Era Lorenzo Orsetti da Firenze
Tekosher lottatore in lingua curda
Morto in un'imboscata jihadista
Da partigiano contro il nazifascismo
Questo il suo testamento
Ciao, se state leggendo
Questo messaggio è segno
Che non sono più al mondo
Che non ci sono più - che non ci sono più
Però non rattristatevi
ho fatto quello che è giusto
difendere i più deboli
rimpianti non ne ho - rimpianti non ne ho
Io me ne sono andato
Con il sorriso sul volto
La vita che mi han tolto
Il mondo cambierà - il mondo cambierà
Quando tutto precipita
Ci devono guidare
L'impegno e la speranza
L'indifferenza no - l'indifferenza, no
Ogni tempesta nasce
Con una sola goccia
Tu non ti rassegnare
Quella goccia sei tu - Quella goccia sei tu
V'auguro tutto il bene
Spero anche voi un bel giorno
All'individualismo
Vi saprete ribellar - saprete ribellar
Tenetemi nel cuore
Dice Orso il Lottatore
In alto le sue idee
Giustizia e libertà - Giustizia e libertà
Tekosher lottatore in lingua curda
Morto in un'imboscata jihadista
Da partigiano contro il nazifascismo
Questo il suo testamento
Ciao, se state leggendo
Questo messaggio è segno
Che non sono più al mondo
Che non ci sono più - che non ci sono più
Però non rattristatevi
ho fatto quello che è giusto
difendere i più deboli
rimpianti non ne ho - rimpianti non ne ho
Io me ne sono andato
Con il sorriso sul volto
La vita che mi han tolto
Il mondo cambierà - il mondo cambierà
Quando tutto precipita
Ci devono guidare
L'impegno e la speranza
L'indifferenza no - l'indifferenza, no
Ogni tempesta nasce
Con una sola goccia
Tu non ti rassegnare
Quella goccia sei tu - Quella goccia sei tu
V'auguro tutto il bene
Spero anche voi un bel giorno
All'individualismo
Vi saprete ribellar - saprete ribellar
Tenetemi nel cuore
Dice Orso il Lottatore
In alto le sue idee
Giustizia e libertà - Giustizia e libertà
Roma 23 marzo 2019 - Manifestazione contro le grandi opere inutili
Riccardo Venturi e Daniela -k.d.- - 24/3/2019 - 10:53
Nel corso dell’assemblea cittadina che il 4 giugno si è incontrata per definire l’organizzazione della cerimonia per il rientro della salma di Orso a Firenze, gli amici e la famiglia, che sono in costante collegamento con l’avvocatessa che a Roma sta seguendo le procedure burocratiche, hanno informato che ancora non è possibile indicare una data precisa per la prevista cerimonia.
I tempi tecnici previsti per il test del Dna, richiesto dalla famiglia, sono stimati in due settimane circa, e dunque informiamo tutt* gli interessat* a partecipare, che in questi giorni numerosi ci hanno contattato per avere notizie, che NON sarà possibile organizzare qualcosa prima della data di Domenica 23 giugno.
Ad oggi questa appare la data più probabile per la cerimonia di saluto a Tekoser, seguita la mattina successiva dal funerale alle Porte Sante di San Miniato.
Sappiamo che l’incertezza può rappresentare una difficoltà per chi si sta organizzando per partecipare anche da fuori Firenze, per questo, invitiamo tutti a non circolare informazioni che possono generare confusione, aspettando la conferma ufficiale che speriamo possa arrivare nei primi giorni della prossima settimana.
Grazie a tutti/e per la collaborazione.
L’assemblea cittadina, la famiglia e gli/le amic@ di Orso.
Da Coordinamento Toscana per il Kurdistan
Firenze saluta Lorenzo, Orso, partigiano ucciso da Isis. La rivoluzione è un fiore che non muore. I martiri non muoiono mai.
Domenica 23 giugno
Dalle ore 10.00 alle 20.00 al SMS di Rifredi Via Vittorio Emanuele II, 303 a Firenze
Alle ore 17.30 Cerimonia di saluto alla presenza di familiari e amici, della Comunità Kurda, e delle realtà politiche ed associative che vorranno portare il loro contributo e la loro solidarietà.
Lunedì 24 giugno
Dalle ore 10.30 momento pubblico di ricordo nel piazzale di San Miniato al Monte in Via delle Porte Sante 34.
Alle ore 12.00 tumulazione in forma privata nel cimitero delle Porte Sante
Orso era partito un anno e mezzo fa da Firenze, deciso ad unirsi alle YPG, a schierarsi dalla parte dei popoli che in Siria del Nord stanno portando avanti una rivoluzione. Deciso a difendere in prima linea le popolazioni civili della Siria e tutti quanti noi dalla barbarie dello Stato Islamico. Nel corso di questo anno e mezzo, Orso ha combattuto anche contro un altro nemico: il secondo esercito più grande della Nato, quello turco. Il boia Erdogan, oltre ad aver reso la Turchia corridoio di fuga per decine e decine di jihadisti nel corso di questi anni, ha schierato tutte le sue truppe all’attacco della rivoluzione del Rojava, bombardando civili in tutto il territorio del Kurdistan, dall’Iraq alla Siria, invadendo la città di Afrin e gettandola in pasto a milizie jihadiste che hanno saccheggiato villaggi, violentato e schiavizzato donne e uomini. E Orso, anche ad Afrin, ha combattuto in prima linea.
Orso è andato incontro a testa alta a una scelta difficile e grande, la scelta più grande: essere disposti a dare la vita per una causa giusta. Orso ha dato la vita per la libertà dei popoli della Siria, per una rivoluzione che parla a tutto il mondo di un’altra società possibile, che mette al centro le persone, che valorizza le differenze, che fa della lotta delle donne e dell’ecologia i suoi presupposti.
È grazie al coraggio di una scelta come la sua, che tantissime altre donne e uomini hanno fatto in questi ultimi anni, che questa rivoluzione e le sue forze di difesa, le YPJ e le YPG, sono riuscite a resistere al secondo esercito della Nato, quello turco e a costringere lo Stato Islamico nella sua ultima roccaforte, Baghouz. Proprio lì, a un passo dall’annientamento di questi barbari tagliagole, Orso è caduto martire.
Orso era un ragazzo, come tante e tanti di noi. E il messaggio che ci manda ci dice una cosa molto semplice, ma la più vera: abbiamo la responsabilità di schierarci. Abbiamo la responsabilità di tracciare una linea tra noi e loro, tra la possibilità di una società giusta e la barbarie dell’oggi. Perché “ogni tempesta comincia con una sola goccia”, e insieme possiamo scatenare una tempesta addosso ai nostri nemici. Non può esistere libertà finché non saremo tutte e tutti liberi, non può esistere giustizia finché, insieme, non costruiremo un mondo più giusto, costi quel che costi. E la scelta di Orso ci insegna questo. Per questo lo ringraziamo.
Tutti noi abbiamo la responsabilità di portare avanti il suo esempio e la sua memoria, insieme a quella di Heval Hiwa Bosco, Giovanni Francesco Asperti, caduto lo scorso dicembre e quella di tutti i caduti della rivoluzione. Abbiamo la responsabilità di difendere il loro esempio e la loro memoria dagli sciacalli e dall’ipocrisia di chi alle nostre latitudini criminalizza coloro che hanno il coraggio di combattere dalla parte giusta.
Ciao Lorenzo, Orso, Heval Tekoşer Piling - partigiano dell’oggi.
Domenica 23 giugno
Dalle ore 10.00 alle 20.00 al SMS di Rifredi Via Vittorio Emanuele II, 303 a Firenze
Alle ore 17.30 Cerimonia di saluto alla presenza di familiari e amici, della Comunità Kurda, e delle realtà politiche ed associative che vorranno portare il loro contributo e la loro solidarietà.
Lunedì 24 giugno
Dalle ore 10.30 momento pubblico di ricordo nel piazzale di San Miniato al Monte in Via delle Porte Sante 34.
Alle ore 12.00 tumulazione in forma privata nel cimitero delle Porte Sante
Orso era partito un anno e mezzo fa da Firenze, deciso ad unirsi alle YPG, a schierarsi dalla parte dei popoli che in Siria del Nord stanno portando avanti una rivoluzione. Deciso a difendere in prima linea le popolazioni civili della Siria e tutti quanti noi dalla barbarie dello Stato Islamico. Nel corso di questo anno e mezzo, Orso ha combattuto anche contro un altro nemico: il secondo esercito più grande della Nato, quello turco. Il boia Erdogan, oltre ad aver reso la Turchia corridoio di fuga per decine e decine di jihadisti nel corso di questi anni, ha schierato tutte le sue truppe all’attacco della rivoluzione del Rojava, bombardando civili in tutto il territorio del Kurdistan, dall’Iraq alla Siria, invadendo la città di Afrin e gettandola in pasto a milizie jihadiste che hanno saccheggiato villaggi, violentato e schiavizzato donne e uomini. E Orso, anche ad Afrin, ha combattuto in prima linea.
Orso è andato incontro a testa alta a una scelta difficile e grande, la scelta più grande: essere disposti a dare la vita per una causa giusta. Orso ha dato la vita per la libertà dei popoli della Siria, per una rivoluzione che parla a tutto il mondo di un’altra società possibile, che mette al centro le persone, che valorizza le differenze, che fa della lotta delle donne e dell’ecologia i suoi presupposti.
È grazie al coraggio di una scelta come la sua, che tantissime altre donne e uomini hanno fatto in questi ultimi anni, che questa rivoluzione e le sue forze di difesa, le YPJ e le YPG, sono riuscite a resistere al secondo esercito della Nato, quello turco e a costringere lo Stato Islamico nella sua ultima roccaforte, Baghouz. Proprio lì, a un passo dall’annientamento di questi barbari tagliagole, Orso è caduto martire.
Orso era un ragazzo, come tante e tanti di noi. E il messaggio che ci manda ci dice una cosa molto semplice, ma la più vera: abbiamo la responsabilità di schierarci. Abbiamo la responsabilità di tracciare una linea tra noi e loro, tra la possibilità di una società giusta e la barbarie dell’oggi. Perché “ogni tempesta comincia con una sola goccia”, e insieme possiamo scatenare una tempesta addosso ai nostri nemici. Non può esistere libertà finché non saremo tutte e tutti liberi, non può esistere giustizia finché, insieme, non costruiremo un mondo più giusto, costi quel che costi. E la scelta di Orso ci insegna questo. Per questo lo ringraziamo.
Tutti noi abbiamo la responsabilità di portare avanti il suo esempio e la sua memoria, insieme a quella di Heval Hiwa Bosco, Giovanni Francesco Asperti, caduto lo scorso dicembre e quella di tutti i caduti della rivoluzione. Abbiamo la responsabilità di difendere il loro esempio e la loro memoria dagli sciacalli e dall’ipocrisia di chi alle nostre latitudini criminalizza coloro che hanno il coraggio di combattere dalla parte giusta.
Ciao Lorenzo, Orso, Heval Tekoşer Piling - partigiano dell’oggi.
LETTERA APERTA DELLA FAMIGLIA DI ORSO ALLA CITTÀ di FIRENZE: “Comune e Regione prendano posizione. Non facciamo nuovamente morire Lorenzo”.
Lorenzo, nostro figlio e fratello, è morto il 18 marzo 2019 in Rojava combattendo a fianco dei curdi e delle forze confederate della Siria contro l'ISIS e gli ultimi resti il califfato.
La sua storia, la storia di un giovane che partendo da Rifredi aveva deciso di lasciare tutto, la sua città, casa, lavoro, famiglia, amici... per sostenere il popolo curdo in questa lotta ha emozionato molte
persone.
Vi scriviamo per chiedervi: volete abbandonare chi ha combattuto l’Isis?
Lorenzo è stato riconosciuto come un esempio di partigiano internazionalista e antifascista, che ha scelto da che parte stare e di schierarsi concretamente andando a combattere dove c'era bisogno di lottare per sradicare il fascismo che in quelle aree si stava affermando nelle forme dell'Isis e delle forze che lo sostengono.
Attraverso la sua scelta di vita e la sua morte ha fatto conoscere a tanti la realtà che si sta costruendo nel Rojava, nella zona nord-est della Siria, dove la democrazia che nasce dal basso, fondata sul rispetto delle diversità sociali e culturali, per una parità reale tra uomo e donna, sulla autogestione, sulla economia sociale si sta affermando.
Non tutti forse lo sanno, questa realtà si chiama Confederalismo Democratico ed è un laboratorio sociale che nasce dalle idee di Ocalan, leader curdo del PKK imprigionato da 25 anni nelle prigioni turche, senza il minimo rispetto dei suoi diritti e delle sue garanzie. È un esempio di coesistenza tra i popoli e quindi porta pace e sicurezza in un’area sociale così instabile e travagliata, scossa da attentati, conflitti, stragi...
Ora questa realtà, costruita col sangue di oltre 11.000 curdi e 36 volontari nternazionali, è minacciata e potrebbe essere distrutta.
L'esercito turco e i gruppi paramilitari che Erdogan sostiene nell'area -che non sono altro che un altro modo con cui l'ISIS prova a riproporsi- si stanno preparando ad attaccare il Rojava per eliminare la rivoluzione curda e tutto quello che rappresenta.
Questa aggressione militare turca si può ancora fermare, se c’è una mobilitazione generale.
Vi chiediamo: se abbiamo pianto per Lorenzo riconoscendo la bellezza del suo gesto davvero non vogliamo fare nulla per impedire questa nuova guerra?
Abbiamo ancora voglia di scendere in piazza, protestare, gridare il nostro sdegno e la nostra rabbia indicando i mandanti e le colpe, mostrando la nostra voglia di un mondo più giusto e umano?
Il Comune di Firenze prenderà posizione? E la Regione Toscana?
Tutto serve per fermare questa aggressione e serve ora.
Lorenzo ha combattuto a Afrin nel 2018, dove sono stati migliaia i morti causati dall'invasione turca: vogliamo continuare a sostenere Erdogan, l'esercito turco e l'Isis in questa guerra ingiusta fornendo armi con le nostre fabbriche e soldi dell’Unione Europea per non aprire il corridoio balcanico ai migranti?
Molti hanno pianto per Lorenzo-Orso Tekoser combattente colpiti dalla sua morte, ma ora potrebbe morire nuovamente e con lui tanti giovani curdi e altri popoli che vivono nel Rojava.
Non facciamolo morire nuovamente, facendo morire gli ideali e la causa per la quale si è sacrificato.
Lorenzo ci ha mostrato che nessuna causa è così lontana e così estranea alla nostra vita e che spesso è questione di scelte.
Alessandro, Annalisa e Chiara Orsetti
Lorenzo, nostro figlio e fratello, è morto il 18 marzo 2019 in Rojava combattendo a fianco dei curdi e delle forze confederate della Siria contro l'ISIS e gli ultimi resti il califfato.
La sua storia, la storia di un giovane che partendo da Rifredi aveva deciso di lasciare tutto, la sua città, casa, lavoro, famiglia, amici... per sostenere il popolo curdo in questa lotta ha emozionato molte
persone.
Vi scriviamo per chiedervi: volete abbandonare chi ha combattuto l’Isis?
Lorenzo è stato riconosciuto come un esempio di partigiano internazionalista e antifascista, che ha scelto da che parte stare e di schierarsi concretamente andando a combattere dove c'era bisogno di lottare per sradicare il fascismo che in quelle aree si stava affermando nelle forme dell'Isis e delle forze che lo sostengono.
Attraverso la sua scelta di vita e la sua morte ha fatto conoscere a tanti la realtà che si sta costruendo nel Rojava, nella zona nord-est della Siria, dove la democrazia che nasce dal basso, fondata sul rispetto delle diversità sociali e culturali, per una parità reale tra uomo e donna, sulla autogestione, sulla economia sociale si sta affermando.
Non tutti forse lo sanno, questa realtà si chiama Confederalismo Democratico ed è un laboratorio sociale che nasce dalle idee di Ocalan, leader curdo del PKK imprigionato da 25 anni nelle prigioni turche, senza il minimo rispetto dei suoi diritti e delle sue garanzie. È un esempio di coesistenza tra i popoli e quindi porta pace e sicurezza in un’area sociale così instabile e travagliata, scossa da attentati, conflitti, stragi...
Ora questa realtà, costruita col sangue di oltre 11.000 curdi e 36 volontari nternazionali, è minacciata e potrebbe essere distrutta.
L'esercito turco e i gruppi paramilitari che Erdogan sostiene nell'area -che non sono altro che un altro modo con cui l'ISIS prova a riproporsi- si stanno preparando ad attaccare il Rojava per eliminare la rivoluzione curda e tutto quello che rappresenta.
Questa aggressione militare turca si può ancora fermare, se c’è una mobilitazione generale.
Vi chiediamo: se abbiamo pianto per Lorenzo riconoscendo la bellezza del suo gesto davvero non vogliamo fare nulla per impedire questa nuova guerra?
Abbiamo ancora voglia di scendere in piazza, protestare, gridare il nostro sdegno e la nostra rabbia indicando i mandanti e le colpe, mostrando la nostra voglia di un mondo più giusto e umano?
Il Comune di Firenze prenderà posizione? E la Regione Toscana?
Tutto serve per fermare questa aggressione e serve ora.
Lorenzo ha combattuto a Afrin nel 2018, dove sono stati migliaia i morti causati dall'invasione turca: vogliamo continuare a sostenere Erdogan, l'esercito turco e l'Isis in questa guerra ingiusta fornendo armi con le nostre fabbriche e soldi dell’Unione Europea per non aprire il corridoio balcanico ai migranti?
Molti hanno pianto per Lorenzo-Orso Tekoser combattente colpiti dalla sua morte, ma ora potrebbe morire nuovamente e con lui tanti giovani curdi e altri popoli che vivono nel Rojava.
Non facciamolo morire nuovamente, facendo morire gli ideali e la causa per la quale si è sacrificato.
Lorenzo ci ha mostrato che nessuna causa è così lontana e così estranea alla nostra vita e che spesso è questione di scelte.
Alessandro, Annalisa e Chiara Orsetti
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Testo da Il Deposito
Una ballata di Pardo Fornaciari sul testamento di Lorenzo Orsetti, detto Orso a Firenze e Tekoçer (il Lottatore) in curdo, caduto nella valle della Rojava, nel Kurdistan siriano, in un'imboscata dei fascioislamisti del Daesh, che era andato a combattere per la libertà dei Curdi, per la sicurezza nostra contro i terroristi islamisti, per la giustizia sociale.
Sull'aria della Ballata per Franco Serantini di Ivan della Mea.
Ciao, se state leggendo questo messaggio è segno che non sono più a questo mondo. Beh, non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli, e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, eguaglianza e libertà.
Quindi, nonostante questa prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo, e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra. Non avrei potuto chiedere di meglio.
Vi auguro tutto il bene possibile, e spero che anche voi un giorno (se non l’avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo.
Solo sconfiggendo l’individualismo e l’egoismo in ciascuno di noi si può fare la differenza.
Sono tempi difficili, lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza; mai! Neppure per un attimo.
Anche quando sembra tutto perduto, e i mali che affliggono l’uomo e la terra sembrano insormontabili, cercate di trovare la forza, e di infonderla nei vostri compagni.
E’ proprio nei momenti più bui che la vostra luce serve.
E ricordate sempre che “ogni tempesta comincia con una singola goccia”. Cercate di essere voi quella goccia.
Vi amo tutti, spero farete tesoro di queste parole.
Serkeftin!
Orso, Tekoşer, Lorenzo