Toutes les gares se ressemblent
Et tous les ports crèvent d'ennui
Toutes les routes se rassemblent
Pour mener vers l'infini
Dans la cohue de l'existence
Se trouve toujours un passant
Qui n'a pas eu de ligne de chance
Et qui devint un émigrant
Regardez-le comme il promène
Son coeur au-delà des saisons
Il traverse des murs de haine
Des gouffres d'incompréhension
À chaque nouvelle frontière
Espérant enfin se fixer
Il fait une courte prière
Vers ce ciel qui l'a oublié
Regardez-le, il déambule
Sans jamais savoir où il va
Il marche comme un somnambule
Et les gens le montrent du doigt
Le monde entier file la haine
Le ciel là-haut n'y comprend rien
Les heureux forment une chaîne
En se tenant par la main
Pas moyen d'entrer dans la danse
Le calendrier a son clan
Si tu n'a pas de ligne de chance
Tu resteras un émigrant
Regardez-le comme il promène
Son coeur au-delà des saisons
Il traverse des murs de haine
Des gouffres d'incompréhension
À chaque nouvelle frontière
Espérant enfin se fixer
Il fait une courte prière
Vers ce ciel qui l'a oublié
Regardez-le, il déambule
Sans jamais savoir où il va
Il marche comme un somnambule
Et les gens le montrent du doigt
Mais pour écouter sa misère
Le ciel un jour le fait tomber
Les bras en croix, face contre terre
Pour embrasser la liberté.
Et tous les ports crèvent d'ennui
Toutes les routes se rassemblent
Pour mener vers l'infini
Dans la cohue de l'existence
Se trouve toujours un passant
Qui n'a pas eu de ligne de chance
Et qui devint un émigrant
Regardez-le comme il promène
Son coeur au-delà des saisons
Il traverse des murs de haine
Des gouffres d'incompréhension
À chaque nouvelle frontière
Espérant enfin se fixer
Il fait une courte prière
Vers ce ciel qui l'a oublié
Regardez-le, il déambule
Sans jamais savoir où il va
Il marche comme un somnambule
Et les gens le montrent du doigt
Le monde entier file la haine
Le ciel là-haut n'y comprend rien
Les heureux forment une chaîne
En se tenant par la main
Pas moyen d'entrer dans la danse
Le calendrier a son clan
Si tu n'a pas de ligne de chance
Tu resteras un émigrant
Regardez-le comme il promène
Son coeur au-delà des saisons
Il traverse des murs de haine
Des gouffres d'incompréhension
À chaque nouvelle frontière
Espérant enfin se fixer
Il fait une courte prière
Vers ce ciel qui l'a oublié
Regardez-le, il déambule
Sans jamais savoir où il va
Il marche comme un somnambule
Et les gens le montrent du doigt
Mais pour écouter sa misère
Le ciel un jour le fait tomber
Les bras en croix, face contre terre
Pour embrasser la liberté.
inviata da Riccardo Venturi - 24/9/2019 - 09:39
Lingua: Italiano
Traduzione italiana / Traduction italienne / Italian translation / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 24-09-2019 09:40
Riccardo Venturi, 24-09-2019 09:40
L'EMIGRANTE
Tutte le stazioni si somigliano
E tutti i porti crepano di noia
Tutte le strade si somigliano
Per menare all'infinito
Nel caos dell'esistenza
Si trova sempre un passante
Che non ha avuto fortuna
E che è diventato un emigrante
Guardatelo come cammina
Sconfortato oltre le stagioni
Attraversa muri di odio
Abissi di incomprensione
A ogni nuova frontiera
Sperando di stabilirsi
Fa una preghierina
A quel cielo che lo ha scordato
Guardatelo, vaga senza
Sapere mai mai dove va
Cammina come un sonnambulo
E la gente lo mostra a dito
Il mondo intero ostenta odio
Il cielo di lassù non capisce niente
Chi è felice forma una catena
Tenendosi per mano
E non c'è modo di entrare nella danza
Il calendario ha il suo clan
Se non hai fortuna
Resterai un emigrante
Guardatelo come cammina
Sconfortato oltre le stagioni
Attraversa muri di odio
Abissi di incomprensione
A ogni nuova frontiera
Sperando di stabilirsi
Fa una preghierina
A quel cielo che lo ha scordato
Guardatelo, vaga senza
Sapere mai mai dove va
Cammina come un sonnambulo
E la gente lo mostra a dito
Ma per ascoltare la sua miseria
Un giorno il cielo lo fa cadere
Le braccia in croce, faccia per terra
Per baciare la libertà.
Tutte le stazioni si somigliano
E tutti i porti crepano di noia
Tutte le strade si somigliano
Per menare all'infinito
Nel caos dell'esistenza
Si trova sempre un passante
Che non ha avuto fortuna
E che è diventato un emigrante
Guardatelo come cammina
Sconfortato oltre le stagioni
Attraversa muri di odio
Abissi di incomprensione
A ogni nuova frontiera
Sperando di stabilirsi
Fa una preghierina
A quel cielo che lo ha scordato
Guardatelo, vaga senza
Sapere mai mai dove va
Cammina come un sonnambulo
E la gente lo mostra a dito
Il mondo intero ostenta odio
Il cielo di lassù non capisce niente
Chi è felice forma una catena
Tenendosi per mano
E non c'è modo di entrare nella danza
Il calendario ha il suo clan
Se non hai fortuna
Resterai un emigrante
Guardatelo come cammina
Sconfortato oltre le stagioni
Attraversa muri di odio
Abissi di incomprensione
A ogni nuova frontiera
Sperando di stabilirsi
Fa una preghierina
A quel cielo che lo ha scordato
Guardatelo, vaga senza
Sapere mai mai dove va
Cammina come un sonnambulo
E la gente lo mostra a dito
Ma per ascoltare la sua miseria
Un giorno il cielo lo fa cadere
Le braccia in croce, faccia per terra
Per baciare la libertà.
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Testo / Paroles / Lyrics / Sanat: Charles Aznavour
Musica / Musique / Music / Sävel: Marc Heyral
In album / En album / Albumissa: Charles Aznavour chante Charles Aznavour vol.2 [1956]
Շահնուր Վաղինակ Ազնավուրյան, Šahnowr Vaγinaγ Aznavowryan, Charles Aznavour; e מאַריוס הערשקאָביטש, Мариус Герсшкович, Marius Hershkovitch, Marc Heyral: un figlio di emigranti armeni e uno di emigranti ebrei russi di lingua yiddish. Sono gli autori, rispettivamente, del testo e della musica di questa canzone del 1954 e che ha, quindi, sessantacinque anni. Disgraziatamente, non sembra affatto dimostrarli. Per forza di cose, Charles Aznavour, durante tutta la sua lunghissima carriera durata praticamente fino alla morte (è scomparso un anno fa, il 1° ottobre 2018), ha sempre cantato di emigrazione e di estraneità in terra straniera (si veda, ad esempio, Les émigrants, canzone dal titolo quasi identico a questa). E ci piace ricordare che, mentre Léo Ferré dedicava, sulla scorta di Louis Aragon, L'affiche rouge alla rete di resistenza e di lotta dell'immigrato armeno Missak Manouchian, Charles Aznavour e la sua famiglia ne facevano parte offrendo rifugio e sostegno a rifugiati armeni, ebrei ed altri perseguitati dai nazisti. Una canzone che dopo sessantacinque anni mantiene intatta la sua urgenza. [RV]