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Cenere

Confini di tela
Lingua: Italiano


Confini di tela

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2020

Cenere


Questo video mi è stato inviato stamattina da Matteo Tarabelli , uno dei “ Confini di Tela “.
Il video è stato girato nella zona rossa di Visso uno dei paesi dell’entroterra maceratese colpito dal sisma del 2016. “ Lo abbiamo fatto per non dimenticare, per non lasciare che i riflettori si spengano”.
Le parole di Matteo e le ragioni che hanno portato alla realizzazione di questo video da parte dei “ Confini di tela” sono sacro-sante. Ognuno ci mette quello che c’ha, per non dimenticare queste terre martoriate e per non lasciare da soli i suoi abitanti, anche una canzone, come in questo caso.
Da parte mia aggiungo che sabato sono tornato a Visso dopo molto tempo per una “ cantata “ in compagnia di Sandro, Fede e dei Sanbene organizzata da quei Camminatori di " Va' sentiero "….e sono passato in mezzo a quel che resta di Visso… mi sono chiesto come puo’ succedere in un Paese civile una cosa del genere…A distanza di 4 anni dal terremoto, di fatto , quelle terre e i suoi abitanti , sono stati completamente abbandonati, lasciati da soli a far fronte ad un’emergenza che è diventata “normalita’ “ . Mi chiedo con che faccia coloro che fanno e hanno fatto parte del governo nazionale, i commissari vari, i cosiddetti politici e candidati alle elezioni locali e regionali , oggi vanno a chiedere un voto a queste popolazioni….Fossi in loro farei un gran falo’ con le tessere elettorali, come minimo…e dovesse servire ad alzare le fiamme ci porto pure la mia …
NOI NON DIMENTICHEREMO …, Bravo Matteo e bravi i “ Confini di tela “
Marino Severini dei Gang
Qui è scesa la notte, il sole è fuggito via
Qui si trema la notte, il sonno è scappato via
Corrono giorni di polvere,
come faremo a ridere?
quando potremo rinascere?
macerie e progetti in cenere

Qui è scesa la notte, il sole è fuggito via
Qui si brucian ricordi, seduti su moduli gelidi
E chiedo..

Un sogno banale
un sogno normale
quello più austero che c’è
è troppo tardi per accusare
cercando la forza di vivere, o sopravvivere

Un sogno banale, un sogno normale, quello più austero che c’è
Perché qui c’è sempre la notte, e il sole non vuole restare
Qui si brucian ricordi, seduti su moduli gelidi

Qui si vendon speranze
ma i clienti non si vedono più
Qui chi urla più forte
non riuscirà più a parlare

Corrono, si rincorrono giorni..

inviata da Dq82 - 6/9/2020 - 21:35




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