Dormi, bambino mio, nel tuo lettino
Che io ti guardo e cucio il tuo golfino
Da quando tu sei nato io ho già sognato
Le grandi cose che tu potrai imparare
Ti insegnerò che i figli nascono dai cavoli
Ti insegnerò che Dio punisce i deboli
Ti insegnerò che il fuoco brucia i bimbi che
Vogliono domandarsi il fuoco che cos'è
Resta qui con me e non ti brucerai
Domani non capirai, ma non ti brucerai
Dormi, bambino mio, nel tuo lettino
Che io ti guardo e cucio il tuo destino
Da quando tu sei nato io ho programmato
Le grandi cose che tu potrai fare
Sarai un eroe in cerca di quel regno che
Ti porterà in alto, in alto, più di un re
Sarai un generale che disporre potrà
Di mille vite umane e non piangerà
Sarai un uomo ricco che comprare potrà
I vecchi desideri della mamma e del papà
Non andare via, ho dato tutto a te
Ho vissuto solo per te, non andare via
Tu per me farai ciò che io non feci mai
Ciò che io non fui mai tu per me sarai
Non andare via, ho vissuto solo per te
Ho vissuto solo per te
Che io ti guardo e cucio il tuo golfino
Da quando tu sei nato io ho già sognato
Le grandi cose che tu potrai imparare
Ti insegnerò che i figli nascono dai cavoli
Ti insegnerò che Dio punisce i deboli
Ti insegnerò che il fuoco brucia i bimbi che
Vogliono domandarsi il fuoco che cos'è
Resta qui con me e non ti brucerai
Domani non capirai, ma non ti brucerai
Dormi, bambino mio, nel tuo lettino
Che io ti guardo e cucio il tuo destino
Da quando tu sei nato io ho programmato
Le grandi cose che tu potrai fare
Sarai un eroe in cerca di quel regno che
Ti porterà in alto, in alto, più di un re
Sarai un generale che disporre potrà
Di mille vite umane e non piangerà
Sarai un uomo ricco che comprare potrà
I vecchi desideri della mamma e del papà
Non andare via, ho dato tutto a te
Ho vissuto solo per te, non andare via
Tu per me farai ciò che io non feci mai
Ciò che io non fui mai tu per me sarai
Non andare via, ho vissuto solo per te
Ho vissuto solo per te
inviata da Alberto Scotti - 25/10/2020 - 17:39
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L’album è caratterizzato dalla presenza del bassista Pat Donaldson (già nei Fotheringay nel 1970 con Sandy Denny, e nell'album di Richard Thompson, "Henry The Human Fly"), di Gianni Mazza (maestro orchestrante negli anni ’80 al fianco di Renzo Arbore), dello stesso Grossman (chitarre e pedal steel), di Roberto Satti (chitarra nei brani 7 e 9). L’album, comunque, non viene promosso in maniera particolare dalla RCA. Merita senz'altro un ascolto per l'intensità della scrittura, la capacità di coniugare brillantemente l'attenzione per le tematiche tipiche della canzone d'autore italiana, con atmosfere crude e allo stesso tempo intrise di romanticismo, con un suono essenziale immune da banalità e il cantato che attira l'attenzione su angosce e illusioni private, maturando legittime velleità autoriali. Gli arrangiamenti sono molto raffinati: sembrano soffiare nel cuore una irruenta vitalità.
dalla recensione di Gaetano Simarco