Ich will

Ich will
[2001]

Text und Musik / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Rammstein

Album:
Mutter



Ich will , la volontà assoluta, evoca subito il Wille zur Macht , la “volontà di potenza” nietzschiana che si esplica attraverso lo Übermensch, il superuomo. Gli attraversamenti storici successivi non erano scontati ma di ingredienti per la ricetta finale ce n’erano già abbastanza. E la pietanza non si fece attendere: “Ein Volk, ein Reich, ein Führer”, un popolo, una nazione, una guida. Alcuni studiosi di filosofia storcerebbero il naso obiettando che Nietzsche sarebbe estraneo a questo processo, il che potrebbe pure avere qualche fondamento, ma le ricadute del Wille zur Macht, dell’ Ewige Wiederkunfts / eterno ritorno e dell’Io, già espressione della Razionalità hegeliana, deformata e traslata a Volontà assoluta, a Übermensch, furono tragicamente attive.

Residuati per filosofi e storici, penserà qualcuno. Invece no, sarebbe un errore. È vero che quando la storia si ripete passa dalla tragedia alla farsa, diceva Marx. In questo caso però non si sta ripetendo: niente più adunate oceaniche, mobilitazioni di masse con divisa ed elmetto, mitologie pagane a bordo di vettori del sacro lasciati distrattamente incustoditi o concessi in subappalto. Oggi invece l’accentramento verticistico delle leve della storia passa attraverso il consenso pilotato con un grado di sofisticazione talmente elevato da dubitare perfino della sua esistenza.
L’illusione globale è che l’enorme diffusione dei social e la moltiplicazione esponenziale delle tastiere sia sinonimo di dibattito informato, di scelte condivise e di “democrazia” ridotta a topos dalla geometria variabile, contenitore talmente inflazionato da prestarsi ad ogni tipo di manomissione, nessuna esclusa. I mezzi di comunicazione di massa non sono più canali a struttura moderatamente concentrata ma grovigli di accounts in rete dall’ apparenza autarchica. Quanto questi accounts siano espressione di una vera autodeterminazione lo hanno potuto constatare i rivoluzionari della tastiera e purtroppo qualche milione di sfollati , di migranti e di morti.

Ci riferiamo anche, ma non soltanto, alle primavere arabe , al ginepraio siriano, all'imbuto libico. Accounts, blogs, likes alla stregua di una miriade di microrganismi: privi di autocoscienza e di “razionalità orientata allo scopo”, eppure in grado di travolgere situazioni e realtà per asservirle ad una ragione storica manipolabile quanto basta. Una delle differenze rispetto al passato remoto di trent’anni fa è che gli algoritmi che presiedono a questa gigantesca manipolazione in cui siamo immersi tutti, hanno adesso struttura stocastica dato il moltiplicarsi delle variabili in gioco e le dimensioni delle matrici di correlazione.

La canzone mette bene in evidenza la manipolazione della comunicazione al punto da rovesciare quella che una volta si chiamava, non senza ingenuità, la “realtà oggettiva”. E, ribadiamo, ci siamo tutti dentro anche se con modi e partecipazioni ovviamente diversi, non soltanto i furbetti del quartierino o quelli che tanto tempo fa venivano chiamati i “padroni del vapore”.

Le parti trascritte con il rientro si riferiscono al coro.
[Riccardo Gullotta]