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Il dattilografo

Collettivo Víctor Jara
Lingua: Italiano


Collettivo Víctor Jara

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[1974]
Parole e musica del Collettivo Víctor Jara
(Daniele Trambusti, Chiara Riondino, Massimo Fagioli, Gaja Gualtieri, Silvano Panichi, David Riondino).
Dall'album eponimo (il 1° del collettivo).

1974 COLLETTIVO VICTOR JARA (Circolo Ottobre COLP 03)
Brescia '74 / Ballata dei democratici / Per Giovanni Marini / Le Murate / La colpa è del Diavolo / Mi piaci Fanfani / Santa pazienza / La ballata dei militari / 7 colombe bianche (su una 600) / Gli eroi / Il dattilografo


CVJ
Il Collettivo Víctor Jara, 1974.
Il Collettivo Víctor Jara, 1974.




Voi che andate ai concerti alla moda
Coi biglietti riservati a persona
E sentite i concerti di Brahms
Diecimila lire a poltrona
Voi che avete la voglia ed il tempo
Di ascoltare gli assolo e gli entrées
E portate cravatte sul collo
E costosi stivali sui piè
E che poi, finito il concerto
Vi riunite nel bar sottostante
A parlare col critico d'arte
A mangiare una pizza all'aperto
E poi dite di Bach, di Beethoven
E di come suonava il pianista
Sensazioni che tirano su
Una cosa davvero mai vista
Voi pensate che...

Il dattilografo è un po' come il pianista
C'ha solo uno strumento differente
E batte sopra i tasti inutilmente
Nessuno mai gli chiede un'intervista
E c'ha gli stessi tasti bianchi e neri
Ma batte frasi poco musicali
Magari circolari ad uso interno
O resoconti per i ministeri
Però ci batte sopra con dolcezza
Magari sogna di essere alla Scala
Suonar davanti alle signore in gala
Una macchina enorme, senza fretta
Ed inchinarsi verso l'assemblea
Sfilarsi lentamente i guanti bianchi
E poi chinare gli occhi e stringersi nei fianchi
Tanto per fare un poco d'atmosfera
E via le frasi sopra la tastiera
A dire tutto quello che gli piace
Mentre la gente intorno ascolta e tace
E andare avanti fino a tarda sera
A raccontare lettere d'invito
O comunicazioni al personale
"Cara Assicurazione Generale
Il signor Rossi si è spezzato un dito"
E poi chinarsi a ringraziar la gente
Stanno applaudendo freneticamente
Anche il maestro, dici gentilmente
E uscire sorridendo dalle quinte

Non è mica che manchi di genio
Ho perfino studiato francese
Io volevo dipingere quadri
Ma si sa, sono troppe le spese
E la barba e una vecchia mansarda
E una donna model parisienne
E magari ubriacarmi la sera
E cantare, poi fare il bohémien
Mi ha fregato un concorso alle poste
E ora batto il cognome e la via
Su una bella Olivetti moderna
Un ufficio di periferia
Sì, lo so, non è il posto che conta
E ti puoi realizzare altrimenti
Ma rimane che devo copiare
Otto copie di quei documenti
E vorrei vedere Tchaikovsky
Lo vorrei vedere, per Dio
Cosa avrebbe tirato fuori di grande
Lavorando dove sono ora io
Lo vorrei vedere davvero
Con tutta la sua grande genialità
Se sarebbe Tchaikovsky lo stesso
Nelle poste di una grande città
Se sarebbe Tchaikovsky lo stesso
Nelle poste di una grande città

inviata da Alberto Scotti - 17/7/2020 - 02:43




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