Ar vraoa pahig yaouank a zo barz er hanton,
Ar vraoa pahig yaouank a zo barz er hanton,
Hanver a rèr anezi Marig ar Polanton,
Hanver a rèr anezi Marig ar Polanton,
Oadet eo deuz ugent vloaz hamatrehe ouspenn,
Oadet eo deuz ugent vloaz hamatrehe ouspenn,
Bemde ar baotred yaouank a zeu d’e zihoulenn,
Bemde ar baotred yaouank a zeu d’e zihoulenn.
Kaoz’zo dei de zimezi mes dimi ne ra ket,
Kaoz’zo dei de zimezi mes dimi ne ra ket,
Digand ’r kondanasion pehini neus choajet,
Digand ’r kondanasion pehini neus choajet.
Ha da eg eur deuz an noz yé ar plac’h deuz ar guer
Ha da eg eur deuz an noz yé ar plac’h deuz ar guer
Da zeg eur deuz an mintin arruas e Kemper
Da zeg eur deuz an mintin arruas e Kemper
Bonjour aotou kabiten, kabiten ar zoudarded
Bonjour aotou kabiten, kabiten ar zoudarded
Plec’h ma’r soudarded youank ‘barz er ger man plaset,
Plec’h ma’r soudarded youank ‘barz er ger man plaset?
Du-ze maint plahig yaouank, tre en tu all d’ar ger
Du-ze maint plahig yaouank, tre en tu all d’ar ger
O hober an exersis war dachenn vraz Kemper
O hober an exersis war dachenn vraz Kemper
Kundet e oa gantan tre beteg ar ponchoù
Kundet e oa gantan tre beteg ar ponchoù
A benn neuze tigoueza ne kement a zaeloù
A benn neuze tigoueza ne kement a zaeloù
Kenavo plahig yaouank kenavo kenavo
Kenavo plahig yaouank kenavo kenavo
Kar’ barz fin d’am honje matrehe vin maro
Kar’ barz fin d’am honje matrehe vin maro.
Ar vraoa pahig yaouank a zo barz er hanton,
Hanver a rèr anezi Marig ar Polanton,
Hanver a rèr anezi Marig ar Polanton,
Oadet eo deuz ugent vloaz hamatrehe ouspenn,
Oadet eo deuz ugent vloaz hamatrehe ouspenn,
Bemde ar baotred yaouank a zeu d’e zihoulenn,
Bemde ar baotred yaouank a zeu d’e zihoulenn.
Kaoz’zo dei de zimezi mes dimi ne ra ket,
Kaoz’zo dei de zimezi mes dimi ne ra ket,
Digand ’r kondanasion pehini neus choajet,
Digand ’r kondanasion pehini neus choajet.
Ha da eg eur deuz an noz yé ar plac’h deuz ar guer
Ha da eg eur deuz an noz yé ar plac’h deuz ar guer
Da zeg eur deuz an mintin arruas e Kemper
Da zeg eur deuz an mintin arruas e Kemper
Bonjour aotou kabiten, kabiten ar zoudarded
Bonjour aotou kabiten, kabiten ar zoudarded
Plec’h ma’r soudarded youank ‘barz er ger man plaset,
Plec’h ma’r soudarded youank ‘barz er ger man plaset?
Du-ze maint plahig yaouank, tre en tu all d’ar ger
Du-ze maint plahig yaouank, tre en tu all d’ar ger
O hober an exersis war dachenn vraz Kemper
O hober an exersis war dachenn vraz Kemper
Kundet e oa gantan tre beteg ar ponchoù
Kundet e oa gantan tre beteg ar ponchoù
A benn neuze tigoueza ne kement a zaeloù
A benn neuze tigoueza ne kement a zaeloù
Kenavo plahig yaouank kenavo kenavo
Kenavo plahig yaouank kenavo kenavo
Kar’ barz fin d’am honje matrehe vin maro
Kar’ barz fin d’am honje matrehe vin maro.
inviata da Flavio Poltronieri - 6/5/2018 - 21:23
Lingua: Italiano
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös: Flavio Poltronieri
Marig ar Polanton
La più bella delle ragazze mai vista nel comune
Si chiama Marig ar Polanton
Ha vent'anni o forse appena di più
Ogni giorno vengono dei ragazzi a domandarla
In sposa, ma lei non si sposa
A causa della condanna che si è scelta
Alle dieci di sera la ragazza parte di casa
Alle dieci del mattino arriva a Quimper
Buongiorno Capitano, Capitano dei soldati
Dove sono alloggiati i giovani soldati in questa città?
Là in fondo ragazzina, dall'altra parte della città
Stanno facendo esercitazioni sul campo di manovra di Quimper
L'ha condotta fino al ponte
Quante lacrime ha versato finora?
Arrivederci ragazzina, arrivederci
Perchè da qui alla fine del mio servizio potrei essere morto
La più bella delle ragazze mai vista nel comune
Si chiama Marig ar Polanton
Ha vent'anni o forse appena di più
Ogni giorno vengono dei ragazzi a domandarla
In sposa, ma lei non si sposa
A causa della condanna che si è scelta
Alle dieci di sera la ragazza parte di casa
Alle dieci del mattino arriva a Quimper
Buongiorno Capitano, Capitano dei soldati
Dove sono alloggiati i giovani soldati in questa città?
Là in fondo ragazzina, dall'altra parte della città
Stanno facendo esercitazioni sul campo di manovra di Quimper
L'ha condotta fino al ponte
Quante lacrime ha versato finora?
Arrivederci ragazzina, arrivederci
Perchè da qui alla fine del mio servizio potrei essere morto
Lingua: Bretone
Marig ar Pollanton: La versione cantata da Alan Stivell in Reflets [1970]
Ferme restando tutte le considerazioni di Flavio Poltronieri, anche quelle sui misteri bretoni (ma la Bretagna, come è noto, è terra di per sé piena di misteri), ho ritenuto opportuno dare comunque la versione cantata da Alan Stivell in Reflets e consistente solo nelle tre strofe iniziali (qui diventate sei perché riporto il testo come effettivamente cantato, con tutte le ripetizioni -è del resto ben noto il mio profondo odio verso i testi presentati coi “x2”, “bis”, “chorus” e simili altri procedimenti barbarici). Il testo (completo) presentato da Flavio Poltronieri è scritto in una delle tante “grafie tradizionali” in uso fino a tempi abbastanza recenti: il bretone, anche tenendo conto delle sue differenziazioni dialettali, è vissuto per secoli in un autentico caos ortografico. La grafia peurunvanet è recentissima: non la usava nemmeno Alan Stivell negli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso, ai tempi dei suoi primi album. Da notare che la versione stivelliana è intitolata Marig ar Pollanton, con [-ll-]: come in tutte le società tradizionali rurali, al posto del cognome più o meno ufficiale (Quéffelec, in bretone propriamente Kefeleg che significa “beccaccia”) si usava di solito il patronimico, per il quale Marig (diminutivo di Maria) era “ar Pol[l]anton”, cioè “di Paolantonio”. Cognome patronimico per altro ampiamente diffuso anche in Italia. Di traduzione non c’è bisogno: basta seguire quella di Flavio Poltronieri per le prime tre strofe (tenendo però presente che, nella versione stivelliana, si dice ar gondanasionoù al plurale, “le condanne”. [RV]
Ferme restando tutte le considerazioni di Flavio Poltronieri, anche quelle sui misteri bretoni (ma la Bretagna, come è noto, è terra di per sé piena di misteri), ho ritenuto opportuno dare comunque la versione cantata da Alan Stivell in Reflets e consistente solo nelle tre strofe iniziali (qui diventate sei perché riporto il testo come effettivamente cantato, con tutte le ripetizioni -è del resto ben noto il mio profondo odio verso i testi presentati coi “x2”, “bis”, “chorus” e simili altri procedimenti barbarici). Il testo (completo) presentato da Flavio Poltronieri è scritto in una delle tante “grafie tradizionali” in uso fino a tempi abbastanza recenti: il bretone, anche tenendo conto delle sue differenziazioni dialettali, è vissuto per secoli in un autentico caos ortografico. La grafia peurunvanet è recentissima: non la usava nemmeno Alan Stivell negli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso, ai tempi dei suoi primi album. Da notare che la versione stivelliana è intitolata Marig ar Pollanton, con [-ll-]: come in tutte le società tradizionali rurali, al posto del cognome più o meno ufficiale (Quéffelec, in bretone propriamente Kefeleg che significa “beccaccia”) si usava di solito il patronimico, per il quale Marig (diminutivo di Maria) era “ar Pol[l]anton”, cioè “di Paolantonio”. Cognome patronimico per altro ampiamente diffuso anche in Italia. Di traduzione non c’è bisogno: basta seguire quella di Flavio Poltronieri per le prime tre strofe (tenendo però presente che, nella versione stivelliana, si dice ar gondanasionoù al plurale, “le condanne”. [RV]
Ar vrawan plac'hig yaouank
A zo bet er c'hanton
Ar vrawan plac'hig yaouank
A zo bet er c'hanton
Anvet a raer anezhi
Marig ar Pollanton
Anvet a raer anezhi
Marig ar Pollanton
Oadet eo deus ugent vloaz
Ha marteze ouzhpenn
Oadet eo deus ugent vloaz
Ha marteze ouzhpenn
Bemdeiz ar baotred yaouank
A zeu dezhi ch'oulenn
Bemdeiz ar baotred yaouank
A zeu dezhi ch'oulenn
Kaoz’ zo dei da zimezin
Mez dimin ne ra ket
Kaoz’ zo dei da zimezin
Mez dimin ne ra ket
Koz d'ar gondanasionoù
An hini deus choajet
Koz d'ar gondanasionoù
An hini deus choajet.
A zo bet er c'hanton
Ar vrawan plac'hig yaouank
A zo bet er c'hanton
Anvet a raer anezhi
Marig ar Pollanton
Anvet a raer anezhi
Marig ar Pollanton
Oadet eo deus ugent vloaz
Ha marteze ouzhpenn
Oadet eo deus ugent vloaz
Ha marteze ouzhpenn
Bemdeiz ar baotred yaouank
A zeu dezhi ch'oulenn
Bemdeiz ar baotred yaouank
A zeu dezhi ch'oulenn
Kaoz’ zo dei da zimezin
Mez dimin ne ra ket
Kaoz’ zo dei da zimezin
Mez dimin ne ra ket
Koz d'ar gondanasionoù
An hini deus choajet
Koz d'ar gondanasionoù
An hini deus choajet.
inviata da Richard Gwenndour - 15/6/2023 - 20:10
Musicalmente parlando, Stivell in questa canzone per la prima volta applica all'arpa il "picking" (che sosteneva ricordargli "il galoppo del cavallo"). In seguito diventerà un automatismo per lui, data la facilità di utilizzo (come avviene anche con la kora africana). Il picking era stato popolarizzato in Francia da Roger Mason e Steve Waring (peraltro presente nel 1970 alle registrazioni di Reflets) e Stivell lo aveva da poco ascoltato a Parigi dalla chitarra di Marcel Dadi quando si esibiva all'interno dei momenti "Hootenannies", all'"American Center For Students and Artists" di Montparnasse.
Flavio Poltronieri - 10/12/2023 - 12:31
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Il vero nome di Marig ar Polanton era Marie Quéffelec, sarta viaggiante, nata il primo agosto 1880 a Brigneun, borgo del Commune di Trévagan, ai piedi del Menez Hom e morta il 26 aprile 1925 di tubercolosi. Generò sei bambini tra cui René di padre sconosciuto. Aver messo al mondo un figlio illegittimo fu all'origine della canzone. Marig a 20 anni, di notte intraprese il cammino verso Quimper alla ricerca dell'uomo che amava e che stava prestando servizio militare nell'esercito, per annunciargli la futura nascita di René. Il soldato però non volle saperne, temeva per la sua vita e non aveva certezze sul proprio futuro, la durata della leva a quell'epoca era di tre anni e spesso la politica estera della Francia inviava le reclute nelle lontane colonie.
A wir galon. Flav Kadorvrec'her.