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Lingua: Russo


Evgenij Aronovič Dolmatovskij / Евгений Аронович Долматовский

Lista delle versioni e commenti


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Słučajnyj vals
[1943]

стих / Poesia / A Poem by / Poème / Runo :
Evgenij Aronovič Dolmatovskij[Евге́ний Аро́нович Долмато́вский]

Музыка / Musica / Music / Musique / Sävel:
Mark Grigor’evič Fradkin [Марк Григорьевич Фрадкин]

в исполнении / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1. Trio Grande

2. Oleg Pogudin [Оле́г Евге́ньевич Погу́дин]

3. Leonid Utjosov [Леонид Утёсов]

4. Alexej Pokrovskij [Алексей Покровский]

5. Valentina Tolkunova [Валентина Толкунова]

6. Renat Ibragimov [Ренат Ибрагимов]

7. Dmitrij Xvorostovskij [Дмитрий Александрович Хворостовский]]

8. UmaTurman [Уматурман]




* La foto ritrae la fontana “Danza dei bambini” [Детский хоровод] sulla piazza della stazione di Stalingrado dopo il bombardamento nazista del 23 Agosto 1942. Si notano gli edifici in fiamme.

Stalingrado, Vasilij Vasil’ev e Zina

Evgenij Dolmatovskij, poeta ebreo sovietico, durante la II guerra mondiale fu commissario di battaglione al fronte dopo essere fuggito da un campo di prigionia tedesco. Era noto per le sue composizioni, ballate, marce. Pubblicò nel 1942 la poesia “Ballando fino al mattino”. Mentre la battaglia di Stalingrado entrava nella fase finale, nel Dicembre 1942, incontrò l’amico compositore Mark Fradkin che, dopo avere letto la poesia, abbozzò un valzer. Dietro le urgenze della stretta finale della battaglia di Stalingrado dovettero rinviare la stesura definitiva. L’occasione si ripresentò ai due amici pochi mesi dopo durante un viaggio di alcuni giorni in treno da Stalingrado a Elets. Il titolo originale della canzone fu “Il valzer dell’ufficiale”.
Dolmatovskij ha narrato nelle sue memorie la storia che lo portò a rielaborare la sua poesia. Questa storia la raccolse l’amico Fradkin direttamente dal protagonista.

In un villaggio prossimo al fronte, era sera sul tardi, il tenente pilota Vasilij Vasil’ev [Василий Васильев] udì provenire da una casa del villaggio una musica che attirò l’attenzione di Vasilij. Quella casa gli ricordava la casa in cui era nato a Gus'-Xrustal'nyj [Гусь-Хруста́льный], una cittadina 150 km a est di Mosca. Entrando vide gente ballare e una ragazza che se ne stava in piedi, in disparte. Si chiamava Zina [Зина]. Fu un incontro relativamente breve, un’ora forse o poco più, sinché l’autista che accompagnava Vasilij fece un segnale per indicare che era giunta l’ora di partire.

La guerra, la morte, la condizione umana, le incertezze continue, la disperazione o semplicemente una di quelle molle che sfuggono anche agli scrutatori più attenti della psiche, chi può saperlo? Fatto sta che quando Vasilij conobbe Fradkin al fronte, qualche tempo dopo avere incontrato Zina, gli disse: “Ti chiedo un grande favore, componi una canzone su ciò che ti ho raccontato. Se le parole della tua canzone saranno fedeli, Zina capirà che si tratta di lei e di me, della nostra storia. Forse sentirà la canzone e risponderà all’annuncio”. Fradkin mantenne la promessa. La canzone andò in onda. Zina ascoltò l’annuncio e rispose con una lettera. Fradkin si mise in contatto con l’unità dove Vasilij era in servizio. Zina però non riuscì più a incontrare quel tenentino che si ostinava a tenere presente nella sua mente. Vasilij, un ragazzo di 28 anni, non era più tornato dalla sua 201esima missione. Scomparve nei cieli di Uglič [У́глич], 200 km a nord di Mosca, un giorno di Settembre 1943. Era andato ad unirsi ad altri 27 milioni di russi travolti dalla guerra.

Il seguito della canzone

Alla diffusione della canzone nel 1943 contribuì molto anche Leonid Utësov, cantante e attore popolare nell’Unione Sovietica, che la incise in un disco. La canzone incappò nelle maglie della censura. Non era ammissibile che un ufficiale arrivasse in una casa sconosciuta, ballasse con una sconosciuta e si sentisse come a casa. Inoltre la versione originale non parlava di due mani che si tenevano con tenerezza ma di una mano sconosciuta che giaceva на погоне / “sul mio inseguimento”. Era troppo per l’etica comunista. Il verso fu cambiato come si legge nel testo proposto. Il titolo venne cambiato da “Valzer dell’ufficiale” in “Valzer a caso”.

Tanto non bastò però per placare la censura. Dal 1946 la riproduzione e l’esecuzione della canzone furono vietate. Il divieto fu rimosso durante il regime di Kruscev.Oggi la canzone viene proposta anche da band rock. Dopo quasi ottant’anni pochi sanno di Vasilij e Zina, due esseri che lottarono contro le guerre, contro la morte, come poterono. Il loro fu un incontro nato nella guerra e finito nella guerra, un amore, un grido di un’ora una vita. [Riccardo Gullotta] 
Ночь коротка, спят облака,[1]
И лежит у меня на ладони [2]
Незнакомая ваша рука.
После тревог спит городок,
Я услышал мелодию вальса
И сюда заглянул на часок.

Хоть я с вами совсем не знаком,
И далёко отсюда мой дом,
Я как будто бы снова [3]
Возле дома родного…
В этом зале пустом
Мы танцуем вдвоём,
Так скажите хоть слово,
Сам не знаю о чём.

Будем дружить, петь и кружить.
Я совсем танцевать разучился
И прошу вас меня извинить.
Утро зовёт снова в поход,
Покидая ваш маленький город,
Я пройду мимо ваших ворот.

Хоть я с вами совсем не знаком,
И далёко отсюда мой дом,
Я как будто бы снова
Возле дома родного…
В этом зале пустом
Мы танцуем вдвоём,
Так скажите хоть слово,
Сам не знаю о чём.

Хоть я с вами совсем не знаком,
И далёко отсюда мой дом,
Я как будто бы снова
Возле дома родного…
В этом зале пустом
Мы танцуем вдвоём,
Так скажите хоть слово,
Сам не знаю о чём.

[1] Transcription / Trascrizione

Noć korotka, spjat obłaka,
I ležit u menja na ładoni
Neznakomaja vaša ruka.
Posle trevog spit gorodok,
Ja usłyšal melodiju valsa
I sjuda zagljanuł na časok.

Hot’ ja s vami sovsem ne znakom,
I dalëko otsjuda moj dom,
Ja kak budto by snova
Vozle doma rodnogo…
V ätom zale pustom
My tancuem vdvoëm,
Tak skažite hot’ słovo,
Sam ne znaju o čëm.

Budem družit’, pet’ i kružit’.
Ja sovsem tancevat’ razučiłsja
I prošu vas menja izvinit’.
Utro zovët snova v poxod,
Pokidaja vaš maleńkij gorod,
Ja projdu mimo vaših vorot.

Hot’ ja s vami sovsem ne znakom,
I dalëko otsjuda moj dom,
Ja kak budto by snova
Vozle doma rodnogo…
V ätom zale pustom
My tancuem vdvoëm,
Tak skažite hot’ słovo,
Sam ne znaju o čëm.

Hot’ ja s vami sovsem ne znakom,
I dalëko otsjuda moj dom,
Ja kak budto by snova
Vozle doma rodnogo…
V ätom zale pustom
My tancuem vdvoëm,
Tak skažite hot’ słovo,
Sam ne znaju o čëm.

[2] In the original version sung by Leonid Utësov the last 4 verses of this stanza are replaced by the following:

Я знакомую музыку вальса
Услыхал в тишине городка.
Утро зовёт
Снова в поход.
Хорошо, что я встретился с вами,
Проходя мимо ваших ворот

[3] In the original version sung by Leonid Utësov this verse is replaced by the following :

Но мне кажется снова



inviata da Riccardo Gullotta - 4/2/2022 - 11:10




Lingua: Inglese

English translation / английский перевод / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös :
Alexander Laskavtsev
ACCIDENTAL WALTZ

The night is short, the clouds are sleeping,
And your unfamiliar hand
is laying on my palm.
After the troubles the town is sleeping
I heard the melody of Waltz
And came here for an hour.

Though I am absolutely not familiar with you
And my home is far away from here,
But it seems to me, that again
I am at my sweet home...
In this empty hall
We are dancing in pair,
So tell me at least a word,
Doesn't matter about what.

We'll be friends, singing and circling.
I completely forgot how to dance
And begging you for a pardon
The morning is calling to the troop again,
And leaving your small town,
I will pass by your doors.

Though I am absolutely not familiar with you
And my home is far away from here,
But it seems to me, that again
I am at my sweet home...
In this empty hall
We are dancing in pair,
So tell me at least a word,
Doesn't matter about what.

Though I am absolutely not familiar with you
And my home is far away from here,
But it seems to me, that again
I am at my sweet home...
In this empty hall
We are dancing in pair,
So tell me at least a word,
Doesn't matter about what.

inviata da Riccardo Gullotta - 4/2/2022 - 11:23




Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Итальянский перевод / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
VALZER A CASO

La notte è breve, le nuvole dormono,
E la tua mano sconosciuta
sta sul mio palmo.
Dopo gli affanni il villaggio dorme
Ho udito la melodia di un valzer
E sono venuto qui per un'ora.

Anche se non ti conosco affatto
E la mia casa è lontana da qui,
Ma mi sembra di trovarmi di nuovo
nella mia casa natia [1]
In questa sala vuota
Stiamo ballando in coppia,
Allora dimmi almeno una parola,
Non importa cosa.

Saremo amici, canteremo e gireremo in cerchio.
Ho dimenticato del tutto come si balla
E ti chiedo scusa
Domattina mi richiameranno per un’altra missione,
E mentre lascerò il tuo villaggio,
Passerò davanti al tuo cancello. [2]

Anche se non ti conosco affatto
E la mia casa è lontana da qui,
Ma mi sembra di trovarmi di nuovo
nella mia dolce casa...
In questa sala vuota
Stiamo ballando in coppia,
Allora dimmi almeno una parola,
Non importa cosa.

Anche se non ti conosco affatto
E la mia casa è lontana da qui,
Ma mi sembra di trovarmi di nuovo
nella mia dolce casa...
In questa sala vuota
Stiamo ballando in coppia,
Allora dimmi almeno una parola,
Non importa cosa.

[1] родного nel testo originale, cioè natia, che il traduttore inglese ha voluto rendere con “dolce”

[2] ворот , propriamente cancello

inviata da Riccardo Gullotta - 4/2/2022 - 11:24




Lingua: Siciliano

Traduzzioni siciliana / Сицилийский перевод / Traduzione siciliana / Sicilian translation / Traduction sicilienne / Sisiliankielinen käännös :
Riccardo Gullotta
VALZARU A LA VINTURA

A notti è curta, i nevuli dormunu
A to manu scanusciuta
Stavi nâ mia
I trubbuli si ni jeru, u villaggiu dormi
Ntisi na musica i valzaru
E vinni cca ppi n’ura

Quantunchi ‘n ti canusciu ppi nenti
E a me casa è luntana i cca
Mi pari d’attruvarimi arreri
Nâ casa unni m’aḍḍivaru
Nte sta stanza vacanti
Stam’ abballannu ‘ncucchiati
Allura dimmi a nenti a nenti na palora
Soccu e jè

Pigghiamu amicizzia, cantamu e firriamu ntunnu ntunnu
Tuttu mû scurdai comu s’abballa
M’a scusari
Dumani matina mi chiamanu ppi n’autra missioni
Mentri ca mi nni vaju dô to villaggiu
Passu davanti ô to cancellu.

Quantunchi ‘n ti canusciu ppi nenti
E a me casa è luntana i cca
Mi pari d’attruvarimi arreri
Nâ casa unni m’aḍḍivaru
Ne sta stanza vacanti
Stam’ abballannu ‘ncucchiati
Allura dimmi a nenti a nenti na palora
Soccu e jè

Quantunchi ‘n ti canusciu ppi nenti
E a me casa è luntana i cca
Mi pari d’attruvarimi arreri
Nâ casa unni m’aḍḍivaru
Ne sta stanza vacanti
Stam’ abballannu ‘ncucchiati
Allura dimmi a nenti a nenti na palora
Soccu e jè

inviata da Riccardo Gullotta - 6/2/2022 - 14:29




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