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Canzone del partigiano Giovanni (Uomini contro, pt. 1)

unòrsominòre
Lingua: Italiano


unòrsominòre

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valle

Mi capita spesso di chiedermi se potendo vedere il futuro i giovani che tra il '43 e il '45 diedero la vita per liberare l'Italia dal fascismo rifarebbero le stesse scelte.
E mi rispondo che sì, nonostante tutto non potrebbero che rifarle: e non per cieca abnegazione alla causa, ché quei giovani non erano intimamente differenti da quelli degli anni seguenti, né mediamente più intelligenti o più buoni o tantomeno più colti - per quanto certamente vent'anni di regime e tre di guerra li avessero resi molto più consapevoli rispetto alle generazioni venute dopo di loro; ma semplicemente perché in certe situazioni non si ha che una scelta, che è quella di ribellarsi e lottare, indipendentemente dalle conseguenze e dalle reali possibilità di successo, per morire con la dignità di chi si oppone a ciò che è ingiusto, per il fatto stesso di farlo. E penso che per certi versi il partigiano Johnny abbia vissuto una vita più degna e più pregna di tante delle nostre, addormentate dalla miseria culturale in cui vegetiamo.
La pulsazione ritmica che fa da base al brano è ottenuta con un sintetizzatore Volca, manipolato in tempo reale da me durante la registrazione, per ottenerne le variazioni di timbrica e delay. Ho suonato anche basso, chitarra acustica e sintetizzatori, aggiungendo il piano reverse che apre il brano una notte in camera mia; mentre Michele De Finis ha aggiunto un loop di chitarra elettrica in delay reverse. Ho inciso le voci a Belluno nello studio di Fabio De Min.
unòrsominòree
Non andare Giovanni, non salire in montagna
a ficcarti un proiettile in testa
Non andarci compagno, non salire sui monti,
a rimetterci il poco che ti resta
per donare a noi stronzi un Paese migliore che non meritiamo
libertà che non capiamo, non difendiamo,
cui non ci interessiamo
ché il Paese lo terranno quelli che lo han sempre avuto
con camicie appena un poco meno scure che in passato

E ogni cosa cambierà per non cambiare
spari a salve perché tutto resti uguale
e il Paese resterà a chi lo illuderà ancora
di volerlo più libero, giusto, civile e normale

E ogni poco concesso sarà per restaurare,
ogni libertà elargita per far rincoglionire
in un sonno malmostoso di consumi ed ovvietà
non andare Giovanni, vinceranno sempre loro, comunque finirà

E l’Italia è una povera bestia destinata ai calci in faccia
di preti, democristi, socialisti, berluschini,
burocrati, papponi, distratti, cretini,
troie, fascisti, qualunquisti, tifosi, ignoranti,
mafiosi, bulletti, furbetti, bigotti, meschini del Pd,
figli e figlie di

Io lo so tutto questo, lo so bene compagno,
ma io andrò, andrò lo stesso e non ne parliamo più
che le libertà che dici nemmeno io poi le capisco,
ma non posso immaginare
di vivere senza questo desiderio di andare:
perché si deve provare
è necessario lottare
perché l’uomo in rivolta
è l’unico uomo che abbia un senso immaginare

inviata da Dq82 - 28/10/2020 - 13:31




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