C’è qualcosa che sublima una semplice esistenza
la nobilita perchè va oltre ogni più bassa convenienza
il desiderio di sapere senza l'ansia di apparire
per il gusto di conoscere, per la gioia di esplorare
per liberarsi dalle catene dell’ignoranza
affrancandosi da qualunque dipendenza
esprimendo pienamente, con vera libertà
ogni anelito di vita e di creatività
senza cercare tante inutili definizioni
vivendo coerentemente con le proprie aspirazioni
evitando di rincorrere obiettivi miserevoli
impegnandosi per realizzare i sogni più incredibili
Non cerchiamo di bloccare la terra che gira
non tentiamo di trattenere il vento che spira
non cerchiamo di frenare l'acqua che scorre
non tentiamo di fermare il lampo che corre
Sia maledetto chiunque cerchi di terrorizzare
con il chiaro intendimento e la bramosia di dominare
un’incredibile umanità di fragili creature
alimentandone come sempre le angosce e le paure
è fantastico scatenare la propria ribellione
prodigandosi per operare una vera rivoluzione
prendere coscienza che tutti i falsi miti
debbano essere abbattuti piuttosto che idolatrati
se questo veramente equivale a rischiare
molto meglio morire che ridursi a vegetare
nessuna violenza, nessuna ritorsione
solo il grande desiderio di migliorare la situazione
Non cerchiamo di bloccare la terra che gira
non tentiamo di trattenere il vento che spira
non cerchiamo di frenare l'acqua che scorre
non tentiamo di fermare il lampo che corre
non cerchiamo di cancellare tutti i colori
non tentiamo di eliminare gli odori ed i sapori
non cerchiamo di fare a meno di sesso e di canzoni
non tentiamo di limitare le emozioni
la nobilita perchè va oltre ogni più bassa convenienza
il desiderio di sapere senza l'ansia di apparire
per il gusto di conoscere, per la gioia di esplorare
per liberarsi dalle catene dell’ignoranza
affrancandosi da qualunque dipendenza
esprimendo pienamente, con vera libertà
ogni anelito di vita e di creatività
senza cercare tante inutili definizioni
vivendo coerentemente con le proprie aspirazioni
evitando di rincorrere obiettivi miserevoli
impegnandosi per realizzare i sogni più incredibili
Non cerchiamo di bloccare la terra che gira
non tentiamo di trattenere il vento che spira
non cerchiamo di frenare l'acqua che scorre
non tentiamo di fermare il lampo che corre
Sia maledetto chiunque cerchi di terrorizzare
con il chiaro intendimento e la bramosia di dominare
un’incredibile umanità di fragili creature
alimentandone come sempre le angosce e le paure
è fantastico scatenare la propria ribellione
prodigandosi per operare una vera rivoluzione
prendere coscienza che tutti i falsi miti
debbano essere abbattuti piuttosto che idolatrati
se questo veramente equivale a rischiare
molto meglio morire che ridursi a vegetare
nessuna violenza, nessuna ritorsione
solo il grande desiderio di migliorare la situazione
Non cerchiamo di bloccare la terra che gira
non tentiamo di trattenere il vento che spira
non cerchiamo di frenare l'acqua che scorre
non tentiamo di fermare il lampo che corre
non cerchiamo di cancellare tutti i colori
non tentiamo di eliminare gli odori ed i sapori
non cerchiamo di fare a meno di sesso e di canzoni
non tentiamo di limitare le emozioni
inviata da Bernart Bartleby - 27/11/2019 - 17:17
la canzone non mi piace, testo troppo verboso...
Però i concetti espressi sono importanti.
Però i concetti espressi sono importanti.
B.B. - 28/11/2019 - 10:20
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Ipazia (Alessandria d'Egitto 370 ca. - 415), filosofa, matematica, astronoma greca, trucidata da fanatici cristiani, forse su istigazione dello stesso patriarca di Alessandria, Cirillo.
Riprendo da L'Enciclopedia delle Donne:
Se poco si sa della vita di Ipazia, non mancano i dettagli circa la sua morte. La distruzione dei templi ellenici voluta dall’imperatore Teodosio I (al tramonto del IV secolo) è messa diligentemente in atto dal vescovo Teofilo. Questo attacco così altamente simbolico, è seguito da un breve periodo di tregua, che vede Ipazia ancora libera e influente. A Teofilo, morto nel 412, succede il nipote Cirillo, assai più bellicoso, il quale si dota di una milizia privata (i parabalanoi) e dopo uno scontro forse pretestuoso fra ebrei e cristiani, caccia gli ebrei dalla città. I pagani sanno che il loro turno sta per arrivare quando, nel 414 il prefetto Oreste, estimatore di Ipazia e inviso al vescovo, viene aggredito da un gruppo di monaci e ferito. Il colpevole è condannato a morte, ma Cirillo gli organizza funerali in pompa magna e lo proclama martire.
Nel marzo 415, un gruppo di monaci si apposta vicino alla casa di Ipazia, in attesa del suo rientro. «Tiratala giù dal carro, la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario; qui, strappatale la veste, la uccisero usando dei cocci. Dopo che l’ebbero fatta a pezzi membro a membro, trasportati i brani del suo corpo nel cosiddetto Cinerone, cancellarono ogni traccia bruciandoli».
Socrate Scolastico, da cristiano, non incolpa il vescovo. Lo fa Damascio, il filosofo pagano, per il quale Cirillo «si rose a tal punto nell’anima che tramò la sua uccisione, in modo che avvenisse il più presto possibile, un’uccisione che fu tra tutte la più empia» [...]" (Sylvie Coyaud).