Μελαχρινέ Ναπολιτάνο
ο πόλεμος είναι φριχτός,
εσύ μαχαίρωσες τον Πάνο
μετά σε σκότωσε κι αυτός.
Εσύ στη Νάπολη μπαρμπέρης
κι αυτός ψαράς στο Αιτωλικό,
να μάθεις δε θα καταφέρεις
πως φτάσατε στο φονικό
Τώρα κοιμάστε αγκαλιασμένοι
όπως το θέλησε ο Θεός,
νάναι οι λαοί αδελφωμένοι
μαύροι, λευκοί ένας λαός.
ο πόλεμος είναι φριχτός,
εσύ μαχαίρωσες τον Πάνο
μετά σε σκότωσε κι αυτός.
Εσύ στη Νάπολη μπαρμπέρης
κι αυτός ψαράς στο Αιτωλικό,
να μάθεις δε θα καταφέρεις
πως φτάσατε στο φονικό
Τώρα κοιμάστε αγκαλιασμένοι
όπως το θέλησε ο Θεός,
νάναι οι λαοί αδελφωμένοι
μαύροι, λευκοί ένας λαός.
inviata da Riccardo Venturi - 20/4/2007 - 03:30
Lingua: Greco moderno (Phonetic)
La trascrizione fonetica del testo greco:
[ melaxri:ne napoli'tano
o.'polemos 'ine 'frix'to:s
e'si "ma'çeroses to.'bano
me'ta.se 'sko:tose kj.af'to:s
e'si sti.'napolji bar'beris
kj.af'to:s psa'ras sto."etoli'ko
na.'maθis "δe.θa.kata'feris
pos.'ftasate sto.foni'ko
'tora kji'maste aηgaljaz'meñi
'opos to.θeljise o.θe'o:s
'nane i.la'i aδelfo'meñi
'mavri lef'kji 'enas la'o:s ]
o.'polemos 'ine 'frix'to:s
e'si "ma'çeroses to.'bano
me'ta.se 'sko:tose kj.af'to:s
e'si sti.'napolji bar'beris
kj.af'to:s psa'ras sto."etoli'ko
na.'maθis "δe.θa.kata'feris
pos.'ftasate sto.foni'ko
'tora kji'maste aηgaljaz'meñi
'opos to.θeljise o.θe'o:s
'nane i.la'i aδelfo'meñi
'mavri lef'kji 'enas la'o:s ]
inviata da Riccardo Venturi - 20/4/2007 - 04:11
Lingua: Italiano
Versione italiana di Riccardo Venturi
20 aprile 2007
20 aprile 2007
IL NAPOLETANO
O bruno napoletano,
la guerra è terribile.
Tu hai pugnalato Panos,
e poi lui ti ha ammazzato.
Tu, a Napoli barbiere
e lui, pescatore in Etolia,
vattelappesca come siete
arrivati ad ammazzarvi.
Ora dormite abbracciati
come ha voluto Iddio,
che i popoli fossero fratelli,
neri e bianchi, un solo popolo.
O bruno napoletano,
la guerra è terribile.
Tu hai pugnalato Panos,
e poi lui ti ha ammazzato.
Tu, a Napoli barbiere
e lui, pescatore in Etolia,
vattelappesca come siete
arrivati ad ammazzarvi.
Ora dormite abbracciati
come ha voluto Iddio,
che i popoli fossero fratelli,
neri e bianchi, un solo popolo.
Davvero una bellissima canzone, grazie per farci conoscere cose che altrimenti resterebbero del tutto sconosciute
Marcello - 20/4/2007 - 11:26
grazie di questa pagina e del suo commento. non conoscevo la canzone. bellissima.
Tizianp - 1/9/2011 - 18:17
L'aggetivo bruno non si usa come un stereotipo, o meglio si usa come stereotipo per tutti e due i popoli e un aggetivo usato per far vedere meglio la somiglianza fra greci e italiani. A lo stesso modo si usa anche Napoli. Stereotipi certo ma usati per sotolineare una fratellanza.
RGB - 1/11/2013 - 05:56
Melachriné Napolitano (1)
Στίχοι: Πυθαγόρας
Μουσική: Γιώργος Κατσαρός (2)
Πρώτη έκτελεση: Μαρινέλλα
Δίσκος: "Αλβανία", 1973
Testo di Pythagòras
Musica di Yorgos Katsaròs
Prima interpretazione di Marinella
Disco: "Albania", 1973
(1): Il titolo esatto è "Ο Ναπολιτάνος".
(2): La canzone greca annovera due Γιώργος Κατσαρός . Il primo, il cui vero cognome era Θεολογίτης, nacque nell'isola di Amorgos nel 1888 ed è morto in Florida a 107 anni nel 1995. Fu un importante autore di canzoni rebetiche, e si affermò nell'anteguerra tra i Greci degli U.S.A. prima di avere successo anche nella madrepatria. Il secondo, corfiota, è nato nel 1934, è autore di molta musica per la radio, il cinema, il teatro e la televisione. E' anche un buon saxofonista di musica jazz. Purtroppo è anche noto per essere l'autore dell'"Inno del 21 Aprile", composto nel 1967 a pro dei Colonnelli, che si sdebitarono qualche tempo dopo promuovendolo a direttore dell'Orchestra della Radio Nazionale. Il "cedimento" di parecchi personaggi della musica greca, tra cui Bithikotsis e Marinella, all'avvento dei Colonnelli è stato un doloroso aspetto del settennio di dittatura. E' al secondo Katsaròs che con tutta probabilità si deve attribuire la musica di questa canzone.
Στίχοι: Πυθαγόρας
Μουσική: Γιώργος Κατσαρός (2)
Πρώτη έκτελεση: Μαρινέλλα
Δίσκος: "Αλβανία", 1973
Testo di Pythagòras
Musica di Yorgos Katsaròs
Prima interpretazione di Marinella
Disco: "Albania", 1973
(1): Il titolo esatto è "Ο Ναπολιτάνος".
(2): La canzone greca annovera due Γιώργος Κατσαρός . Il primo, il cui vero cognome era Θεολογίτης, nacque nell'isola di Amorgos nel 1888 ed è morto in Florida a 107 anni nel 1995. Fu un importante autore di canzoni rebetiche, e si affermò nell'anteguerra tra i Greci degli U.S.A. prima di avere successo anche nella madrepatria. Il secondo, corfiota, è nato nel 1934, è autore di molta musica per la radio, il cinema, il teatro e la televisione. E' anche un buon saxofonista di musica jazz. Purtroppo è anche noto per essere l'autore dell'"Inno del 21 Aprile", composto nel 1967 a pro dei Colonnelli, che si sdebitarono qualche tempo dopo promuovendolo a direttore dell'Orchestra della Radio Nazionale. Il "cedimento" di parecchi personaggi della musica greca, tra cui Bithikotsis e Marinella, all'avvento dei Colonnelli è stato un doloroso aspetto del settennio di dittatura. E' al secondo Katsaròs che con tutta probabilità si deve attribuire la musica di questa canzone.
Gian Piero Testa - 14/2/2014 - 17:29
Questa canzone non sottolinia la fratellanza tra Italia e Grecia, anzi era una canzone anti-italiana. Infatti l'unica fratellanza che si vuole sottolineare è quella tra greci e napoletani ,che siamo e al tempo eravamo comandati da voi italiani per combattere in un paese che non era nostro. Sono qui per ricordare che noi del sud non siamo italiani e mai lo saremo. L'unico una faccia, una razza è quello tra napoletani e greci
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Στίχοι: Πυθαγόρας
Μουσική: Γιώργος Κατσαρός
Πρώτη έκτελεση: Μαρινέλλα
Δίσκος: "Αλβανία", 1973
Testo di Pythagòras
Musica di Yorgos Katsaròs
Prima interpretazione di Marinella
Disco: "Albania", 1973
Siete mai stati in Grecia? Se ci siete stati, probabilmente vi sarà capitato di sentire un qualsiasi greco, una volta saputo che siete italiani, dire la fatidica frase: " 'Ελληνες κι Ιταλοί, μία φάτσα, μία ράτσα" (si pronuncia: "élines ki italì, mìa fàzza, mìa razza"). Vuol dire che siamo tutti su questo lago salato che si chiama Mediterraneo. Abbiamo tutti la stessa faccia e siamo della stessa razza. Italiani, greci, arabi, spagnoli, jugoslavi, turchi…tutti quanti. Per sottolinearlo, i greci hanno usato due delle centinaia di parole di origine italiana (di antico e a volte antichissimo prestito) che esistono nel greco popolare. Tutto questo nonostante gli imbecilli di vari colori che allignano da tutte le parti. Nonostante guerre sanguinose ci abbiano messo spesso gli uni contro gli altri per niente, o per soddisfare le tronfie voglie di qualche tronfio coglione che ne è stato travolto. Uno di questi tronfi coglioni si chiamava Benito Mussolini, che alcuni coglioni altrettanto tronfi si ostinano ancora a considerare come un "grande statista". Quello, insomma, che volle "spezzare le reni alla Grecia", finendo sbugiardato, sconfitto e costretto a ricorrere all'aiuto di Hitler. Il prezzo fu la vita di migliaia di italiani e di greci. Perché i tronfi coglioni sono, sovente, anche degli assassini.
Logico che, durante l'invasione della Grecia del 1940-41, un paese che nulla aveva fatto all'Italia, i greci, combattendo valorosamente, non avessero nei confronti dell'Italia e degli italiani un atteggiamento così fraterno come quello espresso dalla frase di prima (che è antica). Furono composte decine di canzoni di scherno nei confronti del "duce" e degli italiani, e a volte di scherno crudele. Questa è la guerra. Passata la bufera, qualcuno volle rimettere le cose a posto. Come ad esempio, con questo gioiello di piccola canzone, Pythagoras Papastamatiou, compositore e autore che si firmava semplicemente "Pythagoras". Immaginò un "bruno napoletano" (immagine un po' stereotipata all'estero: gli italiani sono spesso tutti bruni e tutti napoletani) e Panos, un greco, che si erano combattuti e ammazzati a vicenda. E che ora dormono…abbracciati assieme. Il napoletano barbiere, e il greco pescatore. Due poveracci, uno mandato a morire e l'altro morto per difendere il suo paese. Mia fazza, mia razza. Cosa che fu vista meglio quando un'Italia diversa da quella degli attuali anni di stronzio accolse migliaia di esuli e studenti greci durante la dittatura dei colonnelli. [RV]