Sono io la morte e porto Corona,
io Son di tutti voi signora e padrona,
e così sono crudele, così forte sono e dura
che non mi fermeranno le tue mura.
Sono io la morte e porto Corona,
io son di tutti voi signora e padrona,
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell 'oscura morte al passo andare.
Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora.
Sono io la morte e porto Corona,
io Son di tutti voi signora e padrona,
e così sono crudele, così forte sono e dura
che non mi fermeranno le tue mura.
Sono io la morte e porto Corona,
io son di tutti voi signora e padrona,
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell 'oscura morte al passo andare.
Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora. Ad lib.
io Son di tutti voi signora e padrona,
e così sono crudele, così forte sono e dura
che non mi fermeranno le tue mura.
Sono io la morte e porto Corona,
io son di tutti voi signora e padrona,
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell 'oscura morte al passo andare.
Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora.
Sono io la morte e porto Corona,
io Son di tutti voi signora e padrona,
e così sono crudele, così forte sono e dura
che non mi fermeranno le tue mura.
Sono io la morte e porto Corona,
io son di tutti voi signora e padrona,
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell 'oscura morte al passo andare.
Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora. Ad lib.
inviata da Riccardo Venturi - 4/3/2020 - 22:59
ricordiamo anche che l'antica danza Schiarazula Marazula (che anni fa suonavo al flauto dolce) è citata anche alla fine di Pierre de Grenoble dei Malicorne.
Lorenzo - 5/3/2020 - 12:33
Caro Lorenzo, ti ricordi quello che scrissi in quel contributo di 3 anni fa e che si sintetizzò nell'iniziale: Branduardi? mah...mi sembrava un'assurdità allora, figurati adesso, visto che si era attribuito musica e parole altrui, non ho mai considerato il successo come un merito particolare. In Inghilterra, per esempio, è diverso: hai mai visto gente come John Renbourn o Bert Jansch con tutta l'arte che possedevano, ascrivere come propri i brani che interpretavano? Martin Carthy, oramai da 50 anni, da buon divulgatore compila nelle copertine di proprio pugno informazioni straordinarie e coltissime a riguardo ogni canzone che trovi nei suoi dischi, compreso da chi l'ha imparata o sentita. E questa non è gente meno famosa di Branduardi: Martin Carthy, tanto per dire, nel giugno 1998 è stato nominato cavaliere per meriti artistici dell'impero britannico dalla regina in persona.....e mi fermo qui. Ciao
Flavio Poltronieri - 5/3/2020 - 13:32
Si purtroppo un vizietto di Angelo Branduardi (e se vogliamo un po' italico) quello di non citare le fonti. Devo dire però che l'arte del contrafactum è assai antica.
Anche nel mondo della tradizione non ci si faceva problemi con i diritti d'autore a rielaborare testi, modificare i finali e cambiare melodia (prendendola da un altra fonte o componendola ex-novo)
Anche nel mondo della tradizione non ci si faceva problemi con i diritti d'autore a rielaborare testi, modificare i finali e cambiare melodia (prendendola da un altra fonte o componendola ex-novo)
Cattia Salto - 6/4/2020 - 13:07
Per i troppo pigri lascio qui anche il sequel britannico
"The Shaking of the Sheets" stata pubblicata nel 1568 in "Popular Music of the Old Time" (Chappell. Nell'English Dancing Master è trascritta la melodia, ascoltiamola eseguita dai Baltimore Consort.
Il brano però riproposto in chiave folk-rock dagli Steeleye Span riprende alcune strofe cinquecentesche ma la musica è stata composta da Robert "Bob" Johnson e mescolata con la country dance dal titolo Black Joke (Joack) proveniente dal villaggio di Adderbury in Oxfordshire. Black Joak è stata trascritta da Cecil Sharp dal portatore John Mason di Stow-on-the-Wold, melodia tradizionale dell'omonima Morris Dance con i bastoni.
[cvd]
"The Shaking of the Sheets" stata pubblicata nel 1568 in "Popular Music of the Old Time" (Chappell. Nell'English Dancing Master è trascritta la melodia, ascoltiamola eseguita dai Baltimore Consort.
Il brano però riproposto in chiave folk-rock dagli Steeleye Span riprende alcune strofe cinquecentesche ma la musica è stata composta da Robert "Bob" Johnson e mescolata con la country dance dal titolo Black Joke (Joack) proveniente dal villaggio di Adderbury in Oxfordshire. Black Joak è stata trascritta da Cecil Sharp dal portatore John Mason di Stow-on-the-Wold, melodia tradizionale dell'omonima Morris Dance con i bastoni.
[cvd]
Cattia Salto - 6/4/2020 - 13:11
A me piace la versione scanzonata dei Faran Flad live in una rielaborazione del brano agganciato alla Morrison jig
Cattia Salto - 6/4/2020 - 13:12
E come dessert Ad mortem festinamus dal “Llibre Vermell” (ossia il Libro Rosso) nel monastero di Montserrat (nella montagna catalana a Nord di Barcellona) in cui sono raccolti i più popolari canti del pellegrinaggio medievale, “Ad Mortem festinamus” è l’unica danza macabra pervenutaci in forma integrale dal Medioevo.
Jordi Savall è ovviamente il must per l'ascolto, ma beccatevi i Qntal un medioevo tecno -chissà mai che piaccia anche ai "giovani" contemporanei
il mio rimando Terrre celtiche
Jordi Savall è ovviamente il must per l'ascolto, ma beccatevi i Qntal un medioevo tecno -chissà mai che piaccia anche ai "giovani" contemporanei
il mio rimando Terrre celtiche
Cattia Salto - 6/4/2020 - 13:18
E per gli amanti del sidro la versione bretone cantata da Christophe Kergourlay
una filastrocca per bambini dal titolo “O, lakait ho troadig” (in francese O, mettez votre petit pied) strutturata come una conta progressiva in cui il coro introduce la parola variata che diventa la prima della nuova serie. Il canto è fatto risalire al XVI secolo
Ankou il dio della morte celtico
una filastrocca per bambini dal titolo “O, lakait ho troadig” (in francese O, mettez votre petit pied) strutturata come una conta progressiva in cui il coro introduce la parola variata che diventa la prima della nuova serie. Il canto è fatto risalire al XVI secolo
Ankou il dio della morte celtico
Cattia Salto - 6/4/2020 - 13:24
Aggiungo un'ulteriore versione, in Polacco, dei Dikanda, che secondo me merita tantissimo
Manu - 26/8/2021 - 13:02
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Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Angelo Branduardi
Musica / Music / Musique / Sävel: Angelo Branduardi
(-> Schiarazula marazula, Giorgio Mainerio, Primo Libro de' Canti, 1578)
Launeddas: Luigi Lai
Album / Albumi: La pulce d'acqua
Durante questi giorni epidèmici, in questo sito sono state inserite diverse canzoni amene, in massima parte parodie di noti componimenti. La presente è pure una notissima canzone, ma non intendo assolutamente farne una parodia. Provate a leggerne, ascoltarne, cantarne le prime due strofe, e interpretarle un po' alla luce degli avvenimenti in corso: sembra quasi una profezia diretta. Sono io la morte, e porto Corona... (l'iniziale maiuscola l'ho messa io, volutamente). La canzone di Angelo Branduardi, come tutti sanno, ha più di quarant'anni, quarantatré per la precisione: è il primo brano dell'album La pulce d'acqua del 1977.
La musica si rifà a quella della celebre danza cinquecentesca friulana Schiarazula marazula (di origine probabilmente anteriore, quantomeno medievale), raccolta da Giorgio Mainerio nell'opera Il Primo Libro de' Canti (1578) ; la vicenda viene invece ricondotta al tema della sfida dell'uomo alla Morte, il cui esempio generalmente addotto è il film Il settimo sigillo di Ingmar Bergman, uno dei film più celebri della storia. Ma si tratta chiaramente di un tema universale. Poi rimanderei senz'altro alla pagina di Terre Celtiche (a cura dell'impareggiabile Cattia Salto che tutti noi in questo sito ben conosciamo) a proposito della Totentanz, o Danza Macabra, o Danza di Macabré o come la si vuol chiamare (il termine ha a che fare coi Maccabei, e è singolare che, in francese popolare, macchabées significhi "cadaveri, salme"): insomma, la Saltatio Mortis medievale, il cui testo è un po' ricalcato nel Ballo in fa diesis minore di Branduardi. Ma il testo è, in gran parte, una rielaborazione della “scritta affrescata nella danza macabra del cimitero di Pinzolo in Val Redena [Trentino]” (in realtà nella chiesa di San Vigilio, nella medesima località; un testo simile si trova anche in un'iscrizione che circonda l'affresco del Trionfo della Morte, opera del pittore quattrocentesco Giacomo Borlone de Buschis, nell'Oratorio dei Disciplini di Clusone, in provincia di Bergamo):
“Io sont la Morte che porto corona
Sonte Signora de ognia persona
At cossi son fiera forte et dura
Che trapaso le porte et ultra le mura
Et son quela che fa tremare el mondo
Revolgendo una falze atondo atondo
Ovvio taco col mio strale
Sapienza, beleza forteza niente vale“
Potrebbe bastare questo a far sí che questa non sia una “pagina amena”? È chiaro che tutti noi, senza esclusione alcuna, tendiamo fin da quando esistiamo (come singoli e come umanità intera) a esorcizzare e scongiurare la paura della morte mettendola in ridicolo; la Danza Macabra ne è un esempio antico. Si balla e si canta assieme alla Morte, vivi e scheletri, per lasciare la vita a passo di danza e in mezzo alle risate. Nel Medioevo, e anche in epoche più recenti, il Morbo era una cosa tremendamente seria e ricorrente; i “virus” e i “bacilli”, però, non si sapeva neppure che cosa fossero, si dava la colpa alla “mala aria” o al “flegma” e si pregava, si faceva penitenza, oppure si ballava e si facevano gozzoviglie per godersela finché si poteva. Ora sappiamo ogni cosa, ci sono i virologi più o meno “vip”, le zone rosse, le mascherine e quant'altro; ma la paura del Morbo, della Morte che porta Corona, è rimasta quella e può persino contare su mezzi tecnologici all'avanguardia e su reti mediatiche globali per diffonderla. Ora come allora, il più potente dei sistemi di controllo e di repressione. Ed eccoci qua.
“Canzone contro la guerra”? Del tutto casuale, ovviamente. Confesso che sono due o tre giorni che me lo canto, il Ballo in fa diesis minore del “Menestrello” genovese; si converrà che le coincidenze del suo testo con quel che sta vagando in giro sono impressionanti. Dice poi, quel testo sia nella sua versione da Danza Macabra sugli affreschi, sia nella rielaborazione branduardiana, che dinanzi alla Morte non esistono porte o muri; e tanto per continuare con le coincidenze, mi son venuti a mente i muri di oggi, che siano fatti di qualsiasi materiale concreto od astratto (o volatile) per contenere i Contagi. Mi è venuto a mente che il Contagio, attualmente, non è considerato soltanto un virus, ma anche tutta una serie di persone, di masse di disperati che scappano dalla guerra, dalla fame e da Morbi che fanno molte più vittime del Coronavirus senza che a nessuno gliene importi assolutamente nulla. Sto pensando a criminali e terroristi come Recep Tayyip Erdoğan, coi quali l'"Unione Europea" fa accordi. Sto pensando a quel che succede ai confini tra Grecia, Bulgaria e Turchia, e nell'isola di Lesbo.
Sto pensando a tutto ciò che, in questi giorni e in questi tempi, viene messo a sottacere e tacere perché, con il Morbo in giro, tutto scompare in quella che somiglia da vicino a una vera e propria danza macabra. Scomparendo dall'attenzione, i sistemi repressivi di ogni genere prosperano: viene quasi da pensare che il Morbo, in fondo, è una manna dal cielo per il Potere. Lo è sempre stato del resto, che si trattasse della Peste Nera o di un'influenza. La Spagnola dopo la “Grande Guerra” (la quale aveva contribuito a crearla) fu una delle basi dei fascismi e dei totalitarismi del XX secolo. Ora c'è in giro un'altra influenza. E si potenziano i muri che piacciono a tutti, a Donald Trump come al fascista ungherese Orbán, al “liberale” francese Macron come a qualche imbecille bipartisan italiano. Nulla di nuovo, disgraziatamente. Si fanno i muri con la scusa del Contagio e della Morte; ma non servono a niente, come non sono serviti mai a niente. Se ne erano accorti anche in delle strofette sotto degli affreschi di Danze Macabre, ripresi per fare una canzone di successo nel 1977.
Ed è appunto questa “canzone contro la guerra casuale”, con tutte le sue coincidenze delle quali ho offerto questa presentazione, che vorrei dedicare a tutto questo. La Morte è crudele, forte e dura; ma senz'altro viene aiutata dai Signori della Morte di qualsiasi epoca, di qualsiasi razza, di qualsiasi fatta, di qualsiasi intento chiaro od oscuro. Sono loro che creano i muri. E, non di rado, hanno creato persino i Morbi. [RV]