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Gli emigranti

Herbert Pagani
Lingua: Italiano


Herbert Pagani

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[1965]
Testo e musica di Herbert Pagani, Enrico Macias ed Annalena Limentani
Album: L'Amicizia [1969]
Album Cover

Il brano Gli emigranti era già presente nell'album dal vivo d'esordio Una sera con Herbert Pagani del 1965, ma ho scelto questa versione dall'album del '69 L'Amicizia perché ha una parte introduttiva che ci riporta indietro al clima di quegli anni calienti (un mixer dei rumori dell'autunno caldo che lascia poi il posto alla voce di Herbert), che mi sembra tutto sommato più inerente alle tematiche del sito.

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[[https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/resizer/655/360/true/2009-09-32274.jpg--.jpg|Occupazione e non emigrazione]
– …Ma statte zitta che mi' fíjo facea la protesta, l'hanno preso e l'hanno gonfiato! Poi l'hanno ripreso, l'hanno rimesso dentro e l'hanno ri-gonfiato…!
– E mo' come sta? –
– E come deve sta'? Sta tutto gonfio!! –


Si occupano le università, si occupano le fabbriche, si occupano le chiese, i nostri disoccupati sono 721.000 !
Rosso è il colore di questo secolo: ci si ammazza ai quattro punti cardinali!
I Cardinali viventi sono oggi 133..
Ieri eravamo sulla Luna, domani saremo su Marte! E oggi, come ai tempi dell'Inquisizione, il ferro rovente strappa la carne degli uomini liberi da confessioni di colpe non commesse. Ma i giovani gridano nelle piazze, rompono i vetri, prendono le botte! Ci si batte per non combattere, si combatte per non fare più la guerra! ….i giovani hanno scelto l'amore, …e per amore io canto… perché d'amore ho bisogno, da prendere e da dare… perché ho sulle spalle 5.000 anni di dolori e di rinunce che posso accettare solo in nome dell'amore… e se non sono le tue rinunce a farti cantare, sono quelle degli altri: dei contadini, degli operai.. o di quelli che, per sottrarsi ad una condizione abbietta, rinunciano alla loro terra e al loro cielo, e si fanno emigranti….


Il nostro treno lascia la stazione
Partiamo in tanti per necessità
Siamo i soldati dell'emigrazione
E disarmati andiamo a lavorar

Per una vita o per una stagione
Andiamo a Londra, a Parigi o in Canada
Ma nelle nostre valigie di cartone
C'è tanta fame e buona volontà

Qui il cielo è grigio e grigio è anche il padrone
Grigia la lingua e la mentalità
Guardando noi si parla di invasione:
Noi siamo qui soltanto a "faticar"

Com'è lontano il nostro Meridione
Ogni giornata qui è un'eternità
Ma basterà il profumo di un limone
A ricordarci che non durerà

Dove passiamo, mattone su mattone
vengono su le dighe e le città
Dove passiamo arriva una canzone
Un po' d'amore e di felicità

Se uno di noi, per soldi o per passione
ha un conto aperto con la società
Chi crepa in fondo ai pozzi di carbone
salda quel conto con l'umanità
Dopo una vita o dopo una stagione
lasciamo dietro tutte le città,
la neve, il freddo, il fumo ed il carbone
e verso il sole ognuno se ne va

Quando in futuro con le spedizioni
andremo sui pianeti a lavorar
ci pianteremo giardini di limoni
e tutto il cielo si profumerà.

inviata da giorgio - 29/9/2020 - 21:15




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