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Kat a blázen

Jan Werich
Lingua: Ceco


Jan Werich

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Nel 1925 viene fondata a Praga la compagnia teatrale Osvobozené divadlo, formata da un gruppo di artisti appartenenti al panorama dell'avanguardia praghese, per lo più studenti del Conservatorio. La compagnia è legata al gruppo Devětsil, un unione di scrittori, poeti e pittori di ispirazione socialista, tra cui anche diversi nomi importanti, come il premio Nobel per la letteratura Jaroslav Seifert o la pittrice Toyen.

Il gruppo di Osvobozené divadlo, letteralmente Teatro liberato, intendeva il modo di fare teatro in una chiave del tutto nuova, con maggiore coinvolgimento dello spettatore e innovazioni sul palcoscenico. Tra le prime messe in scena c'erano opere di grandi autori come Apollinaire, Molière o Jarry ma anche creazioni proprie. Dal 1927 diventa importante il legame della compagnia con la coppia di autori Jiří Voskovec e Jan Werich (noti con la sigla V+W). L'anno successivo comincia a collaborare con loro il compositore Jaroslav Ježek. I tre artisti ancora oggi vengono considerati tra il meglio dell'eredità culturale del paese.

Voskovec a Werich


Gli spettacoli dei primi anni sono per lo più presentazioni comiche con elementi di satira e presa in giro della società contemporanea. Al precipitare degli avvenimenti però cambia anche l'approccio della compagnia che sceglie di non tacere. Nel 1932 arriva il primo spettacolo apertamente politico Caesar che mette in guardia di fronte all'avvento del fascismo. Il teatro si guadagna la fama di luogo politicamente impegnato. L'opera successiva Osel a stín (L'asino e l'ombra) si pronuncia contro il nazismo, usando sempre come arma la satira e la comicità. Voskovec e Werich fanno parlare l'asino con l'autentica voce di Hitler e questo suscita le proteste della Germania per l'offesa a un capo politico estero. Il teatro entra anche nel mirino dei fascisti locali e gli spettacoli vengono spesso disturbati. Ciononostante, Praga rappresenta ancora per pochi anni un luogo relativamente libero che ospita anche numerosi tedeschi in fuga dal regime appena instauratosi. Tra di loro anche alcuni artisti e intellettuali antifascisti che qui trovano ancora modo di continuare la propria attività e esprimersi. Sono anni in cui escono a Praga alcune riviste letterarie redatte da immigrati tedeschi, forse la più nota è Simplicus, versione della rivista di Monaco Simplicissimus, che a Praga vede la collaborazione di autori cechi e tedeschi ed esce in doppia versione linguistica.

Osvobozené divadlo mette in scena ancora altre opere di satira e critica della situazione politica, alcune particolarmente coraggiose, finché nel 1938 alla compagnia viene revocata la licenza, probabilmente su pressioni tedesche. Il destino della Cecoslovacchia in quell'anno è noto. I nomi di Voskovec e Werich appaiono tra i primi cento sulla lista della Gestapo contenente le persone da arrestare. Entrambi riescono a emigrare negli Stati Uniti dove trascorrono l'intero periodo bellico. Dopo la guerra rientrano in patria ma Voskovec torna a emigrare di nuovo dopo il colpo di stato nel '48, prima in Francia, poi ancora negli USA.

La canzone qui presentata, Kat a blázen (Il boia e il buffone), è tratta dall'omonima opera teatrale di Osvobozené divadlo del 1934.

Fonti per approfondimenti:
Nell'introduzione sono state sintetizzate le informazioni contenute nella voce Osvobozené divadlo di Wikipedia
e nel Dizionario musicale ceco

Altre informazioni si trovano nello straordinario progetto Antifascist Art, attualmente in corso sulla piattaforma a2larm.cz, in collaborazione con Rosa Luxemburg Stiftung. Lo consiglio a chi avesse curiosità di approfondire in specifico l'argomento delle reazioni degli artisti cecoslovacchi all'avvento del fascismo e nazismo negli anni '20-'30. Nelle puntate settimanali di circa 10 minuti, disponibili su youtube con sottotitoli in inglese, lo scultore e critico d'arte Pavel Karous presenta dipinti, disegni, caricature, stampe e opere varie di artisti che si sono schierati contro il nazifascismo, spesso a caro prezzo. Qui, ad esempio, la puntata con le opere degli artisti cechi e slovacchi che reagirono al fascismo italiano.

Per chi invece volesse leggere qualcosa in più sulla pittrice Toyen menzionata all'inizio (figura estremamente interessante sia sul piano artistico che su quello umano, sfuggente a tutte le definizioni e convenzioni, schierata sempre contro il nazifascismo, e con il coraggio di vivere, 100 anni fa, la propria fluidità di genere), segnalo questo articolo Toyen, una rivoluzione surrealista tra Praga e Parigi
Dle starých pramenů kdysi kraloval
starý vetchý král.
Řečeného krále nikdo se nebál,
každý se mu smál.
Ať dělal, co dělal,
lid se chechtal dál,
národ byl spokojen,
reptal jenom král.
Kat aby tohle spral,
jsem blázen sám,
jak už vládnout mám?

Až teprv baba Jaga,
jak praví stará sága,
poradila královi
jedním rázem:
že kdyby líp znal svůj lid,
věděl by, co lid chce mít,
vážnost že mu dodá jen,
jen kat a blázen.
Král že musí kata míti,
aby se lid bál,
jen bláznovi dovoliti,
aby se mu smál.

Král se vrátil na svůj hrad,
poslech bábu a byl rád.
Od té doby panoval
kat, blázen a král.

Pohádky vyčichly, zapadnul i král
a svět dospěl dál.
Kdepak jsou ty časy, kdy se národ smál, krize se nebál.
Jak se všechno mění
a jak ten čas letí,
žijem ve znamení
kulturních století.
Dnes už lid nepozná,
komu se má smát
a koho se bát.

Z čista jasna, kde se vzal,
pan Nikdo tu se vzal,
křičel, jak si předsevzal:
"Já chci vládu!"
Nemluvil a jenom řval,
co nedal, to sliboval,
ale na svá bedra vzal
funkcí hromadu.
Prohlásil se za krále,
za blázna, za kata,
takže vznikla situace
značně nap'atá.

A tak z kata a blázna
vznikla hodnost svérázná,
vylíhnul se nový tvor,
blázen diktátor.

inviata da Stanislava - 26/3/2022 - 23:10



Lingua: Italiano

Versione italiana di Stanislava
IL BOIA E IL BUFFONE

Secondo antiche fonti, un tempo regnava
un re vecchio e decrepito.
Il suddetto re non era temuto da nessuno,
tutti ridevano di lui.
Qualunque cosa facesse,
la gente continuava a ridersela.
Il popolo era contento,
l'unico a borbottare era il re.
Che il boia mandi tutto alla malora!
Mi sento un buffone,
com'è che devo governare?

Ecco infine la vecchia strega Jaga [1],
come racconta l'antica saga,
tutto d'un fiato
diede al re un consiglio:
se lui conoscesse meglio il suo popolo,
si renderebbe bene conto delle sue necessità.
Per conquistare la serietà, dunque, l'unico modo
sarebbe stato impiegare un boia e un buffone.
Un re deve avere un boia
per far temere il popolo
e solo al buffone permettere
di ridere di lui.

Il re ritornò al suo castello,
ubbidì alla vecchiaccia e si ritrovò contento.
Da allora regnavano
il boia, il buffone e il re.

Le fiabe persero il profumo, tramontò anche il re
e il mondo giunse in una fase più avanzata.
Bei tempi quando il popolo rideva e non temeva la crisi.
Come cambia tutto
e come passa il tempo,
viviamo nel segno
dei secoli civilizzati.
Oggigiorno il popolo non distingue più
di chi ridere
e chi temere.

Di punto in bianco è apparso
qua il signor Nessuno.
Gridava, fedele ai suoi propositi:
“Io voglio governare!”
Non parlava, solo urlava,
quel che non dava, lo prometteva.
Sulle proprie spalle si è accollato però
un bel mucchio di incarichi:
si è autoproclamato re,
buffone e boia,
s'è quindi creata una situazione
alquanto tesa.

E così dal boia e dal buffone
si è sviluppata una carica peculiare,
è uscita dal bozzolo una creatura nuova,
il buffone-dittatore [2].
[1] Baba Jaga è un personaggio tipico dei racconti fiabeschi slavi, soprattutto presente nella tradizione russa ma talvolta ripreso anche dalle fiabe ceche, polacche, slovacche ecc. Si può definire come una strega o maga, di solito con connotazioni negative.

[2] La parola ceca blázen può avere sia il significato di buffone, sia quello di “matto, folle”. Utilizzo qui buffone per consistenza con l'intero testo che è una rivisitazione di racconti o fiabe (riferimento al buffone di corte), anche se qui nel finale si sente prevalere l'altro significato: un dittatore folle, fuori di testa.

inviata da Stanislava - 26/3/2022 - 23:11




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