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[15-03-2020]
Parole / Lyrics / Paroles / Sanat: Il Santone dell'Isolotto
Musica / Music / Musique / Sävel: Dies Irae

La "Sardigna" (in basso a sinistra) nella "Carta della Catena", immagine di Firenze del 1470.
La "Sardigna" (in basso a sinistra) nella "Carta della Catena", immagine di Firenze del 1470.


I versi che seguono non sono miei. Sono (o perlomeno sono stati ripresi da qualche inno sacro)
del cosiddetto “Santone dell'Isolotto”, un curioso tipo che abita a pochi passi da casa mia, in una strada che ha peraltro tutto dell'estasi mistica: si chiama, infatti, via Pio Fedi. Pio Fedi, sì lo so, era un valente scultore; però, che fra tutte le strade ove il buon Dio poteva sistemare il Santone dell'Isolotto, che lo abbia calato proprio in una via “Pio Fedi” ha davvero del soprannaturale. Per inciso, via Pio Fedi, alle ore 17,30 di domenica 15 marzo 2020, ha il seguente aspetto che non la differenzia da nessun'altra, sia pure la più antica ed elegante strada del centro, oppure la più fetida stradaccia di banlieue:

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Il Santone dell'Isolotto è un omone barbuto, vestito in abito simil-talare ma, a quanto si dice in giro, regolarmente maritato; somiglia, vagamente, al famoso Rasputin. Ha due missioni nel mondo: la prima è curare l'enorme croce che tiene sul terrazzo (che, al calar della sera, s'illumina di lucine a “led” spandendo il suo chiarore salvifico su questo quartieraccio di miscredenti, avvinazzati, delinquenti, giovinastri, anarchici e, in particolare, sul “centro massaggi” cinese -fucina del peccato e sèntina di vizi- che si trova esattamente davanti):

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La seconda è occuparsi del suo tabernacolo personale, che si trova peraltro proprio accanto al centro massaggi cinese.

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Si tratta invero di un'antica immagine di Nostra Signora, perché, nonostante le apparenze, anche questo è un quartiere molto antico, dove alcune vestigia d'un rimoto passato sono rimaste; si ricordi che, nel medioevo fino a molto dopo, era noto come “La Sardigna” ed i terreni che vi sorgevano, sulla sponda del fiume allora fuori città, vero e proprio arcipelago fluviale di isolotti (per questo ora si chiama “Isolotto”), erano destinati ad un uso particolare. Vi venivano seppellite le carcasse di tutti gli animali da lavoro, cavalli, asini, muli, mucche. Se ne sprigionava un puzzo mefitico, era considerata una zona malsana e paludosa, e da qui il suo nome di “Sardigna”, perché la Sardegna veniva assimilata a una pericolosa e sconosciuta terra di malattie e miasmi. Chi s'avventurava nella “Sardigna”, quindi, lo faceva a suo rischio e pericolo; la voce del popolo diceva che la peste attendeva chi vi s'avventurasse. E doveva pregare quella Madonna, che forse sta là da allora, ora inglobata in un muricciolo accanto al centro massaggi cinese. Era un avamposto, in un luogo dove le buie e deserte strade avevano (ed hanno tuttora) nomi da far rabbrividire, come “Via del Palazzo dei Diavoli”, “Via Torcicoda” o “Viuzzo degli Stenti”.

Il Santone dell'Isolotto ha due strumenti fondamentali: il pennarello nero e gli inserti di plastica trasparente. Sono i suoi strumenti di lavoro. Redige preghiere, minacce, avvertimenti, invocazioni. Deve, molto spesso, cancellare grossi cazzi empie immagini d'impostura anticristica che mani ignote vergano sui suoi fogli. Vigila e prega per tutti noi, che pure non lo meritiamo affatto.

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Il flagello è, alla fine, arrivato. E pensare che c'era chi sputava addosso all'Immagine Sacra, pur essendo visto da Dio onnipotente misericordioso. E con l'attuale rischio di attaccare il Coronavirus pure ad un'innocente fanciulla incastrata per sempre in un tabernacolo. Il Santone dell'Isolotto ha fatto ben presente a tutti che cosa ci avrebbe aspettato: la nostra giusta e terribile ricompensa. Un'autentica profezia: quella di farci curare. Ma mancano i posti in rianimazione, mancano le mascherine, manca ogni cosa. Così, verso le 17.30 di questa domenica, sono furtivamente uscito di nuovo da casa (ma stavolta erano solo due passi) per invitare tutti alla Penitenza. Penitenziagite! Dio vi vede! E non sputate, per Giove! Dal temuto orrendo male ci salveremo; e il Santone dell'Isolotto vive ora, barricato in casa, la sua giusta Apoteosi. [AT-XXI]

orrendomale
Dal temuto orrendo male !
Che flagella tanta gente
Salva o Santissima Madre universale
Chi s'affida al tuo poter !
Sempre autrice di portenti
Fu la destra tua divina :
Chi t'invoca o Gran Regina
Più non ha di che temer !
Amen!

Un Pater. Ave. Gloria. Eterno riposo.

inviata da L'Anonimo Toscano del XXI secolo - 15/3/2020 - 19:10




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