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Mani Matter: Dr Alpeflug

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
Lingua: Alemannico (Bärndüüdsch )


Lista delle versioni e commenti


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Si hei dr Wilhälm Täll ufgfüert
(Mani Matter)
Chue am Waldrand
(Mani Matter)


[1970 ?]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Hans Peter Matter (Mani Matter)
Album / Albumi: Berner Troubadours, 1971

alpeflug


“Due amici, una cinquantina e rotti di anni fa, vanno a farsi un bel volo sulle Alpi con un piccolo aereo da turismo, forse preso a noleggio o forse di proprietà di uno dei due. Bisogna immaginarsi l'emozione: volare ad alta quota sopra le cime innevate, sopra gli eterni silenzi, lassù dove osano le aquile sopra l'immensità silente che invita alla riflessione e all'introspezione, immersi nella bellezza. Solo che c'è un piccolo problema: l'infernale macchinetta volante ha un motore che fa un casino terrificante, altro che silenzio e immensità. All'interno dell'aeroplanino sembra d'essere in mezzo a un cantiere stradale con le ruspe e i martelli pneumatici; così, quando il passeggero, che siede dietro, si accorge con terrore che il serbatoio del carburante è quasi a secco, tenta di dirlo a quello davanti, che sta pilotando e che invece non se n'è accorto (bel pilota del piffero, verrebbe da dire). Invano. Con il frastuono del motore, i due non si intendono e si rimpallano urla e strepiti, mentre la benzina finisce e la vicenda si avvia alla catastrofe. Ecco la sintesi di questa agghiacciante canzone dell'avv. Hans Peter Matter, che -come di consueto- fa ridere e accapponare la pelle allo stesso tempo. E', chiaramente, una tipica canzone matteriana: lo stallo (a maggior ragione proprio a bordo di un aeroplano...), la sospensione del tempo, l'assurdo che spinge nel baratro. A tutto ciò devono essere aggiunte altre due componenti: l'incomprensione che regna sovrana tra due persone pur vicinissime l'una all'altra (ma impedite da un elemento di disturbo, in questo caso un motore che fa un bordello del diavolo) e l'imbecillità che -come sempre- rende un servizio perfetto all'incomunicabilità più tragica.”

Questo avevo scritto nello scorso mese di novembre, con tutte le intenzioni di mettere la canzone sul sito. Infatti avevo già pronta anche la traduzione; solo che, ad un certo punto, mi è capitata una situazione del tutto “matteriana”: che faccio? La metto negli “Extra” visto che, francamente, non c'entra veramente un tubo con uno qualsiasi degli argomenti del sito, oppure la metto sotto l'autore infischiandomene degli argomenti del sito? Uno stallo, appunto, e la canzone è rimasta lì, con la sua introduzioncina e la sua traduzione, nella cartella “mamatter” che raccoglie tutto quel che sono andato smatterando negli ultimi anni. Pochi giorni fa, però, mi sono accorto -e con molto piacere- che Claudio Ambrosi (cui va il mio più caro saluto anche se non lo conosco) ha cominciato a mettere sul sito delle sue traduzioni d'arte da Mani Matter; e chissà che, a questo punto e cinquant'anni dopo la morte di Mani Matter, non si possa in qualche modo metter su un album in italiano, o quantomeno dei video. Nel frattempo, stamani finalmente lo stallo si è un po' risolto, e il povero “Alpeflug” che era rimasto per mesi in sospeso nella cartella viene finalmente alla luce. Negli “Extra”: nonostante tutti i miei sforzi per escogitare un collegamento con gli argomenti del sito, proprio non ci sono riuscito ed è quindi giusto ricorrere al nostro grande e controverso melting pot interno. Resta comunque una canzone di Mani Matter fino nel midollo delle note, con la mia solita “traduzione di servizio” perché non sarei capace di rielabolarla in modo da essere cantata in italiano.

Due parole sulla discografia che, come accade sempre con Mani Matter, è piuttosto complessa. La prima incisione sembra comunque essere quella in un album collettivo del 1971 intitolato Berner Troubadours, una sorta di antologia di cantautori bernesi dell'epoca (Jacob Sticklberger, Markus Traber, Fritz Widmer, Ruedi Krebs e, appunto, Mani Matter che vi è presente con quattro canzoni (tra le quali, anche Si hei dr Wilhälm Täll ufgfüert). [RV, 30-5-2022]

S' sy zwee Fründen im ne Sportflugzüg
En Alpeflug ga mache
Flügen ufe zu de Gipfle und
Z'dürab de Gletscher nache

Hinde sitzt dr Passagier
Dä wo stüüret, dä sitzt vor
Und es ratteret und brummet
Um sen ume dr Motor

Da rüeft dä, wo hinde sitzt
Lue, ds Bänzin geit us, muesch lande!
Wie? Was seisch? rüeft dr Pilot
Los, i ha di nid verstande

Wie? Was hesch gseit? Rüeft dä hinde
Warum landisch nid sofort?
Red doch lüter, rüeft dä vorne
Bi däm Krach ghör i kes Wort

I versta's nid, rüeft dä hinde
Warum machsch's nid? Bisch drgäge?
I versta's nid, rüeft dä vorne
Muesch mer's würklech lüter säge!

Wie? Was seisch? rüeft dise, lue
Dr Tank isch läär, du flügsch nümm wyt!
Los, bi däm Mordstonnerslärme
Rüeft dä vorne, ghör i nüt

Aber los doch, rüeft dä hinde
Gottfridstutz mir hei nid d'Weli
Tue nid ufgregt, rüeft dä vorne
Red doch lüter, gottverteli!

Los, rüeft dise, we mir jitz nid lande
Gheie mir i ds Tal!
Ghöre gäng no nüt, rüeft äine
Los begryf doch das emal!

So het im Motorelärme
Dr Pilot halt nid verstande
Dass ihm jitz ds Bänzin chönnt usga
Und dass är sofort sött lande

Da uf ds mal wird's plötzlech still
Nämlech wil ds Bänzin usgeit
Und jitz wo me's hätt verstande
Hei si beidi nüt meh gseit.

inviata da Riccardo Venturi - 30/5/2022 - 10:58




Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, novembre 2021
Volo sulle Alpi

Due amici in un aereo da turismo
Sono andati a farsi un volo sulle Alpi,
Volan sopra le cime e i picchi
E planano lungo i ghiacciai.

Dietro siede il passeggero,
Davanti invece siede il pilota.
Romba e ronza attorno a loro
Il motore dell'aeroplano.

Quello dietro, a un certo punto
Urla: “Ehi! Siamo a secco, atterra!”
“Eeeh? Che dici?”, grida il pilota,
“Cosa dici? Non ho capito!”

Quello dietro urla: “Che hai detto?
Che fai? Perché non atterri?”
“Parla più forte!”, grida quello davanti,
“Con 'sto baccano non sento una parola!”

“Non capisco!”, urla quello dietro,
“Perché non atterri? Sei contrario?”
“Non capisco!”, urla quello davanti,
“Devi davvero parlarmi più forte!”

“Eeeh? Che dici?”, urla quell'altro,
“Il serbatoio è vuoto, non si va lontano!”
“Senti, con questo casino della madonna”,
Grida quello davanti, “non sento un cazzo!”

“Forza, atterra!”, urla quello dietro,
“Perlamordiddìo, non c'è altro da fare!”
“E stai un po' calmo”, grida quello davanti,
“Parla più forte, diosànto!”

“Ascolta”, dice l'altro, “Se ora non si atterra
Ci schiantiamo giù nella valle!”
“Ma non sento nulla”, grida quell'altro,
“Ma quand'è che lo capisci..?!?”

E così, con tutto il casino del motore,
Il pilota non ha capito per niente
Che era finita la benzina
E che doveva atterrare alla svelta.

E, all'improvviso, silenzio.
Beh, la benzina era finita.
Ora alla fine lo hanno capito
Però non han detto più nulla.

30/5/2022 - 11:05




Lingua: Francese

Version française – LE VOL ALPIN – Marco Valdo M.I. – 2022
d’après la traduction italienne de Riccardo Venturi
d’une chanson alémanique (bernoise – Bärndüüdsch) – Dr Alpeflug – Mani Matter – 1970
Paroles et musique : Hans Peter Matter (Mani Matter)
Album : Berner Troubadours, 1971


vol-alpin


« Deux amis, il y a une cinquantaine d’années et des poussières, partent faire un joli vol au-dessus des Alpes dans un petit avion de tourisme, peut-être loué ou peut-être possédé par l’un d’eux. Il faut imaginer leur émotion : voler à haute altitude au-dessus des sommets enneigés, au-dessus des silences éternels, là où les aigles se hasardent, au-dessus de l’immensité silencieuse qui invite à la réflexion et à l’introspection, immergé dans la beauté. Seulement, il y a un petit problème : la machine volante infernale a un moteur qui fait un chahut terrifiant, bien autre chose que le silence et l’immensité. À l’intérieur du petit avion, on a l’impression d’être au milieu d’un chantier routier avec les pelles et les marteaux-piqueurs ; aussi, lorsque le passager à l’arrière se rend compte avec terreur que le réservoir de carburant est presque à sec, il essaie de dire à celui qui est à l’avant, qui pilote et qui ne s’en est pas aperçu (un beau pilote de rien, pourrait-on dire). En vain. Dans le fracas du moteur, les deux hommes ne s’entendent pas et se renvoient des hurlements et des bruits indistincts, tandis que l’essence s’épuise et que l’affaire tourne à la catastrophe. Tel est le résumé de cette chanson glaçante de Hans Peter Matter, qui – comme d’habitude – fait rire et frémir la peau en même temps. Il s’agit, bien sûr, d’une chanson typiquement matterienne : la perte de vitesse (d’autant plus à bord d’un avion…), la suspension du temps, l’absurdité qui pousse à l’abîme. À tout cela s’ajoutent deux autres composantes : l’incompréhension qui règne en maître entre deux personnes très proches (mais empêchées par un élément perturbateur, en l’occurrence un moteur qui fait un boucan du diable) et l’imbécillité qui – comme toujours – sert parfaitement l’incommunicabilité la plus tragique.

Quelques mots sur la discographie qui, comme c’est toujours le cas avec Mani Matter, est plutôt complexe. Le premier enregistrement semble toutefois se trouver sur un album collectif de 1971 intitulé Berner Troubadours, une sorte d’anthologie des chansonniers bernois de l’époque (Jacob Sticklberger, Markus Traber, Fritz Widmer, Ruedi Krebs et, bien sûr, Mani Matter, qui est présent avec quatre chansons (dont Si hei dr Wilhälm Täll ufgfüert – On a joué Guillaume Tell). [RV, 30-5-2022].
LE VOL ALPIN

Deux amis dans un avion de tourisme
S’en vont faire un vol au-dessus des Alpes,
Ils volent par-dessus les sommets,
Et planent au-dessus des glaciers.

Derrière, est assis le passager,
Devant, le pilote tient la direction ;
Le moteur de l’avion
Tonitruant fait tout vibrer.

Soudain, celui derrière, se met à hurler :
« Le carburant manque, il faut se poser ! »
« Quoi ? Tu dis ? », le pilote dit,
« Quoi ? Je n’ai rien compris ! »

Celui derrière crie : « Qu’as-tu dit ?
Pourquoi on n’atterrit pas maintenant ? »
« Parle plus fort ! », crie celui devant,
« Je n’entends pas un mot avec ce bruit ! »

« Je ne comprends pas ! » crie celui derrière,
« Pourquoi ne pas atterrir ? Tu es contre ? »
« Je ne comprends pas ! » crie celui devant,
« Tu dois parler plus fortement ! »

« Quoi ? Qu’est-ce que tu dis ? », hurle l’autre,
« Le réservoir est vide, on n’ira pas loin ! » ;
« Putain, avec ce fracas de tonnerre »,
Crie celui devant, « Je n’entends rien ! »

Mais atterris donc, crie celui derrière,
« Mordieu, il n’y a plus rien d’autre à faire ! »
« Ne t’énerve pas », crie celui devant,
« Parle plus fort, par le Saint Sang ! »

« Putain », dit l’autre, « Si on n’atterrit pas,
On va s’écraser tout en bas ! »
« Je n’entends absolument rien », crie l’autre,
« Quand tu vas comprendre ? !? »

Dans le fracas du moteur, ainsi,
Le pilote n’a pas compris
Que bientôt, il n’aurait plus de carburant
Et qu’il devait atterrir rapidement.

Et, soudain, ce fut le silence,
Du fait qu’il n’y avait plus d’essence.
Quand maintenant enfin, ils ont compris,
Ils ne se sont plus rien dit.

inviata da Marco Valdo M.I. - 1/6/2022 - 12:01




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