Five prayers slip onto silence, five lights became dim
Tears become dust blown away, five prayers turned into silence
Hills that once echoed with joy, trees that once fed the living
Streams run red blushing with blood
No longer quenching thirst
and the stench of passing flowers depart in shame
Dark shadows flew above
I did not breed them, nor did I feed them
Tongues of fire and speech of hell, like the bowls of the earth open up to release the ants
with venomous attentions
Five prayers silenced for ever
Five lights diminished.
Tears like acid rain burning through the skin
He was my heart he nourished his four lives and like a garment to me he protected against the hate.
His blood blinded me and he gazed on me for the last time and my heart died for ever.
Wail and scream
Scream and wail
Ashia you were the last. They took you first;
the flowers live in awe of you and you saw no more than the 7th spring
Oh Layla in his laughter the sun found comfort
Your hair drenched with your own blood
Painted your pain on the ground
And the reaper left you smiling
yet sadness became my burden
The forth and fifth
they who prostrated to god in his valleys
And they tore into you and left an empty space
Where you once had a hearts
and you held each other and your tears became oceans that extinguished their fire of hate
The vultures circle, blowing the sand into the air
And the veils of the past jump over their presence
Even now they are not satisfied to let my five prayers rest in peace
laughter is a sound in the storm and these birds have no soul and they fly high because hell rejects them
Circling ever ready to bring more prayers and more lights they diminish
Five prayers slip into silence
Five lights became dim
Five prayers turn into silence.
Tears become dust blown away, five prayers turned into silence
Hills that once echoed with joy, trees that once fed the living
Streams run red blushing with blood
No longer quenching thirst
and the stench of passing flowers depart in shame
Dark shadows flew above
I did not breed them, nor did I feed them
Tongues of fire and speech of hell, like the bowls of the earth open up to release the ants
with venomous attentions
Five prayers silenced for ever
Five lights diminished.
Tears like acid rain burning through the skin
He was my heart he nourished his four lives and like a garment to me he protected against the hate.
His blood blinded me and he gazed on me for the last time and my heart died for ever.
Wail and scream
Scream and wail
Ashia you were the last. They took you first;
the flowers live in awe of you and you saw no more than the 7th spring
Oh Layla in his laughter the sun found comfort
Your hair drenched with your own blood
Painted your pain on the ground
And the reaper left you smiling
yet sadness became my burden
The forth and fifth
they who prostrated to god in his valleys
And they tore into you and left an empty space
Where you once had a hearts
and you held each other and your tears became oceans that extinguished their fire of hate
The vultures circle, blowing the sand into the air
And the veils of the past jump over their presence
Even now they are not satisfied to let my five prayers rest in peace
laughter is a sound in the storm and these birds have no soul and they fly high because hell rejects them
Circling ever ready to bring more prayers and more lights they diminish
Five prayers slip into silence
Five lights became dim
Five prayers turn into silence.
inviata da Riccardo Gullotta - 12/7/2020 - 18:11
Lingua: Italiano
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös :
Riccardo Gullotta
Riccardo Gullotta
5 PREGHIERE DI DONNE AFGANE
Cinque preghiere scivolano nel silenzio, cinque luci si spengono
Le lacrime diventano polvere spazzate via, cinque preghiere trasformate in silenzio
Colline che un tempo echeggiavano di gioia, alberi che un tempo erano nutrimento per la vita
I ruscelli si tingono rossi di sangue
Non dissetano più
e la puzza di fiori appassiti lascia il posto alla vergogna
Ombre scure hanno volato sopra
Non le ho cresciute, né le ho nutrite
Lingue di fuoco e parole infernali, come le cavità della terra si aprono
per liberare formiche con attenzioni velenose
Cinque preghiere messe a tacere per sempre
Cinque luci in meno.
Lacrime come la pioggia acida che brucia attraverso la pelle
Era il mio cuore, nutriva le sue quattro vite e come un indumento mi proteggeva dall'odio.
Il suo sangue mi accecò e mi fissò per l'ultima volta
e il mio cuore morì per sempre.
Pianti e urla
Urla e pianti
Ashia eri l'ultima. Ti hanno presa per prima;
i fiori vivono incantati di te e tu non hai visto più di sette primavere
Oh Layla nelle sue risa il sole trovava consolazione
I tuoi capelli cosparsi del tuo stesso sangue
Hanno dipinto il tuo dolore per terra
E la mietitrice ti ha lasciato sorridere
eppure la tristezza è diventata il mio fardello
La quarta e la quinta
quelli che si prostrarono a Dio nelle sue valli
E vi hanno trapassato e vi hanno lasciato uno spazio vuoto
Dove una volta avevate un cuore
e vi siete strette l’un l’altra e le vostre lacrime sono diventate oceani
che hanno spento il loro fuoco di odio
Gli avvoltoi volteggiano, sollevando sabbia in aria
E i veli del passato volano al di sopra della loro presenza
Persino adesso non sono paghi di lasciare che le mie cinque preghiere riposino in pace
Il rumore delle risate risuona nella tempesta e questi uccelli non hanno anima
e volano alto perché l'inferno li respinge
Girano sempre pronti a portare più preghiere e più luci in meno
Cinque preghiere scivolano nel silenzio
Cinque luci si spengono
Cinque preghiere si mutano in silenzio.
Cinque preghiere scivolano nel silenzio, cinque luci si spengono
Le lacrime diventano polvere spazzate via, cinque preghiere trasformate in silenzio
Colline che un tempo echeggiavano di gioia, alberi che un tempo erano nutrimento per la vita
I ruscelli si tingono rossi di sangue
Non dissetano più
e la puzza di fiori appassiti lascia il posto alla vergogna
Ombre scure hanno volato sopra
Non le ho cresciute, né le ho nutrite
Lingue di fuoco e parole infernali, come le cavità della terra si aprono
per liberare formiche con attenzioni velenose
Cinque preghiere messe a tacere per sempre
Cinque luci in meno.
Lacrime come la pioggia acida che brucia attraverso la pelle
Era il mio cuore, nutriva le sue quattro vite e come un indumento mi proteggeva dall'odio.
Il suo sangue mi accecò e mi fissò per l'ultima volta
e il mio cuore morì per sempre.
Pianti e urla
Urla e pianti
Ashia eri l'ultima. Ti hanno presa per prima;
i fiori vivono incantati di te e tu non hai visto più di sette primavere
Oh Layla nelle sue risa il sole trovava consolazione
I tuoi capelli cosparsi del tuo stesso sangue
Hanno dipinto il tuo dolore per terra
E la mietitrice ti ha lasciato sorridere
eppure la tristezza è diventata il mio fardello
La quarta e la quinta
quelli che si prostrarono a Dio nelle sue valli
E vi hanno trapassato e vi hanno lasciato uno spazio vuoto
Dove una volta avevate un cuore
e vi siete strette l’un l’altra e le vostre lacrime sono diventate oceani
che hanno spento il loro fuoco di odio
Gli avvoltoi volteggiano, sollevando sabbia in aria
E i veli del passato volano al di sopra della loro presenza
Persino adesso non sono paghi di lasciare che le mie cinque preghiere riposino in pace
Il rumore delle risate risuona nella tempesta e questi uccelli non hanno anima
e volano alto perché l'inferno li respinge
Girano sempre pronti a portare più preghiere e più luci in meno
Cinque preghiere scivolano nel silenzio
Cinque luci si spengono
Cinque preghiere si mutano in silenzio.
inviata da Riccardo Gullotta - 12/7/2020 - 18:33
×
[ 2006 ]
Lyrics and music / Testo e musica / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Fun-Da-Mental
Album: All is war
Sulla band Fun-Da-Mental
L’intenzione di proporre canzoni contrarie alla guerra ci fa vincere le perplessità che ruotano inevitabilmente attorno alla band inglese Fun-Da-Mental e al suo leader Aki Nawaz , aka Propa-Gandhi. La band non ha mai nascosto la sua militanza, la sua prossimità all’Islam politico, ossia al fondamentalismo islamico, a partire dal nome.
La band ne ha fatto un motivo di orgoglio. Si è ritenuta legittimata al percorso intrapreso a causa degli elementi costitutivi della civiltà occidentale percepiti come antislamici e razzisti. Nello stesso tempo ha affermato di dissentire da chi fa uso delle bombe.
Che una serie di critiche siano fondate non sfugge a chicchessia animato da una qualsivoglia onestà intellettuale. Quando però si passa a inneggiare con convinzione alla G-Had e a Bin Laden le aperture interlocutorie vengono a trovarsi a mal partito. Che dire della canzone Cookbook DIY / Ricettario faidate ?
“I'm strapped up cross my chest bomb belt attached / Deeply satisfied with the plan I hatched /Electrodes connected to a gas cooker lighter”, cioé:
“Ho fissato sul petto una cintura con bombe attaccate /Profondamente soddisfatto del piano che ho ordito/Elettrodi collegati a un accendino a gas”. Insomma le contraddizioni non mancano.
Provocazioni? Concessioni al marketing? Intenzioni non espresse di mobilitare i giovani musulmani disagiati in GB? A distanza di tre lustri, sembrerebbe che non siano state queste, o per lo meno soltanto queste, le motivazioni.
Che dire quando in tema di diritti civili, parlando di Talebani, della loro violenza sulla popolazione, della condizione delle donne da quelle parti, l’attenzione della band glissa? Detto ciò, ci rendiamo conto che le laconicità e gli slogan sono forieri di giudizi sommari. Pochi sanno, ad esempio, che i Talebani non esistevano sino al 1994, furono in qualche modo un “prodotto”: si veda l’eccellente Afghanistan anno zero di Giulietto Chiesa.
L’unico testo, per quanto ne sappiamo, che tratta in modo organico delle interazioni della musica islamica in rapporto alla società occidentale inglese è Being Young and Muslim . Il cap.18 Fun^Da^Mental’s “Jihad Rap” è dedicato alla band . Da una lettura veloce del capitolo riteniamo che gli autori Asef Bayat, sociologo esperto in Islamistica, e Linda Herrera, antropologa, abbiano prodotto una fine analisi a vasto raggio. Hanno colto molti elementi ignorati nel 2006 dagli articolisti e dai politici inglesi che vivevano allora nella paura di una saldatura del malessere dei cittadini inglesi di cultura islamica con il terrorismo islamista.
Accanto alle canzoni che hanno sollevato perplessità, serie preoccupazioni ed “attenzioni”, occorre anche tenere conto di capolavori come questo che proponiamo: sono un inno struggente al dolore cosmico delle nefandezze delle guerre. E non è la sola canzone del genere presente nell’album.
Accennavamo all’onestà intellettuale, non a caso: sarebbe fuorviante prescindere dall’antropologia culturale cortocircuitando tempi e luoghi ed appiattendo situazioni non confrontabili. È l’anticamera del colonialismo e del razzismo. Il che non significa certo mettere da parte le radici laiche che per gran parte degli occidentali sono valori irrinunciabili; significa invece abbandonare ogni pretesa di supremazia e di export di valori dietro cui vengono celati sempre interessi economici e strategici. Chi fermamente crede nei propri valori può e deve avvertire l’esigenza di affermarli mostrandone le ricadute ma non con la forza, con le pressioni economiche o con programmi che di culturale hanno soltanto la facciata. Il pensiero non può essere unico.
Quanto alle forme musicali la band ha avuto successo, i critici ne tessono le lodi. Certo che con la musica la band ci sa fare, basta ascoltare questa canzone per rendersene conto. È un mix originale di melodie afgane e di rumori di elicotteri che volteggiano come gli avvoltoi nel testo. La narrazione della voce calda di Sivani passa dal compianto al pianto alla condanna in un clima da tragedia greca che si attualizza. Il dolore è tanto più intenso e insopportabile quanto più è inspiegabile.
In un’altra era geologica si diceva che “tutto è politico”. Anche l’arte, per quanto astratta e formalmente autoesplicativa possa essere, finisce sempre per veicolare valori che non stanno sospesi in un empireo. Siamo convinti che espressioni musicali come queste vadano apprezzate e incoraggiate per riscoprire un terreno di confronto difficile ma non impossibile.
Non fa certo premio marchiare gli avversari come alieni e mostri piuttosto che sforzarsi di trovare anche in loro qualche dimensione umana, pur tra le inaccettabili aberrazioni. Siamo convinti che quando i “demoni” sono sottratti alle manipolazioni da entrambi i lati, anche essi non possono rimanere a lungo insensibili al linguaggio universale del primato della vita sulle pulsioni identitarie di distruzione e di morte.
[Riccardo Gullotta]