C'è confusione in fondo alla via
pedalan veloci la Stella e la Lia
devono dire a tutta Niguarda
che l'insurrezione non è un'utopia
E' il 24 Milan Lombardia
frizzava l'aria profonda anarchia
alla Ca' Granda si ferman le due
Lia dice a Stella rimaniami in scia
Le barricate alla corte dei matti
colpi di mitra fischiavano sechi
la camionetta nazista feroce
si apre un varco e scappa veloce
sparano a caso quei gran condottieri
questo è il dovere dei militari
i partigiani Niguarda gloriosa
mostrano il petto con la stella rossa
Lia Lia non è una bugia
Milano domani che libera sia
il Bruno tuo riabbracciare potrai
pedalare insieme lontano dai guai
Ma i grandi strateghi son sempre in tenzone
scoppian le bombe e tona il cannone
impavida Lia pedala insistente
Stella la vede che cade silente
Le buca la pancia il mitra nazista
intrepidi eroi sventagliano a vista
lei tande la mano al cielo crudele
e pensa al bambino che in lei dorme e vede
Tutte le facce dei suoi partigiani
più care a lei delle sue stesse mani
Lia messaggera staffetta vedetta
si ferma a un passo dalla dolce vendetta
Lia Lia non è una follia
Milano e l'Italia che libera sia
il Bruno domani uscirà
ma il quel momento tu non sarai là
Lia Lia partigiana mia
hai dato la vita la grande magia
per rendere il mondo un posto migliore
per far di Niguarda un unico cuore
Lia Lia partigiana mia
hai dato la vita la grande magia
per rendere il mondo un posto migliore
per far di Niguarda un unico cuore
pedalan veloci la Stella e la Lia
devono dire a tutta Niguarda
che l'insurrezione non è un'utopia
E' il 24 Milan Lombardia
frizzava l'aria profonda anarchia
alla Ca' Granda si ferman le due
Lia dice a Stella rimaniami in scia
Le barricate alla corte dei matti
colpi di mitra fischiavano sechi
la camionetta nazista feroce
si apre un varco e scappa veloce
sparano a caso quei gran condottieri
questo è il dovere dei militari
i partigiani Niguarda gloriosa
mostrano il petto con la stella rossa
Lia Lia non è una bugia
Milano domani che libera sia
il Bruno tuo riabbracciare potrai
pedalare insieme lontano dai guai
Ma i grandi strateghi son sempre in tenzone
scoppian le bombe e tona il cannone
impavida Lia pedala insistente
Stella la vede che cade silente
Le buca la pancia il mitra nazista
intrepidi eroi sventagliano a vista
lei tande la mano al cielo crudele
e pensa al bambino che in lei dorme e vede
Tutte le facce dei suoi partigiani
più care a lei delle sue stesse mani
Lia messaggera staffetta vedetta
si ferma a un passo dalla dolce vendetta
Lia Lia non è una follia
Milano e l'Italia che libera sia
il Bruno domani uscirà
ma il quel momento tu non sarai là
Lia Lia partigiana mia
hai dato la vita la grande magia
per rendere il mondo un posto migliore
per far di Niguarda un unico cuore
Lia Lia partigiana mia
hai dato la vita la grande magia
per rendere il mondo un posto migliore
per far di Niguarda un unico cuore
inviata da Dq82 - 21/4/2021 - 13:08
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Niguarda, periferia a nord di Milano, è stata un Comune fino al 1923, fino a quando cioè è stata accorpata al capoluogo meneghino assieme ad altri 10 municipi limitrofi. Da quel momento il quartiere ha mantenuto la sua identità “rossa”: qui sopravvivono le cooperative edificatrici della fine dell’Ottocento, i bambini frequentano la scuola per gli operai della Pirelli e la Liberazione si festeggia il 24 aprile.
Così, con un giorno di anticipo rispetto al resto d’Italia, Niguarda ricorda le due staffette a cui si deve la Liberazione “anticipata”: Gina Galeotti Bianchi, nome di battaglia Lia, e Stellina Vecchio, nome di battaglia Lalla. A loro, il 24 aprile di 71 anni fa, il comando centrale affidò il compito di portare l’ordine di insurrezione ai partigiani della zona, ricoverati sotto falsi nomi all’ospedale di via Graziano Imperatore.
Ma a pochi passi dall’edificio le due si trovarono sotto il fuoco dei nazisti, nascosti su un camion: Lalla si salvò, e portò l’ordine di insurrezione ai partigiani che il 24 sera liberarono il quartiere, mentre Lia fu colpita e morì, incinta del suo primo figlio. A lei, 32enne di origini mantovane, il quartiere dedica ogni anno i festeggiamenti del 24: un corteo per le vie di Niguarda, un concerto con il coro “I suoni e l’Anpi” e uno spettacolo teatrale, “Nome di battaglia Lia”, nella sala del teatro che le è stata intitolata.
“Gina – ricorda il presidente dell’Anpi Niguarda, Angelo Longhi – aveva cominciato giovanissima la sua attività antifascista. Nel 1943 era stata arrestata e deferita al Tribunale Speciale per essere stata tra gli organizzatori a Milano degli scioperi di marzo. Incarcerata per quattro mesi, fu liberata con la caduta del fascismo il 25 luglio e l’8 settembre entrò nelle organizzazioni della Resistenza, in particolare i gruppi di difesa della donna”.
Passeggiando per le vie del quartiere ci si può sedere ai giardinetti Gina Galeotti Bianchi e, a poca distanza, si possono vedere i due murales che alcuni writer le ha dedicato: sulla murata di via Graziano Imperatore i Volks Writerz l’hanno raffigurata, in sella alla bicicletta, mentre si staglia sul rosso della scritta “Niguarda antifascista”, mentre all’ingresso della caserma Mameli di viale Suzzani un writer ha dipinto, il suo ritratto affiancato da una frase di Antonio Gramsci. Qui, il 25 aprile di ogni anno, è ancora possibile ascoltare qualche anziano che dice: “Andemm a Milan a fà festa ancamò”, andiamo a Milano a festeggiare ancora.