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Avoir 20 ans dans les Aurès

René Vautier
Lingua: Francese


Lista delle versioni e commenti


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[1972]
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Canzoni / Songs / Chansons / Laulut:
1. Parole e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Pierre Tisserand
2. / 3. / 4. Parole e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: René Vautier / Bernard Ramel / Yves Branellec
Interprete / Performed by / Interprétées par / Laulaja: Yves Branellec

aures


René Vautier (1928-2015)
René Vautier (1928-2015)
Nell'aprile del 1961, nel massiccio dell'Aurès, in Algeria, opera un commando dell'esercito francese composto da soldati di leva bretoni, chiamato ad affrontare un gruppo dell'Armata di Liberazione Nazionale algerina. Il commando francese cattura un prigioniero algerino; è in questo momento che uno dei soldati bretoni feriti durante il combattimento, che nella vita civile fa il maestro elementare, rivive gli eventi che ha vissuto assieme ai sui compagni negli ultimi mesi: oppositori della guerra in Algeria, sono stati internati in un campo destinato ai renitenti (“insoumis”) e il ricordo va al modo in cui il loro comandante ha saputo trasformarli, da giovani bretoni antimilitaristi quali erano, in temibili cacciatori di fellagha, pronti ad uccidere per il piacere di farlo. Tutti, tranne lui, cedono gradualmente all'escalation della violenza.



Il film completo (in francese)
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Questa, in estrema sintesi, la trama del film Avoir 20 ans dans les Aurès, con tutta probabilità mai uscito in Italia (mi sia concesso il beneficio del dubbio in assenza di riscontri certi), realizzato dal regista antimilitarista e progressista bretone René Vautier (nato a Camaret-sur-Mer nel Penn-ar-Bed il 15 gennaio 1928 e morto a Cancale, nell'Ille-et-Vilaine, il 4 gennaio 2015), figlio di un'operaio e di una maestra elementare, partigiano all'età di quindici anni e persino decorato da De Gaulle. Fu, in seguito, membro del Partito Comunista francese. Avoir 20 ans dans les Aurès è forse il suo film più noto, in una carriera cinematografica iniziata nel 1948; con l'Algeria aveva legami diretti, dato che, nel 1956, vi si era recato clandestinamente partecipando alla lotta antifrancese del FLN. Sul massiccio dell'Aurès aveva girato delle riprese sull'attività dei combattenti algerini.

Tra gli attori del film (il protagonista del quale, il tenente Perrin, è interpretato da Philippe Léotard), René Vautier cercava un giovane in grado di cantare le quattro canzoni presenti nella colonna sonora. Lo trovò in Yves Branellec, di Brest, che interpreta il giovane soldato Youenn. Allora giovane attore appena uscito, l'anno prima, dal Conservatorio di Arte Drammatica, Branellec aveva compiuto anche studi musicali specifici, era stato -da buon bretone- marinaio ai quattro angoli del globo, aveva fatto studi di economia aziendale e era dotato di una voce straordinaria e matura. Come ricorda René Vautier, le quattro canzoni del film furono registrate “attorno a un tavolo, con tre bottiglie piene di Beaujolais. All'inizio, i tre bretoni facevano finta di non essere ispirati, ma in capo a tre ore, con le tre bottiglie oramai vuote, l'ispirazione era arrivate e le canzoni erano pronte.”

Sono le quattro canzoni che presentiamo in questo “paginone giampiertestiano” collettivamente intestato al film (che è stato reperito nella sua interezza e che qui presentiamo sia nel percorso dedicato alla guerra d'Algeria, sia in quello -specialissimo e poco frequentato- dei “Film contro la guerra”), quasi certi di far scoprire a chi s'imbatta in questa pagina un film antimilitarista assolutamente sconosciuto in Italia e in buona parte del Sistema Solare. Il testo di tre delle canzoni è del regista René Vautier stesso, in collaborazione con Bernard Ramel e Yves Branellec; la canzone generica, Nous aussi, nous marchions era stata invece precedentemente scritta da Pierre Tisserand proprio al suo ritorno dalla guerra in Algeria. Non era riuscito a farla incidere, né in proprio né da nessun altro, ed ecco che, anni dopo, la ritrova finalmente in un film che sembra fatto apposta e che le calza come un guanto.

In Francia, il film Avoir 20 ans dans les Aurès è tuttora considerato come un caposaldo della cinematografia militante e antimilitarista, ed è naturalmente ancora oggetto di polemiche e di ovvi tentativi di delegittimazione. Considerato come “scorretto” e come una sorta di apologia della diserzione, in occasione di una sua proiezione a Tourcoing, nel 1997 (vale a dire 25 anni dopo la sua uscita) suscitò polemiche enormi e appelli alla censura. Ha provocato rimostranze anche da parte del generale Maurice Faivre, a onor del vero uno dei comandanti francesi che si dimostrarono più umani e rispettosi durante il conflitto algerino. Faivre ha definito il film una “caricatura della realtà”, rimproverandogli anche notevoli “inesattezze geografiche” e facendo soprattutto presente che i commandos presenti nel teatro delle operazioni non erano formati da soldati di leva, ma da volontari specificamente addestrati. Pur tenendo conto delle osservazioni di Faivre, resta la tematica di fondo del film e delle sue canzoni.

Nel 1972, anno della sua uscita, il film ricevette il Premio della Critica Internazionale al festival di Cannes. Nel 2012 ne è stata presentata una versione restaurata. [RV]

Yves Branellec.
Yves Branellec.
1. Nous aussi, nous marchions
Pierre Tisserand – Yves Branellec



C'était un beau pays que je ne nomm'rai pas,
On y passait trente mois ou de vie à trépas
C'était un beau pays près de la Tunisie
Mais à cause des ciseaux de Dame Anastasie
Je ne peux le nommer. Apprenez toutefois 
Qu'on y perdait son temps en même temps que la foi 
Qu'il y avait du sable, des pitons et des rocs 
Et que ça n'était pas non plus loin du Maroc 

Nous aussi nous marchions et toujours ventre à terre,
On dit crapahuter en langage militaire
Nous aussi nous marchions profondément humains
Des beaux mots plein la gueule, des fusils plein les mains

Seul 'ment à cette époque, et les temps ont changé
On disait d'un chanteur qu' il était engagé 
Quand vêtu d'un treillis et de chaussures à clous
Il était comme nous, dans la merd' jusqu'au cou.
Que faisaient en ce temps les rythmeurs condottieres
Qui crient "Paix au Viet Nam!' à l'abri d'leurs frontières
On n'entendait alors qu'un sinistre silence
Aucune chansonnette pour faire des turbulences

Car eux aussi marchaient, et parfois ventr'à terre,
On dit crapahuter en langage militaire
Oui, eux aussi marchaient, profondément humains,
Des beaux mots plein la gueule, des fusils plein les mains…

2. Bien, l' bonjour...
René Vautier / Bernard Ramel / Yves Branellec - Yves Branellec

Bien l'bonjour, mon lieutenant,
Vos petites guéguerres,
Vos petites guéguerres, 
Bien l'bonjour, mon lieutenant,
Vos petites guéguerres 
Ont fait leur temps…

L'Indochine est à Ho Chi Minh,
Au Laos tu l'as eu dans l'os,
La Guinée tu l'as eu dans l'nez,
Côte-d’Ivoire tu t'es fait avoir,
A Suez y a Nasser qui t'baise,
Dien Bien Phu tu l'as eu dans l'cul,
Et les Aurès, tu l'as dans les fesses!

Bien l'bonjour, mon lieutenant,
Vos petites guéguerres,
Vos petites guéguerres,
Bien l'bonjour, mon lieutenant, 
Vos petites guéguerres
Ont fait leur temps.

3. Le pied dans la merde
René Vautier / Bernard Ramel / Yves Branellec - Yves Branellec



Fous pas ton pied dans cette merde,
C'est une vraie histoire de fous,
Pas ton pied dans cette merde
Ou bien t'y passeras jusqu'au cou !

On t'amènera dans une vieille caserne, 
Tu entreras par la petite poterne,
A c'moment-là, mets ton drapeau en berne,
T'auras déjà l'bâton dans ta giberne,
Fous pas… 

On t'offrira une paire de godasses, 
De godillots ou bien de pataugas,
Il suffira que ton p'tit doigt y passe, 
Tu s'ras déjà un début de bidasse !
Fous pas…

On te collera une veste militaire,
Un bout d'treillis pour cacher ton derrière, 
Et derrière toi on claquera la portière, 
A c'moment-là, plus de machine arrière,
Fous pas…

On t'apprendra à faire le pantin,
On te mettra un fusil dans les mains,
Et même si tu t'crois le plus malin,
On t'obligera à tuer les copains,
Comme si c'étaient de vulgaires lapins !

4. Avoir vingt ans dans les Aurès
René Vautier / Bernard Ramel / Yves Branellec - Yves Branellec



Avoir vingt ans dans les Aurès, 
Ou à Verdun ou au Gabon,
Avoir vingt ans bien loin de Brest,
C'est naturel pour un Breton…

Pleurez pas, M'sieur dame,
Même si l'on pleure aux enterrements.
S'il vivait en Bretagne 
Il y crèverait lentement... 
Si tu n'as pas l'âme fonctionnaire, 
Si tu n'es pas né commerçant,
Si tu n'veux pas être militaire, 
Pour ne pas tuer pour de l'argent,
Qu'allais-tu faire en cette vie
Avant que d'être retraité,
Toi qui es né dans cette ville 
Moitié béton, moitié armée…

inviata da Riccardo Venturi - 14/11/2018 - 00:21



Lingua: Italiano

Traduzione integrale italiana di Riccardo Venturi
Complete Italian translation by Riccardo Venturi
Traduction italienne intégrale de Riccardo Venturi
Täydellinen italiankielinen käännös: Riccardo Venturi
14-11-2018

La locandina dell'edizione polacca del film di René Vautier.
La locandina dell'edizione polacca del film di René Vautier.
AVERE VENT'ANNI SULL'AURÈS

1. Anche noialtri si marciava
Pierre Tisserand – Yves Branellec

Era un bel paese di cui non dirò il nome,
Ci si passava trenta mesi, o dalla vita al trapasso
Era un bel paese vicino alla Tunisia
Ma a causa delle forbici di Madama Anastasia [1]
Non posso dirne il nome. Sappiate comunque
Che ci si perdeva il tempo, e pure la fede,
Che c'erano sabbia, pitoni e macigni
E che non era lontano nemmeno dal Marocco.

Anche noialtri si marciava, e sempre pancia a terra,
Si dice “strisciare” nel gergo militare
Anche noialtri si marciava, profondamente umani,
Riempiendosi la bocca di belle parole, e di fucili le mani.

Soltanto a quell'epoca, e i tempi sono cambiati,
Si diceva di un cantante che era impegnato,
Quando, vestito in mimetica e con scarponi chiodati
Era come noi, nella merda fino al collo.
A quel tempo, che facevano gli strimpellatori condottieri
Che ora urlano “Pace nel Vietnam!” al riparo delle loro frontiere?
Allora non si sentiva altro che un sinistro silenzio,
Nessuna canzonetta che facesse un po' di casino

Perché anche loro marciavano, e talvolta pancia a terra,
Si dice “strisciare” nel gergo militare,
Eh sí, anche loro marciavano, profondamente umani,
Riempiendosi la bocca di belle parole, e di fucili le mani...

2. Buongiorno, buongiorno...
René Vautier / Bernard Ramel / Yves Branellec - Yves Branellec

Buongiorno, buongiorno, tenente,
Le vostre piccole guerricciole,
Le vostre piccole guerricciole,
Buongiorno, buongiorno, tenente,
Le vostre piccole guerricciole
Hanno fatto il loro tempo...

L'Indocina è di Ho Chi Minh,
In Laos te l'hanno proprio infilato,
In Costa d'Avorio t'hanno trombato,
A Suez Nasser t'ha ciulato,
A Dien Bien Phu t'hanno inchiappettato
E sull'Aurès sei stato inculato!

Buongiorno, buongiorno, tenente,
Le vostre piccole guerricciole,
Le vostre piccole guerricciole,
Buongiorno, buongiorno, tenente,
Le vostre piccole guerricciole
Hanno fatto il loro tempo...

3. Non ficcare il piede in questa merda
René Vautier / Bernard Ramel / Yves Branellec - Yves Branellec

Non ficcare il piede in questa merda,
È davvero una roba da pazzi,
Non ficcare il piede in questa merda
O ci sarai dentro fino al collo!

Ti porteranno in una vecchia caserma,
Ci entrerai da una porticina di servizio,
A quel punto metti la tua bandiera a mezz'asta,
Avrai già il bastone nella tua giberna,
Non ficcare il piede...

Poi ti daranno un paio di scarponi militari,
Scarponacci o scarpacce da marcia,
Basterà che il tuo mignolo ci entri
E sarai già un inizio di soldato !
Non ficcare il piede...

Ti affibbieranno una divisa,
Una mimetica per nasconderci il culo,
E dietro di te sbatteranno la porta,
E a quel punto non si fa marcia indietro,
Non ficcare il piede...

Ti insegneranno a essere un fantoccio,
Ti metteranno un fucile in mano
E anche se credi d'essere il più furbo
Ti costringeranno a ammazzare i compagni
Come se siano conigli qualunque !

4. Avere vent'anni sull'Aurès
René Vautier / Bernard Ramel / Yves Branellec - Yves Branellec

Avere vent'anni sull'Aurès
O a Verdun, o in Gabon,
Avere vent'anni lontanissimo da Brest
E' naturale per un bretone...

Non piangete, signore e signori,
Anche se si piange ai funerali.
Se fosse vissuto in Bretagna
Ci sarebbe crepato pian piano...
Se non hai l'animo impiegatizio,
Se non sei nato commerciante,
Se non vuoi esser militare
Per non ammazzare per soldi,
Che avresti fatto in questa vita
Prima di andare in pensione?
Tu, che sei nato in questa città
Mezza cemento e mezza esercito... [2]
[1] Nella tradizione francese, fin dalla metà del XIX secolo, “Madama Anastasia” (Dame Anastasie) simboleggia la censura con le sue forbici.

aureasanastasie


[2] Chiaro riferimento a Brest, tra le più importanti guarnigioni militari francesi e città considerata generalmente grigia e orrenda (anche perché totalmente rasa al suolo durante la II guerra mondiale). Penso di essere tra i pochi al mondo che a suo tempo, invece, la trovò disperatamente bella...

14/11/2018 - 01:23




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