Per tre giorni sei rimasto
rantolante in via Avogadro
tra passanti frettolosi minatore Balzarini.
C'ero anch'io su quella strada
c'era un popolo cristiano
che scendeva per affari
nella piccola sua Gerico.
Ogni strada porta a Gerico
ed attende ad ogni metro
chi sa scender da cavallo
per fasciare piaghe vive
Non udimmo la tua voce
prigioniera nei polmoni
che volemmo fosser preda
di ruffiana silicosi;
non vedemmo la tua carne
ricoperta di ferite
noi, eredi del levita
che dal tempio andava a Gerico.
Ogni strada porta a Gerico
ed attende ad ogni metro
chi sa scender da cavallo
per fasciare piaghe vive
Quando udimmo la tua voce,
in omaggio alla coscienza,
decretammo senza indugi
ch'era quella di un beone,
ubriaco, alcolizzato,
per sua colpa rigettato
lungo i bordi della strada
che dal tempio andava a Gerico.
Ogni strada porta a Gerico
ed attende ad ogni metro
chi sa scender da cavallo
per fasciare piaghe vive
Il tuo corpo c'è d'ingombro
per la nostra passeggiata,
minatore Balzarini
dai polmoni incatramati:
qual diritto puoi avere
d'intralciare il nostro passo
d'onorati cittadini
sulla via che porta a Gerico?
Ogni strada porta a Gerico
ed attende ad ogni metro
chi sa scender da cavallo
per fasciare piaghe vive
T'abbiam dato un dormitorio
la pensione dell'invalido
e stendiamo dei rapporti
sulla sporca malattia
che colpisce i minatori:
che possiamo fare ancora
senza perdere del tempo
sulla via che porta a Gerico?
Ogni strada porta a Gerico
ed attende ad ogni metro
chi sa scender da cavallo
per fasciare piaghe vive
Oggi il buon samaritano
sono i medici pagati,
l'INAM, l'INPS e i dormitori,
le gazzelle e le ambulanze.
Non turbar la nostra pace
minatore Balzarini
con richieste fuori moda
sulla via che porta a Gerico.
Ogni strada porta a Gerico
ed attende ad ogni metro
chi sa scender da cavallo
per fasciare piaghe vive
rantolante in via Avogadro
tra passanti frettolosi minatore Balzarini.
C'ero anch'io su quella strada
c'era un popolo cristiano
che scendeva per affari
nella piccola sua Gerico.
Ogni strada porta a Gerico
ed attende ad ogni metro
chi sa scender da cavallo
per fasciare piaghe vive
Non udimmo la tua voce
prigioniera nei polmoni
che volemmo fosser preda
di ruffiana silicosi;
non vedemmo la tua carne
ricoperta di ferite
noi, eredi del levita
che dal tempio andava a Gerico.
Ogni strada porta a Gerico
ed attende ad ogni metro
chi sa scender da cavallo
per fasciare piaghe vive
Quando udimmo la tua voce,
in omaggio alla coscienza,
decretammo senza indugi
ch'era quella di un beone,
ubriaco, alcolizzato,
per sua colpa rigettato
lungo i bordi della strada
che dal tempio andava a Gerico.
Ogni strada porta a Gerico
ed attende ad ogni metro
chi sa scender da cavallo
per fasciare piaghe vive
Il tuo corpo c'è d'ingombro
per la nostra passeggiata,
minatore Balzarini
dai polmoni incatramati:
qual diritto puoi avere
d'intralciare il nostro passo
d'onorati cittadini
sulla via che porta a Gerico?
Ogni strada porta a Gerico
ed attende ad ogni metro
chi sa scender da cavallo
per fasciare piaghe vive
T'abbiam dato un dormitorio
la pensione dell'invalido
e stendiamo dei rapporti
sulla sporca malattia
che colpisce i minatori:
che possiamo fare ancora
senza perdere del tempo
sulla via che porta a Gerico?
Ogni strada porta a Gerico
ed attende ad ogni metro
chi sa scender da cavallo
per fasciare piaghe vive
Oggi il buon samaritano
sono i medici pagati,
l'INAM, l'INPS e i dormitori,
le gazzelle e le ambulanze.
Non turbar la nostra pace
minatore Balzarini
con richieste fuori moda
sulla via che porta a Gerico.
Ogni strada porta a Gerico
ed attende ad ogni metro
chi sa scender da cavallo
per fasciare piaghe vive
inviata da Riccardo Venturi - 27/8/2019 - 19:52
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“Fine Luglio 1966. Nella cronaca dei giornali si legge che un uomo, per tre giorni, ha rantolato, allo stremo delle sue forze, in via Avogadro, al centro di Brescia. E' Angelo Balzarini, un uomo di cinquant'anni senza parenti ed amici, che ha fatto il minatore nelle cave micidiali della Valtellina. Nessuno dei passanti per tre giorni si è fermato. Le mamme dicevano ai loro bambini: non t'avvicinare, è un ubriaco. E i benpensanti aggiungevano: a che coca può ridurre il vizio! Finché un giovane udì il gemito del minatore Angelo Balzarini. Così per tre giorni (e per quanti altri ancora?), a Brescia (e in quante altre città?), un popolo cristiano strappò dal suo piccolo Vangelo la parabola del buon Samaritano. Noi non facciamo molto caso alle pagine che mancano dal nostro Vangelo. Ci accontentiamo delta sua rilegatura di lusso. Tanto Basta per la nostra etichetta di cristiani.” - Da viboldone.it (documento .pdf)
"Il gruppo “Ora Sesta”, ispirato all’episodio evangelico dell’incontro di Gesù con la Samaritana, era attivo a Roma negli anni 1966-67 e raccoglieva alcuni amici che, nel sentirsi Popolo di Dio e nei loro legami elettivi con il Movimento Operaio e Contadino, avevano riconosciuto la base comune per l’approfondimento culturale dei grandi temi su cui si gioca il destino dell’umanità (la pace, il lavoro, l’ecumenismo, la solidarietà internazionale, la libertà, la partecipazione democratica, la fratellanza universale). Non era un gruppo di teorici o di speculatori. Ogni elaborazione o ripensamento voleva partire dai fatti, dalla storia, dalla vita nel suo svolgersi, con riferimento costante all’uomo che di tutto ciò è protagonista. Dalla vita e della storia dei poveri e dei diseredati, già portatori di una cultura spesso dimenticata ed incompresa, il gruppo voleva trarre alimento e voleva cercare di esserne umile e rispettoso interprete, diffondendo poi ogni frutto ottenuto come momento di ulteriore promozione e presa di coscienza.
Dopo quaranta anni i motivi ispiratori del gruppo sono quanto mai attuali all’inizio di un millennio in cui le tante ombre sono però illuminate dalla speranza cristiana. Gli “Amici dell’Abbazia di Viboldone” in occasione degli ottanta anni di fra’ Galdino, autore delle canzoni, hanno deciso di rieditare la produzione musicale del gruppo, piccolo contributo nel testimoniare la fede nella pace fondata sulla giustizia."
Con una tale premessa, il gruppo affronta nelle sue canzoni sia argomenti e problematiche interne al mondo cattolico, sia, più in generale, i temi politici di maggiore attualità: i preti operai e il fariseismo di certi ambienti cattolici, il razzismo e il malgoverno democristiano, la guerra in Vietnam e l'ingiustizia dei rapporti che regolano il commercio internazionale. Le parole vengono sorrette da uno stile musicale molto vario, a volte vicino alla tradizione melodica o a quella gregoriana, ma più spesso ispirato alla musica da cabaret, che in quegli anni ha tra i suoi interpreti principali il gruppo milanese dei Gufi.
I testi degli Ora Sesta, letti oggi, appaiono come una singolare miscela di temi datati e ormai storicizzabili e di felici intuizioni ancora oggi di sconcertante attualità.”
Stefano Pivato, Bella ciao – Canto e politica nella storia d'Italia, Gius. Laterza & Figli, 2005, pp. 237-239
Senza siepi
Angelo Balzarini, minatore
Commercio internazionale
Omaggio a Meredith
Popolo e potere