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Canzone per Giulio

Gerardo Attanasio
Lingua: Italiano


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2018
giulio

Una delle storie più assurde degli ultimi anni per me è senz'altro quella di Giulio Regeni.
Ho ammirato da subito il suo percorso e in confronto mi sono sentito molto piccolo, anche perché il mio habitat naturale
è il confortante bozzolo di uno studio di registrazione.
L'idea di trovarsi a combattere una guerra a propria insaputa
è qualcosa che fa spavento: non ci si può difendere.
Capita a tutti noi in diverso grado, ma quasi mai fino al punto di rimetterci la vita.
Tutto questo mi ha dato molto da riflettere sul peso e le posizioni di artisti e intellettuali.
Abbracciare l'attualità, provare a filtrarla in maniera adulta, è un gioco insidioso ma è bene provarci.
Aldilà di ciò ho pensato che questo ragazzo meritasse una canzone e nel mio piccolo gliel'ho scritta senza starci troppo a pensare, come se stessi parlando a un amico davanti a un caffè al bar.
Semplicemente.
Gerardo Attanasio
Partisti per passione
Conoscere, capire
un mondo
Forse indegno del tuo amore
E certo lo sapevi
che ci si può far male,
che la fiducia è un bene
da dosare
ma questa verità
è un piccolo pensiero
che non s’attaglia
a un animo guerriero:
paura, diffidenza,
panico e sgomento
non sono cose da tenere in conto.

Partisti perché è giusto
Supporre, costruire
Un futuro
Che sia bello da inseguire
E mettersi d’impegno,
Non risparmiare cuore,
Lasciando ad altri il fumo
Di parole…
Ma questo è un posto strano
In cui non ti conviene
Eccellere,
scalzare le barriere
… e c’è una cosa ancora
che non è digerita:
qui la mediocrità salva la vita.

La storia va al di là
Dell’anima di ognuno
rimescola ostinata
Le carte di ciascuno
Si serve delle vite
Di singole persone
Per intrecciare trame
Che chiami confusione

Partisti per seguire
Il filo di un’idea
Che illuminasse a giorno
Le ombre della sera.
Andasti per cercare
La giusta soluzione
Ma ad aspettarti in fondo
Nient’altro che dolore.
Serene, indifferenti
bruciavano le stelle
sui lividi segnati sulla pelle.
Epilogo tremendo:
calunnie e poi rancore,
l’autografo meschino
Del potere.

La storia va al di là
Dell’anima di ognuno
rimescola ostinata
Le carte di ciascuno
Si serve delle vite
Di singole persone
Per intrecciare trame
Che chiami confusione.

Chissà dov’era Dio
quando sulla tua faccia
picchiava tutto il male
battendo come pioggia.
Chissà dov’ero io
Come tant’altra gente
a correre distratto
vigliacco, indifferente.

inviata da Dq82 - 22/3/2018 - 20:18


da un dolore inumano e' fiorito questo capolavoro,grazie

Giulio,grazie Gerardo

mimmo attanasio - 27/3/2018 - 11:34


Sei un poeta formidabile. Le tue canzoni mettono brividi di piacere e solitudine. Grazie

Roberto - 13/1/2019 - 14:41




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