Signor Zweig, su di noi
Stan volando avvoltoi
D'ora in poi siamo ebrei
Mi sorprende che lei
Creda ancora ci sia
Qui all'inferno una via
Di speranza e pietà
Apra gli occhi e vedrà
Peste nel cuore dei popoli
Popoli come trofei
E un bene che rende complici
Dei fottuti maiali del Reich
Signor Zweig, gli europei
Non faranno gli eroi
Hanno cari i granai
Non si immischiano mai
Fanno affari con chi
Ci tormenta così
Non c'è un cazzo di idea
Conta l'argenteria
Sfilano bande di demoni
Iene affamate d'oblio
Un imbianchino ha le redini
Ma qui tutti lo chiamano Dio
L'uomo è una belva
Mangia merda
Non si salva
Voglio una guerra
Che distrugga
L'industria del Sieg Heil
Ho visto il Male, si chiama Nazione
Divora i giusti, la feccia al potere
Cancella gesti, millenni e parole
In una notte sola
Vanno in frantumi cristalli e preghiere
Ancora un po' e non c'è niente da bere
Umanità senza umanità
Signor Zweig, non è a Est
Il rifugio per me
Proletari in corteo
Il più astuto è un babbeo
Porci burattinai
Burattini operai
Brucia già l'Aldilà
E il burocrate è Zar
Credo soltanto ai miracoli
Ma non ne accadono più
Per il disgusto degli angeli
Perché non c'è una luce quaggiù
L'uomo è una belva
Mangia merda
Non si salva
Sopra la Terra
Regna eterna
L'ombra dei macellai
Sopra la Terra regna eterna
L'ombra dei macellai
L'industria del Sieg Heil
Stia con me, Signor Zweig
Stan volando avvoltoi
D'ora in poi siamo ebrei
Mi sorprende che lei
Creda ancora ci sia
Qui all'inferno una via
Di speranza e pietà
Apra gli occhi e vedrà
Peste nel cuore dei popoli
Popoli come trofei
E un bene che rende complici
Dei fottuti maiali del Reich
Signor Zweig, gli europei
Non faranno gli eroi
Hanno cari i granai
Non si immischiano mai
Fanno affari con chi
Ci tormenta così
Non c'è un cazzo di idea
Conta l'argenteria
Sfilano bande di demoni
Iene affamate d'oblio
Un imbianchino ha le redini
Ma qui tutti lo chiamano Dio
L'uomo è una belva
Mangia merda
Non si salva
Voglio una guerra
Che distrugga
L'industria del Sieg Heil
Ho visto il Male, si chiama Nazione
Divora i giusti, la feccia al potere
Cancella gesti, millenni e parole
In una notte sola
Vanno in frantumi cristalli e preghiere
Ancora un po' e non c'è niente da bere
Umanità senza umanità
Signor Zweig, non è a Est
Il rifugio per me
Proletari in corteo
Il più astuto è un babbeo
Porci burattinai
Burattini operai
Brucia già l'Aldilà
E il burocrate è Zar
Credo soltanto ai miracoli
Ma non ne accadono più
Per il disgusto degli angeli
Perché non c'è una luce quaggiù
L'uomo è una belva
Mangia merda
Non si salva
Sopra la Terra
Regna eterna
L'ombra dei macellai
Sopra la Terra regna eterna
L'ombra dei macellai
L'industria del Sieg Heil
Stia con me, Signor Zweig
inviata da Alberto Scotti - 19/12/2019 - 01:12
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Mu
Il 30 gennaio 1933, il giorno in cui Hitler divenne cancelliere del Reich, Roth lasciò la Germania. In una lettera a Stefan Zweig mostrò una sorprendente chiarezza di vedute e un atteggiamento di assoluto e coraggioso rifiuto del nazismo:
(Intanto le sarà chiaro che ci avviciniamo a grandi catastrofi. A parte quelle private - la nostra esistenza letteraria e materiale è annientata - tutto porta a una nuova guerra. Io non do più un soldo per la nostra vita. Si è riusciti a far governare la barbarie. Non si illuda. L'Inferno comanda).