Questo pugno che si dice
grande come il cuore, questa
quercia la quale radice
prima, al mondo non si attesta;
questo pugno che si leva
da duecento anni in qua,
questo pugno che doveva
vincere e che vincerà.
Rigoglisce a ogni stagione
perché ha, questo pugno indomo,
il frutto della ragione,
questo pugno è tutto l'uomo.
Questo pugno che si serra
oltre il fuoco e le nazioni,
che fiorisce dalla guerra
dei padroni e sui padroni
torce la sua giusta guerra
e rivuol tutto e di più,
per ogni uomo sotto terra,
ogni soldo fatto su.
Questo pugno che al mestiere
si tradì nel mondezzaio
del potere... Il potere
dev'essere operaio!
Da ciascuno a ciascuno
per capacità e bisogno
è la legge che nessuno
può strappare a questo pugno,
chi ha sparato a questo pugno
ha fermato il cuore al mondo
solo il tempo di un mugugno,
di una lacrima, un secondo
che già ripartì più forte,
più scandiata la sua marcia,
come i rami dalla morte
torna a mettere la quercia,
questo pugno che si dice
grande come il cuore, questo
sangue che si fa vernice
sul suo eterno manifesto
sul suo indelebile drappo
perché viva la Comune,
per i partigiani al cappio,
per Lev Trotskij, per Cafrune,
per il Maggio Sessantotto,
per il comandante Ernesto,
per il sangue sul G8,
per Abd El Salam, è questo
pugno contro il paradiso,
contro voi più alto che mai!
Non lo avete ancora ucciso,
non lo ucciderete mai.
Contro il vostro paradiso,
contro voi più alto che mai,
non ci avete ancora ucciso,
non ci ucciderete mai.
grande come il cuore, questa
quercia la quale radice
prima, al mondo non si attesta;
questo pugno che si leva
da duecento anni in qua,
questo pugno che doveva
vincere e che vincerà.
Rigoglisce a ogni stagione
perché ha, questo pugno indomo,
il frutto della ragione,
questo pugno è tutto l'uomo.
Questo pugno che si serra
oltre il fuoco e le nazioni,
che fiorisce dalla guerra
dei padroni e sui padroni
torce la sua giusta guerra
e rivuol tutto e di più,
per ogni uomo sotto terra,
ogni soldo fatto su.
Questo pugno che al mestiere
si tradì nel mondezzaio
del potere... Il potere
dev'essere operaio!
Da ciascuno a ciascuno
per capacità e bisogno
è la legge che nessuno
può strappare a questo pugno,
chi ha sparato a questo pugno
ha fermato il cuore al mondo
solo il tempo di un mugugno,
di una lacrima, un secondo
che già ripartì più forte,
più scandiata la sua marcia,
come i rami dalla morte
torna a mettere la quercia,
questo pugno che si dice
grande come il cuore, questo
sangue che si fa vernice
sul suo eterno manifesto
sul suo indelebile drappo
perché viva la Comune,
per i partigiani al cappio,
per Lev Trotskij, per Cafrune,
per il Maggio Sessantotto,
per il comandante Ernesto,
per il sangue sul G8,
per Abd El Salam, è questo
pugno contro il paradiso,
contro voi più alto che mai!
Non lo avete ancora ucciso,
non lo ucciderete mai.
Contro il vostro paradiso,
contro voi più alto che mai,
non ci avete ancora ucciso,
non ci ucciderete mai.
inviata da Parvus - 24/10/2018 - 02:11
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Nuovo Cantacronache nr. 3
MUSICA: Marina Malva Rizzato
TESTO: Salvo Lo Galbo