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La città di carta

Giacomo Scudellari
Lingua: Italiano


Giacomo Scudellari

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(Eloisa Atti)
Il ponte Bailey
(Vittorio Bonetti)
Sull'argine
(Enrico Farnedi)



2020
Canzoni sul Senio
senio

1945-2020: 75° anniversario della Liberazione

Canzoni sul Senio è un disco che nasce sugli argini del fiume e parla di quando la guerra qui si fermò. È dedicato a tutti coloro che non possono più ascoltare le storie dai diretti testimoni degli eventi del fronte.
primolacotignola.it


Sull'argine - Enrico Farnedi
Un giovedì - Francesca Amati
La città di carta - Giacomo Scudellari
A cuore freddo - Mara Luzietti
Il ponte Bailey - Vittorio Bonetti
Regali mai scartati - Eloisa Atti
Per sempre amanti - Riccardo Lolli
Terra di nessuno - Moder & Francesco Giampaoli
Caduti di Alfonsine - Giacomo Toni
Ai martiri del Senio (Esiste libertà senza memoria?) - Gianni Parmiani


il libretto con i testi



"Sono nato e cresciuto a Ravenna, e il mio eroe resistente è sempre stato Bulow. Poi ho iniziato fare delle ricerche, e mi sono reso conto che la nostra terra ha partorito decine e decine di donne e di uomini di una libertà assoluta, tra i quali Mario Giacomoni, alias Portos. Tra le vicende che hanno movimentato la vita del nostro, mi ha profondamente colpito il salvataggio di Bagnacavallo, paese a forte rischio di bombardamento alleato. In fondo, cosa sono le nostre città di Romagna di fronte alla potenza di fuoco di un esercito? Poco o nulla, insomma sono fragili come carta". (Giacomo Scudellari)
La mia città è di carta, e la puoi ritagliare
Sta tutta in una tasca, sarà perché è normale
La mia città è di carta, ed è Bagnacavallo
Se guardi in filigrana c’è un cuore di metallo.

Metallo sulle unghie, sul collo di un fucile
Le notti sono lunghe e non si può dormire.
La mia città è di carta e quindi pesa poco
Perciò da queste parti c’è l’allergia del fuoco

E il fuoco si avvicina, un fuoco canadese
E qui è tutto di carta, piccioni, i vicoli anche le chiese.

Che fatica i miei vent’anni, sotto questo cielo storto
Ma mi piace quando dici, che sono ancora Portos.

Allora prendo fiato e stringo la cintura
Il giorno è scoperchiato, non posso più avere paura
Paura delle bombe che dormono per terra
Paura per il fronte, che ancora sa di guerra

Un passo un altro passo, la fame e le ferite
Ma ho la testa più dura di un sasso
E gambe dritte come matite.

E la città di carta è identica ad allora,
tu prova a cercare in una tasca tu prova a chiedere a scuola.

Che fatica i miei vent’anni, sotto questo cielo storto
Ma mi piace quando dici, che sono ancora Portos
Che sono ancora Portos, io sono ancora Portos.

inviata da Dq82 - 28/8/2021 - 18:39




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