Deformati dalla smorfia della guerra
Nella sporca e promiscua ridda sociale
quando il canto di un gallo tra le macerie
Si confonderà al suono delle sirene
Per un figlio che muore di febbre incendiaria
Per Napoli che ci sembrerà una Bagdad leggendaria
cadranno troni, re, miti e regine
Calcinati di sangue su queste rovine
Solo un figlio che cercherà
Fortune amorose giustizia e anarchia
E che non seguirà il passo della storia
Che ci spazza via
E sarà stufo della città Santa
Dove dicono che la guerra si fa per finta
Cercando un posto senza santità
Dove ogni cosa che deve bruciare, brucerà.
Ma la storia dell'uomo schiaccia giovani vite
tra i fascismi e il potere di chi sempre le ha usate
E chi implora un dio e la sua testimonianza
È perché non ha più quella della sua coscienza
Solo un figlio che cercherà
Fortune amorose giustizia e anarchia
E che non seguirà il passo della storia
Che ci spazza via
E sarà stufo della città Santa
Dove dicono che la guerra si fa per finta
Cercando un posto senza santità
Dove ogni cosa che deve bruciare, brucerà.
Nella sporca e promiscua ridda sociale
quando il canto di un gallo tra le macerie
Si confonderà al suono delle sirene
Per un figlio che muore di febbre incendiaria
Per Napoli che ci sembrerà una Bagdad leggendaria
cadranno troni, re, miti e regine
Calcinati di sangue su queste rovine
Solo un figlio che cercherà
Fortune amorose giustizia e anarchia
E che non seguirà il passo della storia
Che ci spazza via
E sarà stufo della città Santa
Dove dicono che la guerra si fa per finta
Cercando un posto senza santità
Dove ogni cosa che deve bruciare, brucerà.
Ma la storia dell'uomo schiaccia giovani vite
tra i fascismi e il potere di chi sempre le ha usate
E chi implora un dio e la sua testimonianza
È perché non ha più quella della sua coscienza
Solo un figlio che cercherà
Fortune amorose giustizia e anarchia
E che non seguirà il passo della storia
Che ci spazza via
E sarà stufo della città Santa
Dove dicono che la guerra si fa per finta
Cercando un posto senza santità
Dove ogni cosa che deve bruciare, brucerà.
inviata da Dq82 - 30/11/2018 - 09:49
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La febbre incendiaria
Liberamente tratto dal romanzo "La Storia" di Elsa Morante
Marco Cantini: voce
Riccardo Tesi: organetto diatonico
Riccardo Galardini: chitarre acustiche
Lorenzo Forti: basso elettrico
Fabrizio Morganti: batteria
il pezzo – ispirandosi alle pagine della Morante che raccontano i bombardamenti che nel 1943 devastarono il quartiere San Lorenzo a Roma – racconta la necessità di liberarsi ad ogni costo dai tiranni e dagli oppressori, evocando attraverso il video una forma di resistenza giovanile ambientata ai nostri giorni: sottolineando come alle sopraffazioni che ancora oggi persistono - certamente più invisibili, ma comunque presenti – sia possibile opporsi attraverso un esempio di fratellanza e rispetto, nutrendo sempre speranze verso le nuove generazioni.
Una ballata che è un inno alla giovinezza, e nel contempo un’esortazione alla lotta. Ispirandosi alle pagine della Morante relative ai disastrosi bombardamenti del luglio ‘43 sopra il quartiere San Lorenzo di Roma, la canzone sottolinea la necessità di liberarsi sempre – a qualunque costo – da ogni forma di tirannia ed oppressione: un dovere che vale ancora oggi ed in qualunque epoca, dovunque persistano sopraffazioni e ingiustizie.
Nino, primo figlio di Ida, entrato a far parte della resistenza partigiana, ne è una sorta di simbolo: seduttore e teppista, definito da Pasolini il “vivo per definizione”. Vessillo della vita vissuta come l’eroe di un melodramma in tutte le sue pieghe: nella sua inconsapevolezza, nelle sue tentazioni e nelle sue miserie.
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