Pensare al colpo di stato
allo stato di polizia
è pensare un po' a quel ch'è avvenuto
ai sequestri in mezzo alla via
rime brutte vi dedico indegni
militari ignoranti, assassini
ce li ho ancora stampati quei segni
inflitti in difesa ai quattrini
di quegli otto diabolici-e-basta
dei massoni che mangian' per noi
di un' orrenda e oscenica casta
che ci lascia sputati i vassoi.
Genova duemilaeuno
eh si, c'eravamo
e abbiam visto e subito quel vostro
trattamento da colpo fascista
e d'istinto trovare il controllo,
ma credere che sia finita
era tutto confuso e le botte
che arrivavano in ogni momento
ideali di giovani puri
pedine sacrificali
oggetto dei vostri tranelli
di trappole multimediali
la paura che avete del giusto
ci ha aperto la strada al terrore
e fu orrore che il carabiniere
sparasse e investisse un fratello.
È difficile dirlo a parole
che m' han' preso e buttato in galera
che nel giro di trentasei ore
quasi persi il mio credo e che pena
ogni volta che lo voglio scrivere
la poesia cambia subito stanza
non è rabbia o paura a rivivere
ma un' assurda assenza che avanza
non si paga quel che ho ricevuto
non si può cancellare il dolore,
ma da crescere con quel che ho avuto
si può apprender' motivo e colore
di quei giorni di follia di massa
l' incontrario di quello che ha un senso
mani al cielo nel tempo che passa
aspettando torture in silenzio
e ti stanno pestando sul cesso
senza motivo ti portano via...
e chi chiami in aiuto tuo adesso
se ad aggredirti è la polizia?
ti stanno pestando sul cesso
senza motivo ti portano via...
e chi chiami in aiuto tuo adesso
se ad aggredirti è la polizia?
se ad aggredirti è la polizia?
se ad aggredirti è la polizia?
allo stato di polizia
è pensare un po' a quel ch'è avvenuto
ai sequestri in mezzo alla via
rime brutte vi dedico indegni
militari ignoranti, assassini
ce li ho ancora stampati quei segni
inflitti in difesa ai quattrini
di quegli otto diabolici-e-basta
dei massoni che mangian' per noi
di un' orrenda e oscenica casta
che ci lascia sputati i vassoi.
Genova duemilaeuno
eh si, c'eravamo
e abbiam visto e subito quel vostro
trattamento da colpo fascista
e d'istinto trovare il controllo,
ma credere che sia finita
era tutto confuso e le botte
che arrivavano in ogni momento
ideali di giovani puri
pedine sacrificali
oggetto dei vostri tranelli
di trappole multimediali
la paura che avete del giusto
ci ha aperto la strada al terrore
e fu orrore che il carabiniere
sparasse e investisse un fratello.
È difficile dirlo a parole
che m' han' preso e buttato in galera
che nel giro di trentasei ore
quasi persi il mio credo e che pena
ogni volta che lo voglio scrivere
la poesia cambia subito stanza
non è rabbia o paura a rivivere
ma un' assurda assenza che avanza
non si paga quel che ho ricevuto
non si può cancellare il dolore,
ma da crescere con quel che ho avuto
si può apprender' motivo e colore
di quei giorni di follia di massa
l' incontrario di quello che ha un senso
mani al cielo nel tempo che passa
aspettando torture in silenzio
e ti stanno pestando sul cesso
senza motivo ti portano via...
e chi chiami in aiuto tuo adesso
se ad aggredirti è la polizia?
ti stanno pestando sul cesso
senza motivo ti portano via...
e chi chiami in aiuto tuo adesso
se ad aggredirti è la polizia?
se ad aggredirti è la polizia?
se ad aggredirti è la polizia?
inviata da Skulla - 15/3/2019 - 15:11
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Registrato nel 2013 da Martino Vergnano.
È una testimonianza diretta dei fatti avvenuti durante il g8 di Genova nell'estate 2001.