblaggio di strofe eseguito nel 2014 da P.M. Adamson e da lui stesso interpretato assieme alla sua band. Nelle sue decine di versioni (quasi invariabilmente più brevi), la canzone è divenuta persino una sorta di “canzone per bambini”, o meglio: fa parte del repertorio dei boyscout americani (e in particolare, iddio solo sa perché, delle girl scout). Chi la ha interpretata e registrata? La risposta è facile: tutti o quasi. Dopo le primissime registrazioni disponibili già menzionate, [RV]
Oh they built the ship Titanic to sail the ocean blue
And they thought they had a ship that the water could never go through.
It was on the maiden trip when an iceberg hit that ship,
It was sad when that great ship went down.

It was sad – it was sad,
It was sad – mighty sad,
It was sad when that great ship went down,
Husbands and wives, little children lost their lives,
It was sad when that great ship went down.

Oh, she was far from England and approaching to the shore,
When the rich refused to associate with the poor,
So they put them down below where they were first to go,
It was sad when that great ship went down.

As the humble closed their eyes in the darkness of the hold,
The rich upstairs were playing cards for gold,
And they laughed when a sailor said ‘There’s an iceberg close ahead’,
It was sad when that great ship went down.

It was sad – it was sad,
It was sad – mighty sad,
It was sad when that great ship went down,
Husbands and wives, little children lost their lives,
It was sad when that great ship went down.

When the Captain heard the news from a sailor up the mast,
He said, ‘Steady boys, we’d better not go too fast’,
But the company in their greed said ‘We must increase the speed’,
It was sad when that great ship went down.

They put the lifeboats out o’er the calm and glassy seas,
And the band played a Hymn, led by Wallace Hartley,
Little children wept and cried as the waves swept o’er the side,
It was sad when that great ship went down.

It was sad – it was sad,
It was sad – mighty sad,
It was sad when that great ship went down,
Husbands and wives, little children lost their lives,
It was sad when that great ship went down.

That ship was full of trouble and the sides about to burst,
When a man on board said, ‘Women and children first!’
It was a night none would forget, even millionnaires got wet!
It was sad when that great ship went down.

Oh the moral of this story, as I am about to tell,
Is that you should treat your brothers really well,
For in the good Lord’s eyes you’re the same as other guys,
It was sad when that great ship went down.

It was sad – it was sad,
It was sad – mighty sad,
It was sad when that great ship went down,
Husbands and wives, little children lost their lives,
It was sad when that great ship went down.

inviata da Riccardo Venturi - 11/7/2023 - 21:12



Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne :
Riccardo Venturi, 11-07-2023 21:18
Fu triste quando quella gran nave affondò

Oh, costruirono il Titanic per navigar sull’oceano azzurro,
E pensavan di avere una nave attraverso cui l’acqua mai potesse passare,
Fu nel viaggio d’inaugurazione che un aisberg colpì la nave,
Fu triste quando quella gran nave affondò.

Fu triste, fu triste,
Fu triste, tristissimo,
Fu triste quando quella gran nave affondò,
Mogli, mariti e bimbi piccoli perirono,
Fu triste quando quella gran nave affondò.

Oh, era lontana dall’Inghilterra e si stava avvicinando alla costa,
E i ricchi s’eran rifiutati di stare insieme ai poveri,
E allora li sistemarono giù in basso dove furono i primi a morire,
Fu triste quando quella gran nave affondò.

Mentre gli umili chiudevan gli occhi nel buio delle stive,
I ricchi che stavan su in alto giocavano a carte per denaro,
E risero quando un marinaio disse: ‘ C’è un aisberg vicino a dritta’,
Fu triste quando quella gran nave affondò.

Fu triste, fu triste,
Fu triste, tristissimo,
Fu triste quando quella gran nave affondò,
Mogli, mariti e bimbi piccoli perirono,
Fu triste quando quella gran nave affondò.

Quando il Capitano lo venne a sapere da un marinaio su in coffa,
Disse: ‘Ragazzi, calmi, faremmo meglio a non andar tanto veloce’,
Ma l’avida Compagnia disse: ‘Dobbiamo aumentare la velocità’,
Fu triste quando quella gran nave affondò.

Calarono le scialuppe sul mare tranquillo e limpido,
E l’orchestra sonava un Inno, diretta da Wallace Hartley,
I bimbi piangevano e strillavano mentre le onde spazzavan le fiancate,
Fu triste quando quella gran nave affondò.

Fu triste, fu triste,
Fu triste, tristissimo,
Fu triste quando quella gran nave affondò,
Mogli, mariti e bimbi piccoli perirono,
Fu triste quando quella gran nave affondò.

Sulla nave c’era gran confusione e le fiancate stavan per spezzarsi
Quando qualcuno a bordo disse, ‘Prima le donne e i bambini!’
Fu una notte che nessuno avrebbe scordato, anche i miliardari si bagnarono!
Fu triste quando quella gran nave affondò.

Oh, la morale di questa storia ve la vado tosto a dire:
Dovreste trattar davvero bene i vostri fratelli,
Ché agli occhi del buon Dio siete tutti quanti uguali,
Fu triste quando quella gran nave affondò.

Fu triste, fu triste,
Fu triste, tristissimo,
Fu triste quando quella gran nave affondò,
Mogli, mariti e bimbi piccoli perirono,
Fu triste quando quella gran nave affondò.

11/7/2023 - 21:18




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