Der Garde-Kavallerie-Schützen-Division zu Berlin in Liebe und Verehrung
Märtyrer ... ? Nein.
Aber Pöbelsbeute.
Sie wagtens. Wie selten ist das heute.
Sie packten zu, und sie setzten sich ein:
sie wollten nicht nur Theoretiker sein.
Er: ein Wirrkopf von mittleren Maßen,
er suchte das Menschenheil in den Straßen.
Armer Kerl: es liegt nicht da.
Er tat das Seine, wie er es sah.
Er wollte die Unterdrückten heben,
er wollte für sie ein menschliches Leben.
Sie haben den Idealisten betrogen,
den Meergott verschlangen die eigenen Wogen.
Sie knackten die Kassen, der Aufruhr tollt –
Armer Kerl, hast du das gewollt?
Sie: der Mann von den zwei beiden.
Ein Leben voll Hatz und Gefängnisleiden.
Hohn und Spott und schwarz-weiße Schikane
und dennoch treu der Fahne, der Fahne!
Und immer wieder: Haft und Gefängnis
und Spitzeljagd und Landratsbedrängnis.
Und immer wieder: Gefängnis und Haft –
Sie hatte die stärkste Manneskraft.
Die Parze des Rinnsteins zerschnitt die Fäden.
Da liegen die beiden am Hotel Eden.
Bestellte Arbeit? Die Bourgeoisie?
So tatkräftig war die gute doch nie ...
Wehrlos wurden zwei Menschen erschlagen.
Und es kreischen Geier die Totenklagen:
Gott sei Dank! Vorbei ist die Not!
»Man schlug«, schreibt einer, »die Galizierin tot.«
Wir atmen auf! Hurra Bourgeoisie!
Jetzt spiele dein Spielchen ohne die!
Nicht ohne! Man kann die Körper zerschneiden.
Aber das eine bleibt von den beiden:
Wie man sich selber die Treue hält,
wie man gegen eine feindliche Welt
mit reinem Schilde streiten kann,
das vergißt den beiden kein ehrlicher Mann!
Wir sind, weiß Gott, keine Spartakiden.
Ehre zwei Kämpfern!
Sie ruhen in Frieden!
inviata da Bernart Bartleby - 8/2/2020 - 21:39
Lingua: Italiano
Adattamento italiano / Ins Italienische angepaßt von / Adapted in Italian by / Adaptation italienne / Italiankielinen mukauttaminen:
Riccardo Venturi, 11-02-2020 14:56
Due parole del "traduttore". Gettarsi dentro un testo di Kurt Tucholsky ed uscirne senza almeno un osso rotto e, comunque, del tutto disassati lessicalmente, è impossibile. Si lotta, si entra nelle sabbie mobili, se ne esce lasciandoci dentro un piede o un ginocchio, si combatte contro la nebbia fitta cercando di soffiarla via, e alla fine si è, più o meno, distrutti. Per questo, quello che segue si chiama “adattamento” e non “traduzione”.
Riccardo Venturi, 11-02-2020 14:56
Due parole del "traduttore". Gettarsi dentro un testo di Kurt Tucholsky ed uscirne senza almeno un osso rotto e, comunque, del tutto disassati lessicalmente, è impossibile. Si lotta, si entra nelle sabbie mobili, se ne esce lasciandoci dentro un piede o un ginocchio, si combatte contro la nebbia fitta cercando di soffiarla via, e alla fine si è, più o meno, distrutti. Per questo, quello che segue si chiama “adattamento” e non “traduzione”.
DUE MASSACRATI
LIEBKNECHT E ROSA LUXEMBURG
Martiri ... ? No.
Ebbero coraggio. Com'è raro, oggi.
Si diedero da fare, e ci si misero:
non vollero essere solo dei teoreti.
Lui: Un casinista di media corporatura,
cercava la salvezza dell'uomo nelle strade.
Poveraccio: là, nelle strade, non c'è.
Fece il suo, cosí come lo vedeva.
Voleva sollevare gli oppressi,
voleva, per loro, una vita umana.
E loro hanno fregato l'idealista,
ehi Posidone, ti han pappato le onde!
Scatenati si sono. Infuria la rivolta.
Pover'uomo, è quel che hai voluto?
Lei: Dei due, era lei l'uomo.
Una vita a esser cacciata e a patire in galera.
Scherno, derisione, prepotenza clericofascista,
eppure sempre fedele alla bandiera. Alla bandiera!
E ancora e sempre, arresti, galera,
spie, informatori, pastoie delle autorità.
E sempre e ancora, galera, arresti,
Era lei che aveva la più potente forza d'uomo.
La Moira del canale di scolo ha reciso i fili.
Era là che stavano tutt'e due, all'Hotel Eden.
Lavoro su commissione? La borghesia?
Eppure quei bravi ragazzi mica eran tanto bravi.
Furono massacrate due persone inermi.
E gli avvoltoi gracchiano i piagnistei funebri:
Deogràzias! È finita l'emergenza!
Scrive uno: “Hanno ammazzato la galiziana”.
Eh, si respira! Urrà, borghesia!
Ora gioca al tuo giochino senza di loro!
Senza? Certo, si può fare a pezzi i corpi.
Ma di entrambi rimane la stessa cosa:
Come si possa restare fedeli a se stessi,
come si possa lottare contro un mondo nemico
facendosi scudo d'una coscienza pura,
questo, di loro, non scorderà ogni uomo onesto!
Eppure, lo sa Iddìo, non siamo spartacòidi!
Ma onore a due combattenti!
LIEBKNECHT E ROSA LUXEMBURG
Alla Divisione di Fucilieri di Cavalleria di guarnigione a Berlino, in onore e per amore
Martiri ... ? No.
Vittime della marmaglia, però.
Ebbero coraggio. Com'è raro, oggi.
Si diedero da fare, e ci si misero:
non vollero essere solo dei teoreti.
Lui: Un casinista di media corporatura,
cercava la salvezza dell'uomo nelle strade.
Poveraccio: là, nelle strade, non c'è.
Fece il suo, cosí come lo vedeva.
Voleva sollevare gli oppressi,
voleva, per loro, una vita umana.
E loro hanno fregato l'idealista,
ehi Posidone, ti han pappato le onde!
Scatenati si sono. Infuria la rivolta.
Pover'uomo, è quel che hai voluto?
Lei: Dei due, era lei l'uomo.
Una vita a esser cacciata e a patire in galera.
Scherno, derisione, prepotenza clericofascista,
eppure sempre fedele alla bandiera. Alla bandiera!
E ancora e sempre, arresti, galera,
spie, informatori, pastoie delle autorità.
E sempre e ancora, galera, arresti,
Era lei che aveva la più potente forza d'uomo.
La Moira del canale di scolo ha reciso i fili.
Era là che stavano tutt'e due, all'Hotel Eden.
Lavoro su commissione? La borghesia?
Eppure quei bravi ragazzi mica eran tanto bravi.
Furono massacrate due persone inermi.
E gli avvoltoi gracchiano i piagnistei funebri:
Deogràzias! È finita l'emergenza!
Scrive uno: “Hanno ammazzato la galiziana”.
Eh, si respira! Urrà, borghesia!
Ora gioca al tuo giochino senza di loro!
Senza? Certo, si può fare a pezzi i corpi.
Ma di entrambi rimane la stessa cosa:
Come si possa restare fedeli a se stessi,
come si possa lottare contro un mondo nemico
facendosi scudo d'una coscienza pura,
questo, di loro, non scorderà ogni uomo onesto!
Eppure, lo sa Iddìo, non siamo spartacòidi!
Ma onore a due combattenti!
Riposino in pace!
Ciao Riccardo,
al fondo dell'ultima strofa, "Wir sind, weiß Gott, keine Spartakiden", hai tradotto il verso "Dio sa se non siamo spartachisti."
Siccome Tucholsky era tutt'altro che un simpatizzante degli spartachisti - come anche questa poesia dimostra, pur nel rispetto e nell'ammirazione verso la Luxemburg - mi viene solo il dubbio che "Spartakiden" sia da tradurre con "Spartacidi"... cambierebbe l'intero senso del verso e della strofa...
Ma io non parlo il tedesco, scusami, pardon...
Saluzzi
al fondo dell'ultima strofa, "Wir sind, weiß Gott, keine Spartakiden", hai tradotto il verso "Dio sa se non siamo spartachisti."
Siccome Tucholsky era tutt'altro che un simpatizzante degli spartachisti - come anche questa poesia dimostra, pur nel rispetto e nell'ammirazione verso la Luxemburg - mi viene solo il dubbio che "Spartakiden" sia da tradurre con "Spartacidi"... cambierebbe l'intero senso del verso e della strofa...
Ma io non parlo il tedesco, scusami, pardon...
Saluzzi
B.B. - 12/2/2020 - 11:29
Oilà, BB. Sì, e devo dirti che al momento di tradurre ho pensato esattamente la stessa cosa. Però sai che sono un ragazzo coscienzioso, e mi sono messo a controllare: perlomeno dove ho controllato io, "Spartakiden" viene regolarmente glossato come "Spartakisten". Ma può anche darsi che questo valga, casomai, in tedesco, e non in quella particolare e ostica lingua che va sotto il nome di "Tucholskyano" (non penso che neppure ai tedeschi "normali" appaia del tutto chiaro che cosa si intenda per "Landratsbedrängnis", ad esempio). Del resto, hai ragione e che Tucholsky non fosse propriamente un simpatizzante degli Spartachisti lo si evince bene anche dal testo: specialmente al povero "Cavaliere dell'Amore" (Lieb-knecht) non gliele manda a dire, un casinista, un poveraccio, un idealista sconclusionato. Per questo, accogliendo in gran parte la tua osservazione, ho deciso di modificare la traduzione con "spartacòidi", che mi sembra renda meglio l'idea. "Spartacidi", in italiano, ha un retrogusto troppo classicheggiante. Saluzzi & Mondovì !
Riccardo Venturi - 12/2/2020 - 12:55
Penso che tu l'abbia azzeccata... la mia interpretazione in effetti era un po' avventata... Mi ero figurato che alla fine Tucholsky volesse significare che non furono tanto i freikorps ma proprio i tedeschi, la borghesia tedesca, a voler morti gli spartachisti... Quindi "sparta(chi)cidi" nel senso di assassini di Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg e di quella, pur maldestra, Rivoluzione...
Una responsabilità collettiva, quella del popolo tedesco, che non sfuggì a Tucholsky nemmeno più tardi: "Io il mio paese non l'odio, lo disprezzo.", scrisse nel '35 prima di suicidarsi...
Una responsabilità collettiva, quella del popolo tedesco, che non sfuggì a Tucholsky nemmeno più tardi: "Io il mio paese non l'odio, lo disprezzo.", scrisse nel '35 prima di suicidarsi...
B.B. - 12/2/2020 - 13:15
E' vero, la tua interpretazione sarebbe stata suggestiva, non lo nego. Ma mi rimarrebbe un po' ostica dal punto di vista della lingua tedesca, nonostante la centrifuga praticatale da Tucholsky. Però, come puoi vedere, ho ulteriormente aggiustato la traduzione: spero che, così, renda finalmente il senso che mi sembra abbia quel verso. Saluzzi & Carrù!
Riccardo Venturi - 12/2/2020 - 13:39
Certo che sono davvero piciu... ho malamente definito la Spartakusaufstand come "maldestra"... semmai "malsinistra"!
(e poi chi sono io per definire le Rivoluzioni altrui?)
Scusate (e mi scusino anche le "vittime della marmaglia")
Saluzzi & Baci (di Dama)
(e poi chi sono io per definire le Rivoluzioni altrui?)
Scusate (e mi scusino anche le "vittime della marmaglia")
Saluzzi & Baci (di Dama)
B.B. - 12/2/2020 - 19:28
Due cose: quel "piciu" mi ha riportato alla memoria una vecchia combriccola di giovanili amici piemontardi che, weiss Gott, erano quasi tutti valenti fisici (non nel senso di palestrati, ma proprio fisici: quantistici, nucleari, eccetera). In particolare, il "piciu" (termine che ho appreso oltre quarant'anni fa, come toscano sono quasi un veterano del piciu) era la specialità del Masera da Riva Presso Chieri, figlio del mugnaio del paese. Di solito, specifico, si dava del piciu da solo ("Che pììììciu che sono...!") Un altro della combriccola, il Martelli da Novara, si è laureato con Carlo Rubbia, ha sposato una mia lontanissima parente dell'Elba, insegna all'università di Urbino ed è, a mio parere, un futuro premio Nobel (lo saluto se per casaccio mi leggesse). Tu pensa che cosa riporta a mente una parola!
La seconda è che, semplicemente nominando i Baci di Dama, mi hai fatto salire la glicemia. Sentiti pure colpevole, te ne do la facoltà. Sigh.
Ne approfitto per dire che ho ulteriormente modificato quel famoso verso degli Spartakiden. Rischia di diventare il verso tradotto più tormentato del sito, mi sa!
Saluzzi & Cuneesi (altra impennata della glicemia...)
La seconda è che, semplicemente nominando i Baci di Dama, mi hai fatto salire la glicemia. Sentiti pure colpevole, te ne do la facoltà. Sigh.
Ne approfitto per dire che ho ulteriormente modificato quel famoso verso degli Spartakiden. Rischia di diventare il verso tradotto più tormentato del sito, mi sa!
Saluzzi & Cuneesi (altra impennata della glicemia...)
Riccardo Venturi - 12/2/2020 - 21:05
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Versi di Kurt Tucholsky, pubblicati con lo pseudonimo di Kaspar Hauser su Die Weltbühne, il 23 gennaio 1919.
Musica di Peter Janssens, nel disco "Merkt Ihr Nischt - ?" (1976)
Testo da Textlog.de
"Come si tenga fede a se stessi / e con pura coscienza poi si lotti / contro un mondo nemico/ questo ricorderà di loro ogni uomo onesto".
La fatica di restare se stessi, lo sforzo di conservare integra, sempre, la propria capacità di lucido giudizio sulle cose.
Il rifiuto dei compromessi, delle vie di mezzo nel campo politico-morale: questo è l'omaggio di Tucholsky a Rosa Luxemburg.
Vale la pena, ricordare. (Francesca Bolino)