La religione della proprietà
La religione della proprietà
Io, ragionier Total, non sono diverso da voi, né voi siete diversi da me. Siamo uguali nei bisogni, diseguali nel loro soddisfacimento. Io so che non potrò mai avere nulla più di quanto oggi ho. Fino alla morte. Ma nessuno di voi potrà avere più di quanto ha. Certamente molti di voi avranno più di me. Come tanti hanno meno. E nella lotta legale, o illegale, per ottenere ciò che non abbiamo, molti si ammalano di mali vergognosi, si riempiono il corpo di piaghe, dentro. E fuori.
Tanti altri… cadono, muoiono, vengono esclusi, distrutti, trasformati. Diventano… bestie. Pietre. Alberi morti. Vermi. Così nasce l’invidia e in questa invidia si nasconde l’odio di classe, decomposto in egoismo e quindi… reso innocuo. L’egoismo è il sentimento fondamentale della religione della proprietà. Io sento che questa condizione mi sta diventando insopportabile, così come lo sta diventando per molti di voi.
Verbi ausiliari
Verbi ausiliari
Total: Sai che non mi ricordo più com’è quella parola che indica quando si possiede una cosa: un figlio, una casa, un terreno, un’automobile, una donna…
Il padre : Verbo essere, ausiliari: io sono, tu sei, egli è, io ero, ecco, io ero, no, no, no, no, io ebbi, ecco, ebbi, ebbi, ebbimo, ebbimo, aveste, avessero, avettero, avemmo, avendo avuto, avendo avuto, avettero, essendo, voce del verbo avendo.
Total: Avere, voce del verbo avere.
Il padre: Oh, sì, sì e questo dinota un possedimento di cose, ecco, sì, avere, avere, può essere anche semplice o coniugato, sicuro, io, io abbo, io aggio, lui have, egli have, noi aggiamo, noi avemo…
Total: Eh no, per la Madonna!, noi non avemo una cippa! Io non ho, tu non hai, egli ha. Maledetto! Egli sì che ha, egli ci ha, ci possiede, ha, possiede: botteghe, case, automobili, donne, garzoni e… il coso, il danaro, a sacchi, a carrettate […]
Il seguente link rinvia al video della prima parte del film. Il dialogo è registrato a 10’ 20” dall’inizio
Nullatenenti perciò ladri a 10’ 20” dall’inizio
Nullatenenti perciò ladri
Il padre: Rubare, più che un delitto, è un errore. Talleyrand.
Total: Perché?
Il padre: Perché ? Perché tutto ciò per cui una cosa si può distinguere dall’altra, questa è la proprietà, secondo il Tommaseo. Dunque, se tu rubi… confondi le cose tra loro… e naturalmente anche i loro proprietari. E un proprietario non va confuso con un … non proprietario.
Total: Quanto c’abbiamo in banca?
Il padre: Quello che meritiamo
Total: E allora il coso… il come si chiama… il danaro… è un premio?
Il padre: Si.
Total: Ma porco Giuda, è un premio a che cosa? è un premio all’onestà?
Il padre: Forse
Total: E allora secondo te siamo dei disonesti? Dei ladri. Perché non abbiamo mai avuto ‘na lira…
inviata da Riccardo Gullotta - 31/3/2021 - 23:42
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[1975]
Film / Movie / Elokuva :
Elio Petri
La proprietà non è più un furto / Property Is No Longer a Theft / La propriété, c'est plus le vol
Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Salvo Randone , Flavio Bucci
Elio Petri, in L'avventurosa storia del cinema italiano di Goffredo Fofi e Franca Faldini, 2009 ed. Cineteca di Bologna
Plumbeo e soffocante, nevrotico e spezzettato: così la critica cinematografica Elisa Battistini ha definito il film dando luogo ad un classico esempio di eterogenesi dei fini. È infatti uno degli apprezzamenti più ficcanti, a nostro avviso, sul film, sulla regia di Elio Petri e sulla sceneggiatura di Ugo Pirro.
Si propongono tre sequenze del film che vedono protagonisti Salvo Randone nelle vesti del padre e il figlio Total, ragioniere, impiegato di banca. Le abbiamo titolate, arbitrariamente ma non troppo: La religione della proprietà, Verbi ausiliari, Nullatenenti perciò ladri.
Se uno studente di sociologia cercasse una guida introduttiva su Georg Simmel, in particolare alla sua Philosophie des Geldes / La filosofia del denaro, non avremmo dubbi: gli suggeriremmo di analizzare a fondo dialoghi e monologhi di questo film.
Sono delle ccg, composizioni contro ( e dentro) la guerra. Non c’è l’accompagnamento strumentale canonico, ma il ritmo la fa da padrone, non gli occorre il conforto del pentagramma: incalza, avviluppa con fendenti, perfora.
[Riccardo Gullotta]