The language of the frost lobs dead balloons over ruins today
In view of wan wordless crowds that chase waifs to spires with fiery plumes
And incite the firmament's portrait of a drowning in Styx that gives impotents kicks
Boredom murders the heart of our age while sanguinary creeps take the stage
Boredom strangles the life from the printed page
Masking vapor trails from Mercury for a killer on Umbria
Who crippled birch mares, now briars replace their old cotton limbs
Who will tell? I mean, would it make a difference?
Look, metal flower-petal tears do not even appear in the myopic mirror
Boredom murders the heart of our age while sanguinary creeps take the stage
Boredom strangles the life from the printed page
The moon was sagging in the sky as I held her face to mine
All our thoughts were coming in so clear beyond the myopic mirror
We were darting from the place where we just couldn't fit
Far away from all the violence, safely flying in our own orbit
Why do I always have to tell you -- forget about the prescient signs, forget about the life we knew?
May we never be stripped of anything we love, may we grow so gentle, never go mental
May we never go, go mental
May we always stay, stay gentle
May we never go, go mental
May we always stay, stay gentle
May we never go, go mental
May we always stay, stay gentle
May we never go, go mental
May we always stay, stay gentle
Gentle
Gentle
Boredom murders the heart of our age while sanguinary creeps take the stage
Boredom strangles the life from the printed page
What was my number? 114395? I don’t care!
No no no no no
In view of wan wordless crowds that chase waifs to spires with fiery plumes
And incite the firmament's portrait of a drowning in Styx that gives impotents kicks
Boredom murders the heart of our age while sanguinary creeps take the stage
Boredom strangles the life from the printed page
Masking vapor trails from Mercury for a killer on Umbria
Who crippled birch mares, now briars replace their old cotton limbs
Who will tell? I mean, would it make a difference?
Look, metal flower-petal tears do not even appear in the myopic mirror
Boredom murders the heart of our age while sanguinary creeps take the stage
Boredom strangles the life from the printed page
The moon was sagging in the sky as I held her face to mine
All our thoughts were coming in so clear beyond the myopic mirror
We were darting from the place where we just couldn't fit
Far away from all the violence, safely flying in our own orbit
Why do I always have to tell you -- forget about the prescient signs, forget about the life we knew?
May we never be stripped of anything we love, may we grow so gentle, never go mental
May we never go, go mental
May we always stay, stay gentle
May we never go, go mental
May we always stay, stay gentle
May we never go, go mental
May we always stay, stay gentle
May we never go, go mental
May we always stay, stay gentle
Gentle
Gentle
Boredom murders the heart of our age while sanguinary creeps take the stage
Boredom strangles the life from the printed page
What was my number? 114395? I don’t care!
No no no no no
inviata da Riccardo Venturi - 15/3/2019 - 09:07
Lingua: Italiano
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 15-03-2019 09:40
Due parole del traduttore. In un primo momento avevo pensato di disseminare la traduzione di note; ma, per la natura stessa di questo testo, mi sono accorto che sarebbe stato semplicemente inutile, e pedantesco. Va presa quindi, questa “traduzione”, così com'è: una possibile resa di una imagery distopica, tenendo presente la tecnica compositiva di Kevin Barnes (v. introduzione). Solo una parola sulle birch mares della seconda strofa: ho disperato di trovare una resa accettabile (giumente in betulla?...) finché non ho trovato un libriccino in Rete (una guida allo stato cinese dello Xinjiang) in cui si racconta di come il latte di cavalla venga bevuto in coppe di legno di betulla. Naturalmente, si tratta di una remota ipotesi, ma se qualcuno ha proposte differenti si faccia tranquillamente avanti, ivi comprese le “giumente di betulla” letterali...
Riccardo Venturi, 15-03-2019 09:40
Due parole del traduttore. In un primo momento avevo pensato di disseminare la traduzione di note; ma, per la natura stessa di questo testo, mi sono accorto che sarebbe stato semplicemente inutile, e pedantesco. Va presa quindi, questa “traduzione”, così com'è: una possibile resa di una imagery distopica, tenendo presente la tecnica compositiva di Kevin Barnes (v. introduzione). Solo una parola sulle birch mares della seconda strofa: ho disperato di trovare una resa accettabile (giumente in betulla?...) finché non ho trovato un libriccino in Rete (una guida allo stato cinese dello Xinjiang) in cui si racconta di come il latte di cavalla venga bevuto in coppe di legno di betulla. Naturalmente, si tratta di una remota ipotesi, ma se qualcuno ha proposte differenti si faccia tranquillamente avanti, ivi comprese le “giumente di betulla” letterali...
FUTURO FASCISTA PREDETTO
Oggi il linguaggio del gelo scaglia palloni morti sulle rovine
Visibili da folle smorte smunte mute che danno la caccia a bambini abbandonati
Fino a guglie dai pennacchi ardenti, e incitano al ritratto celestiale
Di qualcuno che affoga nello Stige scalciando impotente
Il tedio uccide il cuore della nostra epoca mentre leccapiedi sanguinari salgono alla ribalta...
Il tedio strangola la vita a partire dalla pagina stampata
Vapore avvolgente striscia in cerca di un killer sull'Umbria
Che ha azzoppato giumente da latte in coppe di betulla;
Ora ci sono rovi al posto delle loro membra ovattate, e chi saprà dire?
Voglio dire, questo farà differenza?
Guarda, nello specchio miope non appaiono neanche lacrime di petali metallici
Il tedio uccide il cuore della nostra epoca mentre leccapiedi sanguinari salgono alla ribalta...
Il tedio strangola la vita a partire dalla pagina stampata
La luna si smorzava in cielo mentre tenevo il suo viso attaccato al mio
Tutti i nostri pensieri sopraggiungevano cosí chiari oltre lo specchio miope
Volavamo via come frecce da quel posto dove proprio non potevamo stare
Via, lontani da ogni violenza, volando al sicuro nella nostra orbita
Perché ti devo sempre dire di dimenticare i segni premonitori, di scordarti della vita che conoscevamo?
Non ci strappino mai ogni cosa che amiamo, diventiamo gentili, non diventiamo pazzi
Non diventiamo mai, mai pazzi...
Siamo sempre, sempre gentili...
Non diventiamo mai, mai pazzi...
Siamo sempre, sempre gentili...
Non diventiamo mai, mai pazzi...
Siamo sempre, sempre gentili...
Gentili
Gentili
Il tedio uccide il cuore della nostra epoca mentre leccapiedi sanguinari salgono alla ribalta...
Il tedio strangola la vita a partire dalla pagina stampata
Qual era il mio numero? 114395? E chi se ne importa!
No no no no no
Oggi il linguaggio del gelo scaglia palloni morti sulle rovine
Visibili da folle smorte smunte mute che danno la caccia a bambini abbandonati
Fino a guglie dai pennacchi ardenti, e incitano al ritratto celestiale
Di qualcuno che affoga nello Stige scalciando impotente
Il tedio uccide il cuore della nostra epoca mentre leccapiedi sanguinari salgono alla ribalta...
Il tedio strangola la vita a partire dalla pagina stampata
Vapore avvolgente striscia in cerca di un killer sull'Umbria
Che ha azzoppato giumente da latte in coppe di betulla;
Ora ci sono rovi al posto delle loro membra ovattate, e chi saprà dire?
Voglio dire, questo farà differenza?
Guarda, nello specchio miope non appaiono neanche lacrime di petali metallici
Il tedio uccide il cuore della nostra epoca mentre leccapiedi sanguinari salgono alla ribalta...
Il tedio strangola la vita a partire dalla pagina stampata
La luna si smorzava in cielo mentre tenevo il suo viso attaccato al mio
Tutti i nostri pensieri sopraggiungevano cosí chiari oltre lo specchio miope
Volavamo via come frecce da quel posto dove proprio non potevamo stare
Via, lontani da ogni violenza, volando al sicuro nella nostra orbita
Perché ti devo sempre dire di dimenticare i segni premonitori, di scordarti della vita che conoscevamo?
Non ci strappino mai ogni cosa che amiamo, diventiamo gentili, non diventiamo pazzi
Non diventiamo mai, mai pazzi...
Siamo sempre, sempre gentili...
Non diventiamo mai, mai pazzi...
Siamo sempre, sempre gentili...
Non diventiamo mai, mai pazzi...
Siamo sempre, sempre gentili...
Gentili
Gentili
Il tedio uccide il cuore della nostra epoca mentre leccapiedi sanguinari salgono alla ribalta...
Il tedio strangola la vita a partire dalla pagina stampata
Qual era il mio numero? 114395? E chi se ne importa!
No no no no no
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Lyrics and Music / Testo e musica / Paroles et musique / Sanat ja sävel : Kevin Barnes
Album / Albumi: The Sunlandic Twins
Non credo sia un caso che il seguente testo degli of Montreal, nonostante sia piuttosto noto e non di rado citato persino in libri, non sia mai stato tradotto (o, comunque, sottoposto a un tentativo di traduzione) in una qualsiasi lingua. A questo, senz'altro, hanno anche contribuito l'introversione e il pressoché perenne stato depressivo di Kevin Barnes, il fondatore e leader del gruppo pop psichedelico facente parte del collettivo Elephant 6, e le sue particolari forme di composizione testuale, esemplificate ad esempio in questa intervista del 2005 a Kindamuzik (in neerlandese). The Sunlandic Twins, l'album dal quale proviene questo brano, era appena uscito, e all'intervistatore, Thijs Zilverberg, Barnes spiegava le sue tecniche partendo proprio dai versi più oscuri e controversi di Forecast Fascist Future: “Già, le parole. Io leggo molto, e annoto tutte le parole che mi piacciono di più in un taccuino. Parole già incontrate, ad esempio nella letteratura, e parole che ancora non conosco. Me le segno, assieme al loro significato. Poi provo a intesserle nei miei testi, cercando di articolare ciò che era troppo inarticolato.”
Si capisce che, con una tale tecnica compositiva, psichedelica quanto la musica del gruppo, non è questione neppure di “tradurre”, ma semplicemente di lasciarsi andare alla imagery del brano, nella quale le parole formano un tutt'uno con la musica e con l'immagine d'insieme, con l'”atmosfera” per dirla in soldoni. Un'atmosfera che qualcuno, in Song Meanings (l'unico sito sul quale, dopo ricerche abbastanza capillari, mi è capitato di leggere qualche tentativo di analizzare questo testo), ha accostato a quella di Fahrenheit 451, il romanzo di Ray Bradbury del 1953 dal quale François Truffaut trasse un celebre film. A mio parere giustamente; aggiungo, da parte mia, che nel brano c'è anche qualche precisa atmosfera dickiana, soprattutto del Philip Dick della Svastica sul Sole (ma non solo).
Detto questo, si tratta, naturalmente, di una distopia e di un'ucronia (ancora Bradbury e Dick). I distopici, però, non di rado ci vedono chiaro nella loro oscurità, e le “tendenze” del 2005 non sono e non possono essere molto diverse da quelle di oggi; oggi, casomai, abbiamo fatto dei passi da gigante verso quel “futuro fascista” predetto da Kevin Barnes. Passi da gigante verso la limitazione, la compressione e l'oppressione del pensiero mediante sempre più sofisticati e capillari sistemi di controllo (si pensi solo ai “social”); le “folle smunte smorte mute” che danno la caccia a “bambini abbandonati” fino a “guglie dai pennacchi ardenti”, e che “incitano al ritratto celestiale di qualcuno che affoga nello Stige scalciando impotente”, sono parole eloquenti e chiare, che riportano da un lato al nazismo e, dall'altro, a un “futuro” che si è fatto presente di odio, di caccia, di rifiuto, di massificazione mentale. Moltitudini senza emozioni e senza parole, gli haters, i bruciatori di campi nomadi, le “brave persone” delle classi deboli che vengono scagliate contro quelle ancora più deboli, la “guerra tra poveri” al servizio del potere.
Tutto questo nel “tedio”, la noia che avvolge la mente delle persone che hanno cessato di pensare e che lasciano passare ogni crimine commesso dai governanti e dai potentati socioeconomici, ogni guerra, ogni sopraffazione al servizio del profitto. Persone, folle che non pensano più, simboleggiate dallo “specchio miope” (si ricordi che “miope”, in inglese come in italiano e in molte altre lingue, significa anche “ottuso, di vedute ristrette”); qui, come saggiamente spiegato in Song Meanings da un anonimo, potrebbe esservi anche un'allusione ad un'antica favola, quella della volpe che vede la luna riflessa nell'acqua di uno stagno e che non pensa a questa possibilità, ma prende l'immagine riflessa della luna per un oggetto reale, una forma di formaggio, e si getta nello stagno annegandovi. Occorrerebbe vedere oltre le immagini, oltre l'esteriorità indotta che si riflette nello “specchio miope”; occorrerebbe vedere le cose come sono, non come riflesse da uno specchio che ottenebra.
Ed è questo, esattamente, il “futuro fascista” che non solo ci attende, ma che è già in atto. Seguire sempre le parole, gli incitamenti, gli ordini dei governi e del potere, ciò che essi chiamano generalmente “legalità” quando è la sua esatta negazione (qui i riferimenti orwelliani sono pure piuttosto chiari). Avere pensieri autonomi e rifiutare di diventare numeri; attaccarsi a ciò che amiamo come atto di esistenza e resistenza, rifiutare la follia in nome dell'amore. Questo l'antidoto, l'unico possibile, al “futuro fascista”, e a un presente di odio predeterminato, standardizzato, massificato. In questo, il brano, nonostante il suo testo apparentemente nonsensical, è autenticamente e profondamente antifascista, nel senso più puro del termine. [RV]