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Unni sini

Oriana Civile
Lingua: Siciliano


Oriana Civile

Lista delle versioni e commenti


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[2022]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Oriana Civile

Album: Storii - tra il Serio e il Faceto



Da Mescalina:

“Sullo sfondo di queste storie, come a costruire una scenografia che le inquadri, talvolta Oriana Civile disegna acquerelli della sua terra e della sua gente, e lì la rabbia lascia il posto a una tenerezza senza fine. E c’è spazio anche per una fantasia erotica (Unni sini) che chiude l’album. Ed è un bel finale, persino liberatorio, dove quel desiderio che irrompe è l’ennesima e più incoercibile insurrezione della vita in mezzo alla morte.
Oriana Civile, come i cantastorie, rinsalda il legame tra la cronaca e l’immaginario collettivo. E, come Rosa Balistreri, rende quelle storie un patrimonio che interroga le coscienze. Lo fa nel modo che le appartiene, che sta dentro una tradizione e ci sta con un proprio stile, grazie a una scrittura struggente e a qualità interpretative che le permettono di alternare pianto e sorriso”.
Quantu manchi quannu sini tu luntan’i mia?
Mancu Cristu sapi diri cchiù l’Avi Maria
e lu pettu batti forti ‘nto casciuni di la vita
e u pinseri si cunfunni ‘nni la testa ormai ‘mpazzita.

S’avissi li to’ cianchi i vulissi iò ‘ncagghiari
‘nte mè peti spasimanti chi non vonnu arripusari.
Li mè mani s’arrimoḍḍunu di sudura chi trasuda
e ḍḍa sutta canta e grida la ferita che ora è viva.

Ҫiumi jancu, scurri e vola ‘nta lu pettu e la ‘ncinagghia;
scinni lentu e forti abbrucia, pari cira ca si squagghia.
Mi consolo piano e sola mentre pensu, sentu e canto
con la luna, anche lei sola, bianca, grande luce bianca.

inviata da Riccardo Gullotta - 9/3/2023 - 23:47



Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Traduzzioni taliana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
DOVE SEI

Quant’è il vuoto quando stai lontano da me?
Neanche Cristo riesce a pronunciare l’avemaria
Il petto batte forte nella memoria [1] della vita
E il pensiero si perde nella testa ormai fuori di sé

Se avessi i tuoi fianchi sarei io a volerli afferrare
Nei miei piedi doloranti che non conoscono riposo
Le mie mani sono molli di sudore che trasuda
E dal profondo canta e grida la piaga ancora aperta

Fiume bianco, corre e vola nel petto e nell’inguine
Scende lento e brucia intenso, sembra cera che si scioglie
Mi consolo in silenzio e solitudine mentre penso, sento e canto
con la luna, anche lei sola, bianca, grande luce bianca
[1] nel testo: casciuni / cassetto

inviata da Riccardo Gullotta - 9/3/2023 - 23:53




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