C'eran ragazzi che, come loro, amavan Putin e Viktor Orbán
L'Anonimo Toscano del XXI Secolo e la Piccola Orchestrina del Costo SocialeLingua: Italiano
C'eran ragazzi
Che, come loro
amavan Putin
E Viktor Orbán
E poi amavano
Pure Trump
E gli Stati Uniti d'America.
Non eran belli,
Ma accanto a sé
Avevan mille donne se
Pagavan bene, e Papi e Verdin,
Le minorenni e le Olgettin
Cantavan “Viva la libertà”,
Ma quando invase l'Ucràina
Fecero tutti dietrofront,
Ora son tutti per le sanziòn
Stop! Con Putin stop!
Stop! Con il gas, stop!
Ora son tutti occidental,
E centrali a carbon...
C'eran ragazzi
Che, come loro,
Amavan Putin
E Donald Trump
Fin quando il mondo
Si ritrovò
Vicino alla guerra atomica.
Ora amiconi non lo sono più,
S'arrampican sugli specchi ma
Fra bave, tweet e sughi Star
Sparan cazzate, bla bla bla bla.
Non son più amici, non son più fans,
Vedon la gente cadere giù,
Ora son tutti per i pròfughi
E corridoi umanitàr...
Stop! Con Putin stop!
Stop col gas e Orbán!
Stan tutti con l'Ucràina
E gambe e cul gli fan:
Che, come loro
amavan Putin
E Viktor Orbán
E poi amavano
Pure Trump
E gli Stati Uniti d'America.
Non eran belli,
Ma accanto a sé
Avevan mille donne se
Pagavan bene, e Papi e Verdin,
Le minorenni e le Olgettin
Cantavan “Viva la libertà”,
Ma quando invase l'Ucràina
Fecero tutti dietrofront,
Ora son tutti per le sanziòn
Stop! Con Putin stop!
Stop! Con il gas, stop!
Ora son tutti occidental,
E centrali a carbon...
C'eran ragazzi
Che, come loro,
Amavan Putin
E Donald Trump
Fin quando il mondo
Si ritrovò
Vicino alla guerra atomica.
Ora amiconi non lo sono più,
S'arrampican sugli specchi ma
Fra bave, tweet e sughi Star
Sparan cazzate, bla bla bla bla.
Non son più amici, non son più fans,
Vedon la gente cadere giù,
Ora son tutti per i pròfughi
E corridoi umanitàr...
Stop! Con Putin stop!
Stop col gas e Orbán!
Stan tutti con l'Ucràina
E gambe e cul gli fan:
Ratatatà tatà tatà, ratatatà tatà tatà,
Ratatatà tatà tatà, ratatatà tatà tatà...
Ratatatà tatà tatà, ratatatà tatà tatà...
Il sindaco Bakun(in) e il pagliaccio milanese
A dire il vero, il sig. Wojciech Bakun, nonostante il nome simile, ha ben poco a vedere con lo storico anarchico russo. Fa parte infatti di Kukiz 15, movimento politico di destra radicale, nazionalista e “antipartitica”, fondato nel 2015 dal cantante punk Paweł Kukiz. Non sarebbe stata quindi, a rigore, la persona più probabile per far fare al nostrano Matteo Salvini una delle sue più epiche figure di merda, e stavolta a livello internazionale, da quando la categoria dello spirito delle figure di merda esiste sotto i cieli del mondo. Eppure il sindaco Bakun ci è riuscito, mostrando la differenza che passa tra una persona coerente, sia pure di destra, e un buffone fascista lombardo.
Come si sa, in questi giorni, il buon Matteo Salvini è impegnatissimo a fare il guardiano della pace e il salvatore di profughi, nella Rzeczpospolita Polska. Sta tentando di rifarsi una verginità dopo aver costantantemente osannato Vladimir Putin negli ultimi anni. Durante la sua tournée polacca, Salvini si è recato a Przemyśl, città tra le più antiche della Polonia intera e situata, per tutta la sua storia, in zona di guerra. Ad esempio, tanto per citare l'episodio forse più noto, durante la 1a guerra mondiale, tra il settembre del 1914 e il marzo del 1915, la città subì un lungo assedio da parte dell'Impero Russo, che la conquistò a prezzo di gravissime perdite. Alla vigilia della 2a guerra mondiale, a Przemyśl risiedevano circa 17.000 ebrei; con l'invasione della Polonia da parte della Germania hitleriana e dell'Unione Sovietica di Stalin (allora alleate con il patto Molotov-Von Ribbentrop), la città si ritrovò spaccata in due. Gli ebrei si ritrovarono quindi deportati da una parte e dall'altra (circa 500 ne furono salvati dall'Armia Krajowa). Nei pressi di Przemyśl, a Neribka, sorse comunque un lager nazista. Attualmente, Przemyśl si trova a soli 15 km dal confine con l'Ucraina, ed è facile immaginare come si stia belli tranquilli in una situazione del genere. Proporrei di spostare uno qualsiasi dei comuni italiani amministrati dalla Lega di Salvini a 15 km dall'Ucraina.
Orbene, in una città del genere, e con una storia simile, Matteo Salvini è andato a fare il suo tour di propaganda e a raccattare, come detto, una delle sue più epiche figure di guano. Il sindaco di Przemyśl, Wojciech Bakun, infatti non lo ha accolto per niente bene, e con parole inequivocabili. Scrive Fanpage: ”Wojciech Bakun – appunto, sindaco della città – lo ha accolto con un punto stampa e, davanti ai giornalisti, gli ha detto che non l'avrebbe ricevuto. Poi il colpo di scena: il primo cittadino polacco si apre il giaccone e tira fuori una maglietta che Salvini guarda incuriosito. Sulla t-shirt esibita da Bakun alla stampa c'è il volto di Vladimir Putin, con un chiaro riferimento alle felpe e magliette esibite in passato dal leader leghista. Il sindaco invita Salvini a indossare la maglietta e andare al confine con l'Ucraina insieme. Quando capisce la situazione, il leader della Lega cerca di difendersi spiegando in inglese di essere lì per "aiutare rifugiati, bambini e mamme". Il sindaco, però, continua con il suo discorso e conclude con un secco "no respect for you". Successivamente Salvini si allontana, poi viene contestato da un gruppo di italiani presenti che gli danno del "pagliaccio". Il leader della Lega allora torna indietro e chiede chiarimenti, poi – mentre la contestazione prosegue – augura buon lavoro a tutti e se ne va. "Non ci interessa la polemica della sinistra italiana o polacca, siamo qui per aiutare chi scappa dalla guerra", ha commentato poi il senatore. Tra l'altro Bakun non è neanche di sinistra, come dice Salvini.”. Insomma, poco c'è mancato che Wojciech Bakun non si sia ritrovato praticamente comunista, mostrando il livello di informazione politica di Salvini. Sugli altri suoi livelli, meglio stendere un velo pietoso.
A dire il vero, il sig. Wojciech Bakun, nonostante il nome simile, ha ben poco a vedere con lo storico anarchico russo. Fa parte infatti di Kukiz 15, movimento politico di destra radicale, nazionalista e “antipartitica”, fondato nel 2015 dal cantante punk Paweł Kukiz. Non sarebbe stata quindi, a rigore, la persona più probabile per far fare al nostrano Matteo Salvini una delle sue più epiche figure di merda, e stavolta a livello internazionale, da quando la categoria dello spirito delle figure di merda esiste sotto i cieli del mondo. Eppure il sindaco Bakun ci è riuscito, mostrando la differenza che passa tra una persona coerente, sia pure di destra, e un buffone fascista lombardo.
Come si sa, in questi giorni, il buon Matteo Salvini è impegnatissimo a fare il guardiano della pace e il salvatore di profughi, nella Rzeczpospolita Polska. Sta tentando di rifarsi una verginità dopo aver costantantemente osannato Vladimir Putin negli ultimi anni. Durante la sua tournée polacca, Salvini si è recato a Przemyśl, città tra le più antiche della Polonia intera e situata, per tutta la sua storia, in zona di guerra. Ad esempio, tanto per citare l'episodio forse più noto, durante la 1a guerra mondiale, tra il settembre del 1914 e il marzo del 1915, la città subì un lungo assedio da parte dell'Impero Russo, che la conquistò a prezzo di gravissime perdite. Alla vigilia della 2a guerra mondiale, a Przemyśl risiedevano circa 17.000 ebrei; con l'invasione della Polonia da parte della Germania hitleriana e dell'Unione Sovietica di Stalin (allora alleate con il patto Molotov-Von Ribbentrop), la città si ritrovò spaccata in due. Gli ebrei si ritrovarono quindi deportati da una parte e dall'altra (circa 500 ne furono salvati dall'Armia Krajowa). Nei pressi di Przemyśl, a Neribka, sorse comunque un lager nazista. Attualmente, Przemyśl si trova a soli 15 km dal confine con l'Ucraina, ed è facile immaginare come si stia belli tranquilli in una situazione del genere. Proporrei di spostare uno qualsiasi dei comuni italiani amministrati dalla Lega di Salvini a 15 km dall'Ucraina.
Orbene, in una città del genere, e con una storia simile, Matteo Salvini è andato a fare il suo tour di propaganda e a raccattare, come detto, una delle sue più epiche figure di guano. Il sindaco di Przemyśl, Wojciech Bakun, infatti non lo ha accolto per niente bene, e con parole inequivocabili. Scrive Fanpage: ”Wojciech Bakun – appunto, sindaco della città – lo ha accolto con un punto stampa e, davanti ai giornalisti, gli ha detto che non l'avrebbe ricevuto. Poi il colpo di scena: il primo cittadino polacco si apre il giaccone e tira fuori una maglietta che Salvini guarda incuriosito. Sulla t-shirt esibita da Bakun alla stampa c'è il volto di Vladimir Putin, con un chiaro riferimento alle felpe e magliette esibite in passato dal leader leghista. Il sindaco invita Salvini a indossare la maglietta e andare al confine con l'Ucraina insieme. Quando capisce la situazione, il leader della Lega cerca di difendersi spiegando in inglese di essere lì per "aiutare rifugiati, bambini e mamme". Il sindaco, però, continua con il suo discorso e conclude con un secco "no respect for you". Successivamente Salvini si allontana, poi viene contestato da un gruppo di italiani presenti che gli danno del "pagliaccio". Il leader della Lega allora torna indietro e chiede chiarimenti, poi – mentre la contestazione prosegue – augura buon lavoro a tutti e se ne va. "Non ci interessa la polemica della sinistra italiana o polacca, siamo qui per aiutare chi scappa dalla guerra", ha commentato poi il senatore. Tra l'altro Bakun non è neanche di sinistra, come dice Salvini.”. Insomma, poco c'è mancato che Wojciech Bakun non si sia ritrovato praticamente comunista, mostrando il livello di informazione politica di Salvini. Sugli altri suoi livelli, meglio stendere un velo pietoso.
Riccardo Venturi - 8/3/2022 - 21:38
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