Tutto inizia sempre (2015)
E quando i cardini
Non sorreggono più la storia
E l’io è un altro
E il Tempo è ora
Ecco l'istante che un incanto si produce:
È un dio che sputa
La sua risata
In faccia a chi s’illude
Di avere in pugno il cosmo
È un dio che sputa
La sua risata
In faccia a chi si chiude
In Sé, in un Dio, in un Mondo
È un dio che sputa
La sua risata
In faccia a chi del tempo
Fa ruggine nel tempio infame
Dove il Soffio è Capitale
E inonda il mondo
Del suo seme di scambio funereo ed infecondo
È la bellezza, idiota – puro contorno, immenso gioco
Rivoluzione permanente – nessuna orbita, ma fuoco
È la bellezza, idiota - forma, potenza, nobiltà
Trasformazione incandescente - d’incomposta eternità
È un dio dal gesto distruttore
Dalla levità insaputa
Di chi sputa
Il suo sublime riso
Nel viso del sepolcro vivo
Che attende un giudizio
Imbiancato e non vede
Ciò che grida libertà
E per questo creperà con la terra nella bocca
Sotto a chi tocca...
Lieve, inafferrabile, giocoso dio che sputa
A chi non prende alla lettera il suo soffio analfabeta
Non vuole predicati
Né segni né mercati
Né icone escrementizie
Né prelati
È un dio che sputa
È come un lama
Come una lama taglia
Ed il suo taglio è il suo grido di battaglia
Incide, recide e nulla decide
Ma tutto deride e annichilerà
Non vuole e non tiene e nulla ritiene
Ma nella sua bocca è l'eternità
È un dio che sputa
La sua risata
In faccia a chi s’illude
Di avere in pugno il cosmo
È un dio che sputa
La sua risata
In faccia a chi si chiude
In Sé, in un Dio, in un Mondo
È un dio che sputa
La sua risata
In faccia a chi del tempo
Fa ruggine nel tempio infame
Dove il Soffio è Capitale
E inonda il mondo
Del suo seme di scambio funereo ed infecondo
Non sorreggono più la storia
E l’io è un altro
E il Tempo è ora
Ecco l'istante che un incanto si produce:
È un dio che sputa
La sua risata
In faccia a chi s’illude
Di avere in pugno il cosmo
È un dio che sputa
La sua risata
In faccia a chi si chiude
In Sé, in un Dio, in un Mondo
È un dio che sputa
La sua risata
In faccia a chi del tempo
Fa ruggine nel tempio infame
Dove il Soffio è Capitale
E inonda il mondo
Del suo seme di scambio funereo ed infecondo
È la bellezza, idiota – puro contorno, immenso gioco
Rivoluzione permanente – nessuna orbita, ma fuoco
È la bellezza, idiota - forma, potenza, nobiltà
Trasformazione incandescente - d’incomposta eternità
È un dio dal gesto distruttore
Dalla levità insaputa
Di chi sputa
Il suo sublime riso
Nel viso del sepolcro vivo
Che attende un giudizio
Imbiancato e non vede
Ciò che grida libertà
E per questo creperà con la terra nella bocca
Sotto a chi tocca...
Lieve, inafferrabile, giocoso dio che sputa
A chi non prende alla lettera il suo soffio analfabeta
Non vuole predicati
Né segni né mercati
Né icone escrementizie
Né prelati
È un dio che sputa
È come un lama
Come una lama taglia
Ed il suo taglio è il suo grido di battaglia
Incide, recide e nulla decide
Ma tutto deride e annichilerà
Non vuole e non tiene e nulla ritiene
Ma nella sua bocca è l'eternità
È un dio che sputa
La sua risata
In faccia a chi s’illude
Di avere in pugno il cosmo
È un dio che sputa
La sua risata
In faccia a chi si chiude
In Sé, in un Dio, in un Mondo
È un dio che sputa
La sua risata
In faccia a chi del tempo
Fa ruggine nel tempio infame
Dove il Soffio è Capitale
E inonda il mondo
Del suo seme di scambio funereo ed infecondo
inviata da Alberto Scotti - 2/7/2021 - 00:52
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