"Sono il sorriso di una ragazza
sono il pugno chiuso di un bimbo
sono la falce che ancora miete il grano
sono il volto di un padre lontano
il volto sudato di un operaio
e una promessa da mantenere
il martello che batte il tempo
sono il vento
Son la speranza quando divampa
la primavera che torna a soffiare
sono un compagno
e la mia strada non è finita
sono un compagno perché spezzo il pane
e lo divido come Gesù
sono padrone di un bel niente
e sono servo di nessuno
Sono la faccia di Maradona s
opra il braccio del Che
e sono greco e latino
e la mia patria è il mondo intero
Sono un eskimo e un passamontagna
e le scarpe di un partigiano
sono la mano che non ti lascia
il fuoco che non si spegne
Come ricchezza ho la mia speranza
come potenza solo queste mani
e la mia legge è solo l'amore
sono il mare
sono migliaia che marciano muti
Ma che nessuno potrà zittire
sono le terre jugoslave
e le mie “quattro giornate”
Sono uno straccio che non puoi buttare
che lo ritrovi quando vuoi partire
ti asciuga lacrime e sudore
e sa di sale
Sono un piccone e un sampietrino
sono vecchio e sono un bambino
sono una pezza rossa e stracciata
e no, non è finita la mia strada
Sono qui seduto
a immaginare la vita che verrà
e non è certo un pò di rosso
che ci basterà
son qui seduto a bestemmiare
la vita andata già
ma bere insieme un po' di rosso
ci servirá
sono il pugno chiuso di un bimbo
sono la falce che ancora miete il grano
sono il volto di un padre lontano
il volto sudato di un operaio
e una promessa da mantenere
il martello che batte il tempo
sono il vento
Son la speranza quando divampa
la primavera che torna a soffiare
sono un compagno
e la mia strada non è finita
sono un compagno perché spezzo il pane
e lo divido come Gesù
sono padrone di un bel niente
e sono servo di nessuno
Sono la faccia di Maradona s
opra il braccio del Che
e sono greco e latino
e la mia patria è il mondo intero
Sono un eskimo e un passamontagna
e le scarpe di un partigiano
sono la mano che non ti lascia
il fuoco che non si spegne
Come ricchezza ho la mia speranza
come potenza solo queste mani
e la mia legge è solo l'amore
sono il mare
sono migliaia che marciano muti
Ma che nessuno potrà zittire
sono le terre jugoslave
e le mie “quattro giornate”
Sono uno straccio che non puoi buttare
che lo ritrovi quando vuoi partire
ti asciuga lacrime e sudore
e sa di sale
Sono un piccone e un sampietrino
sono vecchio e sono un bambino
sono una pezza rossa e stracciata
e no, non è finita la mia strada
Sono qui seduto
a immaginare la vita che verrà
e non è certo un pò di rosso
che ci basterà
son qui seduto a bestemmiare
la vita andata già
ma bere insieme un po' di rosso
ci servirá
inviata da dq82 - 19/8/2022 - 16:39
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Urca! Cantautrici e cantautori
Massimo Mollo della sua “Pezza Rossa” racconta che è “nata” dall’amicizia con uno dei più grandi poeti del 900: Izet Saraijlic, considerato il più grande poeta balcanico. “Una sera di anni fa, dopo un paio di bottiglie di grappa bevute insieme, decidemmo di fare il nuovo governo socialista mondiale in cui io ero ministro della cultura e lui chiaramente presidente, ma poi ripiegammo sull’essere sindaci comunisti di Napoli di Salerno….la canzone non è altro che un bilancio di un artista, comunista, napoletano.”