Si dilegui la morte
Dal muto nostro sguardo
E la violenza della nostra pena
S'acqueti per un attimo,
Nella stanza calma riapparso
Il tuo felice incedere.
Oh bellezza flessuosa, è aprile
E lo splendore giovane degli anni
Tu riconduci,
Con la tua mitezza,
Dove piú è acre l'attesa malinconica.
Di nuovo
Dall'assorta fronte,
I tuoi pensieri che ritrovi
Fra i famigliari oggetti,
Incantano,
Ma, carezzevole, la tua parola
Rivivere già fa,
Piú a fondo,
Il brevemente dolore assopito
Di chi t'amò e perdutamente
A solo amarti nel ricordo
È ora punito.
Dal muto nostro sguardo
E la violenza della nostra pena
S'acqueti per un attimo,
Nella stanza calma riapparso
Il tuo felice incedere.
Oh bellezza flessuosa, è aprile
E lo splendore giovane degli anni
Tu riconduci,
Con la tua mitezza,
Dove piú è acre l'attesa malinconica.
Di nuovo
Dall'assorta fronte,
I tuoi pensieri che ritrovi
Fra i famigliari oggetti,
Incantano,
Ma, carezzevole, la tua parola
Rivivere già fa,
Piú a fondo,
Il brevemente dolore assopito
Di chi t'amò e perdutamente
A solo amarti nel ricordo
È ora punito.
inviata da L.L. - 4/5/2020 - 05:00
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Perché suggerire l'inserimento di questa poesia di Giuseppe Ungaretti? Perché è bella... ma il motivo è un altro. Non la conoscevo, fino a un tardo, freddo pomeriggio d'autunno, quando la udii in una piazza di Ferrara dalla voce di un compagno di scuola di Federico Aldrovandi, poche settimane dopo la sua morte. Se non le parole, erano questi i sentimenti che si agitavano allora dentro alcuni di noi. Ecco.