Quando l'autunno stendeva nel ciel
l'ombra di un cupo terror
guardando il cielo col triste suo vel
ha fatto un sogno il mio cuor.
Ho sognato la pace
che portava la luce
e si apriva ogni casa
che un giorno fu chiusa
dal cupo terrore.
Ho sognato la pace
ogni mamma felice
che si stringeva tra le lacrime sul cuor
il suo figlio tornato
ritornato all'amore!
Triste ogni casa nel muto vegliar
dorme in un tenue baglior
solo un "Balcone" si vede brillar
che fa sperare ogni cuor.
Con lo sguardo smarrito
quel "Balcone" ho guardato
ed ogni mamma nel mio sogno con ardor
ha invocato la pace
il ritorno all'amor!
l'ombra di un cupo terror
guardando il cielo col triste suo vel
ha fatto un sogno il mio cuor.
Ho sognato la pace
che portava la luce
e si apriva ogni casa
che un giorno fu chiusa
dal cupo terrore.
Ho sognato la pace
ogni mamma felice
che si stringeva tra le lacrime sul cuor
il suo figlio tornato
ritornato all'amore!
Triste ogni casa nel muto vegliar
dorme in un tenue baglior
solo un "Balcone" si vede brillar
che fa sperare ogni cuor.
Con lo sguardo smarrito
quel "Balcone" ho guardato
ed ogni mamma nel mio sogno con ardor
ha invocato la pace
il ritorno all'amor!
inviata da Bernart Bartleby - 10/5/2019 - 00:16
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Versi di Astro Mari (1911-1988), clarinettista, paroliere e compositore, l'autore di Addio Juna
Musica di Eldo Di Lazzaro (1902-1968), cantante e compositore
Grazie a DQ82 per aver reperito il testo su Musica leggera italiana - Il canzoniere della radio
Questa canzone fu composta tra la fine del 1939 e l'inizio del 1940, in un periodo davvero particolare per l'Italia e per l'Europa. La guerra era già conclamata, con i carrarmati nazisti – e quelli sovietici da est - che travolgevano la Polonia, mentre sul fronte occidentale (non) si combatteva una sitzkrieg, una drôle de guerre, una bore war. L'Italia fascista, nonostante l'alleanza con la Germania, si dichiarava non belligerante e in molti – memori del cupo terror, il ricordo ancora vivissimo della carneficina della Grande Guerra – speravano che la guerra non tornasse, come testimonia questa canzone.
Tanti guardavano al "Balcone", quello di Palazzo Venezia, con trepidazione, sperando che quell'uomo che dal 1922 teneva in pugno il paese decidesse per la pace... Povere illusioni che s'infransero poche settimane più tardi, prima con l'invasione tedesca della Danimarca e della Norvegia, seguita subito da quella di Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo.
Il 10 giugno 1940, proprio mentre Hitler s'ingoiava Parigi, da quel balcone Mussolini sprofondò l'Italia nell'orrore della guerra...