Le gars était un tâcheron
N’ayant que ses bras pour fortune;
La fille: celle du patron,
Un gros fermier de la commune.
Ils s’aimaient tous deux tant et plus.(bis)
Ecoutez ça, les bonnes gens
Petits de coeur et gros d’argent!
Ecoutez ça ils s’aimaient tant et plus
L’Amour, ça se fout des écus!
Lorsqu’ils s’en revenaient du bal
Par les minuits clairs d’assemblée,
Au risque d’un procès-verbal,
Ils faisaient de larges roulées
Au plein des blés profonds et droits,(bis)
Ecoutez ça, les bonnes gens
Qu’un bicorne rend grelottants!
Ecoutez ça des blés profonds et droits
L’Amour, ça se fout de la Loi!
Un jour, s’en fur(ent)tous deux prier
Elle: son père! Et lui: son maître!
De les laisser se marier.
Mais le vieux les envoya paître;
ALors, ils prirent la clé des champs.(bis)
Ecoutez ça, les bonnes gens
Qui respectez les cheveux blancs!
Ecoutez ça ils prirent la clé des champs
L’Amour, ça se fout des parents!
S’en furent dans quelque cité,
Loin des labours et des jachères;
Passèrent ensemble un été,
Puis, tout d’un coup, ils se fâchèrent
Et se quittèrent bêtement.(bis)
Ecoutez ça, les bonnes gens
Mariés, cocus et puis contents!
Ecoutez ça ils s’quittèrent bêtement
L’Amour, ça se fout des amants!
N’ayant que ses bras pour fortune;
La fille: celle du patron,
Un gros fermier de la commune.
Ils s’aimaient tous deux tant et plus.(bis)
Ecoutez ça, les bonnes gens
Petits de coeur et gros d’argent!
Ecoutez ça ils s’aimaient tant et plus
L’Amour, ça se fout des écus!
Lorsqu’ils s’en revenaient du bal
Par les minuits clairs d’assemblée,
Au risque d’un procès-verbal,
Ils faisaient de larges roulées
Au plein des blés profonds et droits,(bis)
Ecoutez ça, les bonnes gens
Qu’un bicorne rend grelottants!
Ecoutez ça des blés profonds et droits
L’Amour, ça se fout de la Loi!
Un jour, s’en fur(ent)tous deux prier
Elle: son père! Et lui: son maître!
De les laisser se marier.
Mais le vieux les envoya paître;
ALors, ils prirent la clé des champs.(bis)
Ecoutez ça, les bonnes gens
Qui respectez les cheveux blancs!
Ecoutez ça ils prirent la clé des champs
L’Amour, ça se fout des parents!
S’en furent dans quelque cité,
Loin des labours et des jachères;
Passèrent ensemble un été,
Puis, tout d’un coup, ils se fâchèrent
Et se quittèrent bêtement.(bis)
Ecoutez ça, les bonnes gens
Mariés, cocus et puis contents!
Ecoutez ça ils s’quittèrent bêtement
L’Amour, ça se fout des amants!
inviata da Flavio Poltronieri - 5/12/2018 - 19:07
Lingua: Italiano
Traduzione italiana di Flavio Poltronieri
Il numero 6 (novembre/dicembre 2019) di Azione Nonviolenta, la rivista nazionale bimestrale del Movimento, conterrà al suo interno anche un mio lungo articolo in scrittura poetica, interamente consacrato alla canzone pacifista di Gaston Couté.
Il numero 6 (novembre/dicembre 2019) di Azione Nonviolenta, la rivista nazionale bimestrale del Movimento, conterrà al suo interno anche un mio lungo articolo in scrittura poetica, interamente consacrato alla canzone pacifista di Gaston Couté.
L'AMORE ANARCHICO
Il ragazzo era un testardo
La cui unica fortuna erano le sue braccia
La ragazza: la figlia del capo
Un grosso coltivatore del comune
I due si amavano tanto e più ancora
Ascoltate brava gente
Vuoti di cuore e pieni di soldi
Ascoltate, si amavano tanto e più ancora
L'amore se ne frega delle monete!
Quando sono tornati dal ballo
Nella confusione, al chiarore della mezzanotte
Rischiando un processo verbale
Si rotolarono abbondantemente
In mezzo al grano fitto e dritto
Ascoltate brava gente
Che un cappello a tre punte fa rabbrividire*
Ascoltate, nel grano fitto e dritto
L'amore se ne frega della legge!
Un giorno, entrambi pregarono
Lei, suo padre e lui, il suo padrone
Di lasciare che si sposassero
Ma il vecchio li mandò a pascolare
Allora si presero la libertà
Ascoltate brava gente
Che rispettate i capelli bianchi
Ascoltate, si presero la libertà
L'amore se ne frega dei genitori!
Scapparono in qualche città
Lontano dai lavori nei campi e dalle terre incolte
Passarono insieme un'estate
Poi, all'improvviso, litigarono
E si lasciarono stupidamente
Ascoltate brava gente
Sposata, cornuta e felice
Ascoltate, si lasciarono stupidamente
L'amore se ne frega degli amanti!
Il ragazzo era un testardo
La cui unica fortuna erano le sue braccia
La ragazza: la figlia del capo
Un grosso coltivatore del comune
I due si amavano tanto e più ancora
Ascoltate brava gente
Vuoti di cuore e pieni di soldi
Ascoltate, si amavano tanto e più ancora
L'amore se ne frega delle monete!
Quando sono tornati dal ballo
Nella confusione, al chiarore della mezzanotte
Rischiando un processo verbale
Si rotolarono abbondantemente
In mezzo al grano fitto e dritto
Ascoltate brava gente
Che un cappello a tre punte fa rabbrividire*
Ascoltate, nel grano fitto e dritto
L'amore se ne frega della legge!
Un giorno, entrambi pregarono
Lei, suo padre e lui, il suo padrone
Di lasciare che si sposassero
Ma il vecchio li mandò a pascolare
Allora si presero la libertà
Ascoltate brava gente
Che rispettate i capelli bianchi
Ascoltate, si presero la libertà
L'amore se ne frega dei genitori!
Scapparono in qualche città
Lontano dai lavori nei campi e dalle terre incolte
Passarono insieme un'estate
Poi, all'improvviso, litigarono
E si lasciarono stupidamente
Ascoltate brava gente
Sposata, cornuta e felice
Ascoltate, si lasciarono stupidamente
L'amore se ne frega degli amanti!
* all'epoca di Couté, la gendarmeria francese indossava questo tipo di copricapo
inviata da Flavio Poltronieri - 5/10/2019 - 16:18
Gaston Couté. Le impalcature lo salutarono
Centoundici anni fa, non aveva neanche compiuto trent’anni Gaston Couté il 28 giugno del 1911 quando il suo corteo funebre lasciò l'ospedale Lariboisière di Parigi verso la Gare d'Austerlitz per la sepoltura a Meung-sur-Loire nel Loiret. La triste processione transitò davanti al cantiere della metropolitana, allora in fase di costruzione, gli scavatori al suo passaggio smisero di lavorare e si offrirono di portare loro la bara. Quando il treno giunse a Meung-sur-Loire, il sindaco del paese non partecipò neppure al funerale perché era occupato ad assistere alle prove della fanfara municipale (...) eppure era addirittura suo cognato! La vita e l'opera di Gaston si riassumono entrambe prodigiosamente in questo giorno del suo interramento: l'omaggio degli operai, il disprezzo dei potenti. Ora e sempre: EVVIVA GASTON COUTE'!
Flavio Poltronieri
Centoundici anni fa, non aveva neanche compiuto trent’anni Gaston Couté il 28 giugno del 1911 quando il suo corteo funebre lasciò l'ospedale Lariboisière di Parigi verso la Gare d'Austerlitz per la sepoltura a Meung-sur-Loire nel Loiret. La triste processione transitò davanti al cantiere della metropolitana, allora in fase di costruzione, gli scavatori al suo passaggio smisero di lavorare e si offrirono di portare loro la bara. Quando il treno giunse a Meung-sur-Loire, il sindaco del paese non partecipò neppure al funerale perché era occupato ad assistere alle prove della fanfara municipale (...) eppure era addirittura suo cognato! La vita e l'opera di Gaston si riassumono entrambe prodigiosamente in questo giorno del suo interramento: l'omaggio degli operai, il disprezzo dei potenti. Ora e sempre: EVVIVA GASTON COUTE'!
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri - 28/6/2022 - 10:50
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Testo / Paroles / Lyrics / Sanat: Gaston Couté
Musica / Musique / Music / Sävel: Marc Robine
Testo di Gaston Couté, originariamente pubblicato in "Le Libertaire" nell'ottobre del 1899. Dal 1937 rititolato "L’amour qui s’fout de tout". Musica e interpretazione del grande Marc Robine, nel suo LP Cezame interamente dedicato a Couté e registrato nell'aprile del 1979 in rue des Bleuets a Parigi.
Flavio Poltronieri