Nel porto di Genova ho visto l’amore
Nascondersi fra le alte ombre e i barconi
Quegli occhi di pietra nel volto segnato
Ma lui non mi ha visto e io me ne sono andato
Nel porto di Genova ho visto mia madre
Rincorrere al vento un cappello d’estate
E rincorrerlo sempre in un gran girotondo
Fino alla fine, alla fine del mondo
Nel porto a Livorno ho visto mio nonno
Le mani incrociate dietro la schiena
Fissar l’orizzonte con sguardo profondo
Fissare la fine, la fine del mondo
Nel porto a Livorno un povero Cristo
Ha deciso che in fondo, in fondo è lo stesso
Rincorrere il vento o morire seduto
Al solito tavolo del caffè del porto
Nel porto di Napoli ho visto il dolore
Addormentarsi tra le reti e i rifiuti
E un corpo di donna danzare nei fari
Delle ultime luci in un cerchio di voci
Nel porto di Napoli ho visto un gabbiano
Piangeva in silenzio sull’altra banchina
Piangeva la vita che non ha vissuto
Piangeva la morte di uno sconosciuto
Nel porto di Anzio qualcuno mi ha visto
Rincorrere al vento una coppia di stelle
E fissar l’orizzonte alla fine del mondo
Prima di sparire in un buio profondo
Nel porto di Anzio c’è chi va giurando
Di avermi scoperto nel piangere sangue
Per tutte le vite che non ho vissuto
Per tutte le morti d’ogni sconosciuto
Nascondersi fra le alte ombre e i barconi
Quegli occhi di pietra nel volto segnato
Ma lui non mi ha visto e io me ne sono andato
Nel porto di Genova ho visto mia madre
Rincorrere al vento un cappello d’estate
E rincorrerlo sempre in un gran girotondo
Fino alla fine, alla fine del mondo
Nel porto a Livorno ho visto mio nonno
Le mani incrociate dietro la schiena
Fissar l’orizzonte con sguardo profondo
Fissare la fine, la fine del mondo
Nel porto a Livorno un povero Cristo
Ha deciso che in fondo, in fondo è lo stesso
Rincorrere il vento o morire seduto
Al solito tavolo del caffè del porto
Nel porto di Napoli ho visto il dolore
Addormentarsi tra le reti e i rifiuti
E un corpo di donna danzare nei fari
Delle ultime luci in un cerchio di voci
Nel porto di Napoli ho visto un gabbiano
Piangeva in silenzio sull’altra banchina
Piangeva la vita che non ha vissuto
Piangeva la morte di uno sconosciuto
Nel porto di Anzio qualcuno mi ha visto
Rincorrere al vento una coppia di stelle
E fissar l’orizzonte alla fine del mondo
Prima di sparire in un buio profondo
Nel porto di Anzio c’è chi va giurando
Di avermi scoperto nel piangere sangue
Per tutte le vite che non ho vissuto
Per tutte le morti d’ogni sconosciuto
inviata da Matteo Podda - 25/8/2020 - 09:33
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Parole e musica Matteo Podda
Matteo Podda - voce, chitarra
Tiziano Pellegrino - chitarra, basso
Consuelo Nerea Breschi - violino
Registrato nel luglio 2014 da Gianfilippo Boni, Paso Doble Studio, Bagno a Ripoli (Firenze)
Filmati tratti da un documentario sull'immigrazione italiana di Gianni Bisiach.