Sono nato in una stanza di ospedale
Fra quattro mura e non in mezzo a un prato
Da bambino sono stato sempre male
Guardavo il cielo dietro un vetro un po' appannato
I lunghi viaggi a scuola in torpedone
Catacombe gesuitiche in preghiera
Lo sforzo di ascoltare la lezione
Il gioco e lo studio a casa fino a sera
Le figure più presenti nell'infanzia:
Preti rugosi e dottori con gli occhiali
La pesante filologia romanza
L'incomprensione dei canti pastorali
Poi crescere e diventare uomo
Maturità sessuale rapida e stupita
Le illusioni, il suicidio e il perdono
La notte e l'alba e un po' di dolce vita
Ancora, aprendo gli occhi lentamente
Dai cortili, alle fabbriche, alla strada
Scoprire nei discorsi della gente
Le ingiustizie imposte con la spada
E aderire al credo del demonio
Che da bambino mi insegnarono ad odiare
Attentatore del sacro matrimonio
E dell'antico, solenne capitale
Voler cantare infine da che parte
Sia veramente il giusto, il bello e il vero
E rivolgersi a chi ancora sta in disparte
Invitandolo a un impegno più sincero
E avvalersi, ma solo qualche volta
Del limitato vocabolario urbano
In un'incertezza ancora non risolta
Per inviare il mio messaggio più lontano
Fra quattro mura e non in mezzo a un prato
Da bambino sono stato sempre male
Guardavo il cielo dietro un vetro un po' appannato
I lunghi viaggi a scuola in torpedone
Catacombe gesuitiche in preghiera
Lo sforzo di ascoltare la lezione
Il gioco e lo studio a casa fino a sera
Le figure più presenti nell'infanzia:
Preti rugosi e dottori con gli occhiali
La pesante filologia romanza
L'incomprensione dei canti pastorali
Poi crescere e diventare uomo
Maturità sessuale rapida e stupita
Le illusioni, il suicidio e il perdono
La notte e l'alba e un po' di dolce vita
Ancora, aprendo gli occhi lentamente
Dai cortili, alle fabbriche, alla strada
Scoprire nei discorsi della gente
Le ingiustizie imposte con la spada
E aderire al credo del demonio
Che da bambino mi insegnarono ad odiare
Attentatore del sacro matrimonio
E dell'antico, solenne capitale
Voler cantare infine da che parte
Sia veramente il giusto, il bello e il vero
E rivolgersi a chi ancora sta in disparte
Invitandolo a un impegno più sincero
E avvalersi, ma solo qualche volta
Del limitato vocabolario urbano
In un'incertezza ancora non risolta
Per inviare il mio messaggio più lontano
inviata da Bernart Bartleby - 13/4/2020 - 13:01
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La canzone che dà il titolo all'album
Un testo forse datato (a quell'epoca), ma un sincero manifesto poetico e politico: "... aprendo gli occhi lentamente / Dai cortili alle fabbriche, alla strada / Scoprire nei discorsi della gente / Le ingiustizie imposte con la spada..."