La chiusa angoscia delle notti, il pianto
delle mamme annerite sulla neve
accanto ai figli uccisi, l’ululato
nel vento, nelle tenebre, dei lupi
assediati con la propria strage,
la speranza che dentro ci svegliava
oltre l’orrore le parole udite
dalla bocca fermissima dei morti
«liberate l’Italia, Curiel [1] vuole
essere avvolto nella sua bandiera»:
tutto quel giorno ruppe nella vita
con la piena del sangue, nell’azzurro
il rosso palpitò come una gola.
E fummo vivi, insorti con il taglio
ridente della bocca, pieni gli occhi
piena la mano nel suo pugno: il cuore
d’improvviso ci apparve in mezzo al petto.
delle mamme annerite sulla neve
accanto ai figli uccisi, l’ululato
nel vento, nelle tenebre, dei lupi
assediati con la propria strage,
la speranza che dentro ci svegliava
oltre l’orrore le parole udite
dalla bocca fermissima dei morti
«liberate l’Italia, Curiel [1] vuole
essere avvolto nella sua bandiera»:
tutto quel giorno ruppe nella vita
con la piena del sangue, nell’azzurro
il rosso palpitò come una gola.
E fummo vivi, insorti con il taglio
ridente della bocca, pieni gli occhi
piena la mano nel suo pugno: il cuore
d’improvviso ci apparve in mezzo al petto.
[1] Partigiano ebreo, fisico, docente universitario, trucidato dai fascisti a Milano il 24 Febbraio 1945
inviata da Riccardo Gullotta - 25/4/2023 - 15:18
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Poesia / A Poem by / Poème / Runo:
Alfonso Gatto
Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Sergio Carlacchiani
Questi versi non furono pubblicati da Alfonso Gatto. Li lesse nel 1963 in tv Giancarlo Sbragia dopo che furono scoperti da Massimo Castoldi al Centro Manoscritti di Pavia.
E’ poesia di commossa e rara efficacia espressiva. Parlano i morti come vivi: Liberate l’Italia…..Il partigiano ebreo Curiel fu compagno di lotta di Alfonso Gatto, nella lirica è il simbolo sofferto della Resistenza.
In un‘altra bellissima lirica dedicata a Giorgio Curiel Alfonso scriverà : In un giorno della vita /ho camminato con Giorgio / a capo scoperto nel cielo […] Lui che c’indicava / la grande strada della primavera.
[Riccardo Gullotta]