Questa realta’ puzza.
Dietro la patina ed il contegno
c’è solo una fogna:
nelle fondamenta ben aerate
condotte e cunicoli tracciati
da tarli e da vermi generati
cresciuti accuditi e nutriti
attraverso il cordone invisibile
che parte dalle mie scarpe
e passa nelle scatole di analgesici
e nelle confezioni del Mulino Bianco
e tocca stabilimenti in Ungheria
dove il profitto dei dolcetti
sforna confetti per mortai.
Questa realta’ puzza, in differita,
notiamo il fetore quando il vento,
cambiando direzione, soffia forte
su fosse stracolme
d’ossa e stracci
nascoste
in dossier imbarazzanti
e scosta il viscido velo
della diplomatica indifferenza.
Questa realta’ puzza
ed in brevi attimi di apnea
rubati al flusso inconsistente
di jingles e fiction e sommari
adatti ad addormentare la vista
interrompo quel flusso
devio quel flusso
e scopro che il letto dove scorre
e’ un freddo tavolo di marmo
in una stanza affollata
nell’obitorio della coscienza
dove la memoria distesa attende
seghe circolari e bisturi
con cui la contingenza del momento
eliminera’ ogni traccia
degli inevitabili, indispensabili,
invisibili crimini
commessi in sordina
e consumati a gran voce.
Dietro la patina ed il contegno
c’è solo una fogna:
nelle fondamenta ben aerate
condotte e cunicoli tracciati
da tarli e da vermi generati
cresciuti accuditi e nutriti
attraverso il cordone invisibile
che parte dalle mie scarpe
e passa nelle scatole di analgesici
e nelle confezioni del Mulino Bianco
e tocca stabilimenti in Ungheria
dove il profitto dei dolcetti
sforna confetti per mortai.
Questa realta’ puzza, in differita,
notiamo il fetore quando il vento,
cambiando direzione, soffia forte
su fosse stracolme
d’ossa e stracci
nascoste
in dossier imbarazzanti
e scosta il viscido velo
della diplomatica indifferenza.
Questa realta’ puzza
ed in brevi attimi di apnea
rubati al flusso inconsistente
di jingles e fiction e sommari
adatti ad addormentare la vista
interrompo quel flusso
devio quel flusso
e scopro che il letto dove scorre
e’ un freddo tavolo di marmo
in una stanza affollata
nell’obitorio della coscienza
dove la memoria distesa attende
seghe circolari e bisturi
con cui la contingenza del momento
eliminera’ ogni traccia
degli inevitabili, indispensabili,
invisibili crimini
commessi in sordina
e consumati a gran voce.
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