Sull’ asfalto delle tue autostrade
Non tutto il sangue si è già rappreso
Verde di chiesa odore di mare
E dolce pietra dal cuore disteso
Spiaggia che muore in mezzo al grano
Vecchia pineta dal fondo parlante
In una mano
Amore sacro di donna velata
Dolce mammella della mia amata
Strano paese
Vestito a lutto
Strana la gente
Strano che tutto
sia cosi strano
Ma questa è l’anima
del mio Gargano
clientelismo e speculazione
di abigeato
si muore ancora,
si muore ancora
per l’onore violato
per l’onore
di una qualche signora
Strano paese
Vestito a lutto
Strana la gente
Strano che tutto
sia cosi strano
Ma questa è l’anima
del mio Gargano
abusivismo e il contrabbando
sono le colpe ma non il peccato
chi non ha casa
la costruisce
no, non e’ reato
Strano paese
Vestito a lutto
Strana la gente
Strano che tutto
sia cosi strano
Strano paese
Vestito a lutto
Strana la gente
Strano che tutto
sia cosi strano
Ma questa è l’anima
del mio Gargano
Ma questa è l’anima
del mio Gargano.
Non tutto il sangue si è già rappreso
Verde di chiesa odore di mare
E dolce pietra dal cuore disteso
Spiaggia che muore in mezzo al grano
Vecchia pineta dal fondo parlante
In una mano
Amore sacro di donna velata
Dolce mammella della mia amata
Strano paese
Vestito a lutto
Strana la gente
Strano che tutto
sia cosi strano
Ma questa è l’anima
del mio Gargano
clientelismo e speculazione
di abigeato
si muore ancora,
si muore ancora
per l’onore violato
per l’onore
di una qualche signora
Strano paese
Vestito a lutto
Strana la gente
Strano che tutto
sia cosi strano
Ma questa è l’anima
del mio Gargano
abusivismo e il contrabbando
sono le colpe ma non il peccato
chi non ha casa
la costruisce
no, non e’ reato
Strano paese
Vestito a lutto
Strana la gente
Strano che tutto
sia cosi strano
Strano paese
Vestito a lutto
Strana la gente
Strano che tutto
sia cosi strano
Ma questa è l’anima
del mio Gargano
Ma questa è l’anima
del mio Gargano.
inviata da Dq82 - 28/12/2018 - 15:34
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Strano Paese
Il Paz amava dire d’essere nato a San Menaio, e di vivere tra Bologna e l’America. Al suo Gargano ha lasciato una struggente poesia, che la generosità di sua madre Giuliana Di Cretico, e l’estro di Umberto Sangiovanni e della Daunia Orchestra hanno trasformato in una canzone disperatamente attuale che racconta la Montagna del Sole nelle sue contraddizioni e nelle sue speranze e che speriamo diventi simbolo dell’orgoglio e della dignità del Gargano che non vuole arrendersi, un inno di futuro e di solidarietà.
A cantarla sono tanti grandi attori che hanno prestato gratuitamente la loro voce e le loro espressioni al progetto Il Mio Gargano. L’idea lanciata dall’impareggiabile Mario De Vivo e da Luigi Damiani, amico personale di Andrea Pazienza, è stata immediatamente raccolta da Nerì Marcorè e Paolo Sassanelli.
Protagonisti del progetto sono l’ensamble musicale della DauniaOrchestra (band nota per il lavoro di ricerca svolto negli ultimi anni sul territorio pugliese e finalista al “premio Tenco” 2012), che si avvale dei solisti Fabrizio Bosso alla tromba, Massimo D’Agostino alla batteria, Egidio Marchitelli alla chitarra e gli attori: Emilio Solfrizzi, Neri Marcorè, Paolo Sassanelli, Luca Argentero, Bianca Guaccero, Lunetta Savino, Dino Abbrescia, Lillo (Pasquale Petrolo), Pio e Amedeo (con Michele De Virgilio e lo schermidore olimpionico Luigi Samele rappresentanti del proprio territorio in quanto foggiani), dei conduttori radio-televisivi Alessandro Greco, Carlo Massarini e Savino Zaba (anch’egli rappresentante la provincia di Foggia), dell’amico fraterno di Andrea Pazienza Gino Nardella.
Tutti insieme si sono prestati gratuitamente a cantare le parole scritte da Andrea per il Gargano.
Il progetto è nato nel 2014 in seguito all'alluvione che ha colpito il Gargano