Fryderyk Chopin: Mazurka en fa m, Op. 68/4
GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCGLingua: Strumentale
inviata da Bernart Bartleby - 23/1/2020 - 21:45
Nella colonna sonora del film tratto da "Il cielo cade" le musiche originali sono di Luis Bacalov, e poi vi sono tre brani classici, questa mazurca di Chopin e due sonate per pianoforte, una di Mozart e una di Beethoven.
Quest'ultima - il secondo movimento dal Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 - è importante perchè ricorre in tutto il racconto della Mazzetti. La troviamo nei momenti belli, quando la villa è ancora piena di amici, suonata con foga dal signor Pit; la troviamo quando la guerra e la sua tetra atmosfera calano sui protagonisti, suonata da un ufficiale della Wermacht, il quale ripetutamente chiede permesso al padrone di casa per poter accedere al salone del pianoforte.
La tristissima e dolce mazurca di Chopin è invece nel finale, come preludio della tragedia imminente, che non avverrà per mano dei soldati della Wermacht - invadenti, ma rispettosi e cordiali - ma di un reparto di SS.
Quest'ultima - il secondo movimento dal Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 - è importante perchè ricorre in tutto il racconto della Mazzetti. La troviamo nei momenti belli, quando la villa è ancora piena di amici, suonata con foga dal signor Pit; la troviamo quando la guerra e la sua tetra atmosfera calano sui protagonisti, suonata da un ufficiale della Wermacht, il quale ripetutamente chiede permesso al padrone di casa per poter accedere al salone del pianoforte.
La tristissima e dolce mazurca di Chopin è invece nel finale, come preludio della tragedia imminente, che non avverrà per mano dei soldati della Wermacht - invadenti, ma rispettosi e cordiali - ma di un reparto di SS.
B.B. - 24/1/2020 - 11:20
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La Mazurca in fa minore per pianoforte, op. 68 n. 4, è ritenuta l'ultima composizione di Chopin, scritta nell'estate del 1849 con calligrafia incerta, quasi illeggibile, da un uomo ormai morente, che di lì a qualche settimana, il 17 ottobre 1849, sarebbe stato ucciso dalla sua inseparabile malattia, la tisi, a soli 39 anni. Quelle ultime note furono trascritte qualche anno dopo, con fatica e qualche forzatura, dall'amico Auguste-Joseph Franchomme. La Mazurca in questione - una delle tante composte da Chopin in onore di un ritmo di danza tipico ed originario del suo paese natale, la Polonia - "è un canto dolente che riflette le terribili condizioni fisiche del musicista alla vigilia della morte. In un contesto cromatico molto inquieto e turbato affiora una melodia dolcissima e pura, espressione di una nostalgia del tempo felice e ormai irrecuperabile. (Carlo Cavalletti, su L'Orchestra Virtuale del Flaminio)
Ritrovo questo splendido brano, così triste e pure così dolce, nella colonna sonora de "Il cielo cade", un film diretto nel 2000 dai registi gemelli Andrea Frazzi e Antonio Frazzi e tratto da un piccolo, splendido libro di memoria pubblicato per la prima volta nel 1961.
L'autrice de "Il cielo cade" è Lorenza Mazzetti, romana, scomparsa solo lo scorso 4 gennaio.
Classe 1927, Lorenza Mazzetti è stata regista (molto legata al Free Cinema inglese), scrittrice e pittrice.
Ho letto oggi quel piccolo gioiello che è il suo "Il cielo cade". E' un racconto autobiografico, scritto da una donna adulta ma con gli occhi ed i pensieri di una bambina, il cui l'autrice rievoca un breve periodo della sua infanzia, tra il 1943 ed il 1944, trascorso con gli zii adottivi (lei e la sorella erano rimaste orfane) in una grande villa in Toscana. Lo zio era Robert Einstein, cugino di Albert Einstein, che aveva sposato Cesarina Mazzetti (detta Nina), dalla quale aveva avuto le figlie Luce e Annamaria. Robert Einstein era ebreo, la moglie era protestante.
Nel racconto della Mazzetti tutti i personaggi hanno nomi diversi ed il racconto della vicenda reale è volutamente alterato, come alterate sono le percezioni e i resoconti infantili rispetto al mondo inspiegabile, misterioso e crudele degli adulti.
La storia vera racconta che dopo l'8 settembre del 1943 i tedeschi occupanti compirono vasti rastrellamenti anche nella campagne toscane. Gli Einstein-Mazzetti erano proprietari di una grande fattoria nei dintorni di Rignano sull'Arno, Firenze. Villa del Focardo divenne presto una base operativa della Wermacht, che operò una requisizione di parte dell'immobile. Ma la coesistenza rimase pacifica, benchè tesa, fino all'avvicinarsi degli alleati. Nell'estate del 1944 Robert Einstein si unì ad una formazione partigiana, occupandosi del collegamento con le truppe alleate in avanzata. Riteneva che la sua famiglia fosse al sicuro, perchè l'unico ebreo era lui.
Si sbagliava.
Pare che fu Hitler stesso a dare l'ordine: i familiari del famoso scienziato ebreo tedesco, che dall'America si faceva beffe di lui, andavano sterminati.
Il 3 agosto 1944, quando ormai da quelle parti la guerra sembrava quasi terminare, a Villa del Focardo piombò un gruppo di SS, che trucidarono barbaramente Nina, Luce e Annamaria e diedero fuoco alla proprietà. Tutti gli altri presenti furono risparmiati, compresa Lorenza e la sorella Paola.
Robert Einstein, giunto poco dopo sul posto, tentò subito di togliersi la vita. Gli fu impedito ma l'anno seguente, schiacciato dal dolore, vi riuscì.
Sono tutti sepolti insieme nel cimitero della Badiuzza, poco lontano dai luoghi della tragedia.