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Mio padre

Mireille Safa
Lingua: Italiano


Mireille Safa


Che uomo fu mio padre!
Lui ignorò la luna
e abbracciò la terra,
ne fece sua madre,
ne fece la sua cuna,
ne fece la sua serra.
La misurò coi passi,
fertilizzò i suoi sassi.

Sapeva trasformare
un arido terreno
in campo da arare,
in un giardino ameno.
D’ un gesto della mano
creava la rugiada
che dissetava il grano,
la segale e la biada.

In casa c’era tutto:
un fuoco sempre acceso
un pane, un vino, un frutto
per l’ospite inatteso.
Nell’aia risuonava
l’allegro ritornello
del gallo che cantava
e l’agnello che belava.

Mi disse: “Devi stare
su questa nostra terra,
e non l’abbandonare
anche se c’è la guerra.
Chi parte, chi si esilia
chi fugge, chi abiura,
si arrende e si umilia,
mai avrà sepoltura.

Gli chiesi all’improvviso:
“Ma posso bestemmiare
il Dio che m’ha irriso,
e mi vuol umiliare?”
E lui con un sorriso
mi volle raccontare
quello che Giobbe fece:
“Cambiò la rabbia in prece”.

Quando ci fu la guerra
mi disse fermamente
“Difendi la tua terra,
non cedere al potente,
ché se patria non hai
sepolcro mai avrai.”
Lo sento ancora dire:
“Ti vieto di partire!”



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