Popolo unito per la memoria
contro la revisione che riscrive la storia
la parte giusta contro la vergogna
popolo in lotta che ancora si sdegna
Popolo unito saremo a ricordare
2 agosto a Bologna per non dimenticare
per piazza della Loggia, Piazza Fontana
giustizia insabbiata che si allontana
Popolo unito viva le differenze
onda su onda milioni di coscienze
saremo un argine per non farli passare
oltre il mito della razza non staremo a subire
sempre attaccati dal morso del potere
uomini e donne non staranno a guardare
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito per l'educazione
scuola di tutti senza distinzione
anche i più poveri han diritto di imparare
danno i soldi ai privati non possiamo accettare
Popolo unito per gli ospedali
che siano per tutti perché tutti sono uguali
contro le guerre ci portano alla fine
basta fucili né patria né confine
sempre attaccati dal morso del potere
uomini e donne non staranno a guardare
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
De pie, marchar, que vamos a triunfar,
Avanzan ya banderas de unidad,
Y ahora el pueblo que se alza en la lucha
Con voz de gigante, gritando: ¡Adelante!
Millones ya imponen la verdad,
Sus manos van llevando la justicia y la razón,
Y ahora el pueblo que se alza en la lucha
Con voz de gigante, gritando: ¡Adelante!
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
contro la revisione che riscrive la storia
la parte giusta contro la vergogna
popolo in lotta che ancora si sdegna
Popolo unito saremo a ricordare
2 agosto a Bologna per non dimenticare
per piazza della Loggia, Piazza Fontana
giustizia insabbiata che si allontana
Popolo unito viva le differenze
onda su onda milioni di coscienze
saremo un argine per non farli passare
oltre il mito della razza non staremo a subire
sempre attaccati dal morso del potere
uomini e donne non staranno a guardare
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito per l'educazione
scuola di tutti senza distinzione
anche i più poveri han diritto di imparare
danno i soldi ai privati non possiamo accettare
Popolo unito per gli ospedali
che siano per tutti perché tutti sono uguali
contro le guerre ci portano alla fine
basta fucili né patria né confine
sempre attaccati dal morso del potere
uomini e donne non staranno a guardare
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
De pie, marchar, que vamos a triunfar,
Avanzan ya banderas de unidad,
Y ahora el pueblo que se alza en la lucha
Con voz de gigante, gritando: ¡Adelante!
Millones ya imponen la verdad,
Sus manos van llevando la justicia y la razón,
Y ahora el pueblo que se alza en la lucha
Con voz de gigante, gritando: ¡Adelante!
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
Popolo unito non sarà mai vinto
inviata da Dq82 - 24/6/2018 - 16:47
2023
17 fili rossi + 1. Ricordando Piazza Fontana
17 fili rossi + 1
L’album si compone di 16 tracce, undici brani musicali e cinque interventi attoriali. Delle canzoni che raccontano la strage nella Banca dell’Agricoltura, la title track, come si è detto, è stata scritta da Renato Franchi partendo da un testo di Fulvio Mario Beretta. Come sovente accade nelle composizioni del cantautore legnanese, un evento tragico come quello dell’esplosione della bomba è raccontato con delicatezza: la canzone si apre infatti rievocando una Milano invernale, avvolta in una fitta nebbia e illuminata dalle luci di Natale, e seguono alcuni “quadretti” che descrivono la quotidianità dei protagonisti, inconsapevoli del proprio crudele destino. In conclusione, vengono ricordati i nomi delle 18 vittime, “17 cuori in cielo con Pino Pinelli”. Dal punto di vista musicale, i timbri di chitarra, pianoforte, violino e percussioni dialogano con la fisarmonica di Roberto Nassini, a cui è affidata la toccante introduzione del pezzo.
Sempre dedicate a Piazza Fontana sono l’omonimo brano scritto da Claudio Bernieri nel 1975, noto anche come Luna rossa ed originariamente interpretato dal gruppo Yu Kung, qui nella rilettura di Come le Foglie, e la versione strumentale del medesimo pezzo da parte della Banda degli Ottoni a Scoppio.
Un’altra canzone d’epoca è Fontana del dolor, conosciuta anche come L’infame strage di Piazza Fontana, composta dal cantastorie meneghino Angelo Cavallini, molto attivo negli anni Settanta come artista di strada. Il pezzo è stato riscoperto dallo stesso Bernieri, che ha anche girato un documentario sull’argomento; nel concept è stato invece affidato all’ensemble piacentino Emily Collettivo Musicale, che ne ha realizzato una versione coinvolgente e trascinante. Altre due canzoni rievocano la strage: La fontana degli Yo Yo Mundi, in cui gli assoli di chitarra nella conclusione del brano sottolineano i versi finali “da un fascio di bugie spunta un germoglio di carezze”, e Oggi no, del cantautore milanese Andreacarlo, che racconta l’inquietudine di un passante dei giorni nostri che, sotto Natale, si ritrova a passare per il centro della città e non può fare a meno di ripensare ai drammatici eventi di mezzo secolo fa.
Dedicate a Giuseppe Pinelli sono La ballata di Pinelli, il tradizionale brano composto sull’aria della canzone popolare Il feroce monarchico Bava, interpretato da Alessio Lega; Quasi soltanto mia, che tratteggia con delicatezza il vissuto di Licia Pinelli, firmata da Filippo Andreani e già contenuta nel suo album “Scritti con Pablo” del 2011, e l’inedita Un ferroviere del cantautore lecchese Daniele Ridolfi, in cui viene data voce allo stesso Pino. Due brani “storici” per due formazioni altrettanto storiche dipingono poi l’oscuro affresco della strategia della tensione (Via Italia, Gang) e la volontà di riscatto dalle ingiustizie (Popolo Unito, Casa del Vento).
I cinque interventi attoriali raccontano invece, da diversi punti di vista, non solo l’accaduto del 12 dicembre, ma anche le sue cause, riconducibili al complesso e torbido disegno della già citata “strategia della tensione” che affonda le sue radici già nell’immediato dopoguerra. Daniele Biacchessi, ne Il Paese della vergogna, descrive la festosa atmosfera natalizia, devastata dallo scoppio dell’ordigno, le vite distrutte delle vittime e i silenzi che si trasformano in urla, le stesse urla che purtroppo torneranno a straziare altri luoghi del nostro Paese. Il rumore del silenzio di Renato Sarti ricorda invece i funerali in piazza Duomo, gremita da oltre 300000 persone, la cui massiccia presenza rappresenta un atto “politico”. Scritta da Claudio Ravasi e interpretata da Paolo Raimondi, A Milano vado poco esprime i sentimenti di una persona che, in gioventù, ha vissuto gli eventi dell’epoca stragista in maniera inconsapevole e che a distanza di molti anni ne percepisce il peso e l’importanza. La prima strage di Stato di Silvano Piccardi e Non è finita di Moni Ovadia, infine, risalgono alle origini dell’eversione nera, riconducibili al 1945, e ai rigurgiti fascisti mai sopiti.
marynowhere.com
L’album si compone di 16 tracce, undici brani musicali e cinque interventi attoriali. Delle canzoni che raccontano la strage nella Banca dell’Agricoltura, la title track, come si è detto, è stata scritta da Renato Franchi partendo da un testo di Fulvio Mario Beretta. Come sovente accade nelle composizioni del cantautore legnanese, un evento tragico come quello dell’esplosione della bomba è raccontato con delicatezza: la canzone si apre infatti rievocando una Milano invernale, avvolta in una fitta nebbia e illuminata dalle luci di Natale, e seguono alcuni “quadretti” che descrivono la quotidianità dei protagonisti, inconsapevoli del proprio crudele destino. In conclusione, vengono ricordati i nomi delle 18 vittime, “17 cuori in cielo con Pino Pinelli”. Dal punto di vista musicale, i timbri di chitarra, pianoforte, violino e percussioni dialogano con la fisarmonica di Roberto Nassini, a cui è affidata la toccante introduzione del pezzo.
Sempre dedicate a Piazza Fontana sono l’omonimo brano scritto da Claudio Bernieri nel 1975, noto anche come Luna rossa ed originariamente interpretato dal gruppo Yu Kung, qui nella rilettura di Come le Foglie, e la versione strumentale del medesimo pezzo da parte della Banda degli Ottoni a Scoppio.
Un’altra canzone d’epoca è Fontana del dolor, conosciuta anche come L’infame strage di Piazza Fontana, composta dal cantastorie meneghino Angelo Cavallini, molto attivo negli anni Settanta come artista di strada. Il pezzo è stato riscoperto dallo stesso Bernieri, che ha anche girato un documentario sull’argomento; nel concept è stato invece affidato all’ensemble piacentino Emily Collettivo Musicale, che ne ha realizzato una versione coinvolgente e trascinante. Altre due canzoni rievocano la strage: La fontana degli Yo Yo Mundi, in cui gli assoli di chitarra nella conclusione del brano sottolineano i versi finali “da un fascio di bugie spunta un germoglio di carezze”, e Oggi no, del cantautore milanese Andreacarlo, che racconta l’inquietudine di un passante dei giorni nostri che, sotto Natale, si ritrova a passare per il centro della città e non può fare a meno di ripensare ai drammatici eventi di mezzo secolo fa.
Dedicate a Giuseppe Pinelli sono La ballata di Pinelli, il tradizionale brano composto sull’aria della canzone popolare Il feroce monarchico Bava, interpretato da Alessio Lega; Quasi soltanto mia, che tratteggia con delicatezza il vissuto di Licia Pinelli, firmata da Filippo Andreani e già contenuta nel suo album “Scritti con Pablo” del 2011, e l’inedita Un ferroviere del cantautore lecchese Daniele Ridolfi, in cui viene data voce allo stesso Pino. Due brani “storici” per due formazioni altrettanto storiche dipingono poi l’oscuro affresco della strategia della tensione (Via Italia, Gang) e la volontà di riscatto dalle ingiustizie (Popolo Unito, Casa del Vento).
I cinque interventi attoriali raccontano invece, da diversi punti di vista, non solo l’accaduto del 12 dicembre, ma anche le sue cause, riconducibili al complesso e torbido disegno della già citata “strategia della tensione” che affonda le sue radici già nell’immediato dopoguerra. Daniele Biacchessi, ne Il Paese della vergogna, descrive la festosa atmosfera natalizia, devastata dallo scoppio dell’ordigno, le vite distrutte delle vittime e i silenzi che si trasformano in urla, le stesse urla che purtroppo torneranno a straziare altri luoghi del nostro Paese. Il rumore del silenzio di Renato Sarti ricorda invece i funerali in piazza Duomo, gremita da oltre 300000 persone, la cui massiccia presenza rappresenta un atto “politico”. Scritta da Claudio Ravasi e interpretata da Paolo Raimondi, A Milano vado poco esprime i sentimenti di una persona che, in gioventù, ha vissuto gli eventi dell’epoca stragista in maniera inconsapevole e che a distanza di molti anni ne percepisce il peso e l’importanza. La prima strage di Stato di Silvano Piccardi e Non è finita di Moni Ovadia, infine, risalgono alle origini dell’eversione nera, riconducibili al 1945, e ai rigurgiti fascisti mai sopiti.
marynowhere.com
Dq82 - 22/3/2024 - 12:07
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Al di là degli alberi
La canzone era già presente tra le versioni de El pueblo unido jamás será vencido, che cita e riprende, viene inserita col testo (che non era presente fino ad oggi) come CCG a se stante