L’Esercito manciava scorci i favi e tinnirumi (1)
e quannu era ruminica quarumi. (2)
Ma viri quanta fuoru fissa i fanti,
avevanu i irisinni e ghieru avanti...
e quannu era ruminica quarumi. (2)
Ma viri quanta fuoru fissa i fanti,
avevanu i irisinni e ghieru avanti...
(1) Le cime e le foglie più tenere della zucchetta da pergola, o succa serpente di Sicilia, cucurbitacea rampicante. I "tenerumi" si fanno in pasta e in minestra.
(2) "Caldume", pietanza calda, un piatto di strada tipico di Palermo a base di trippe di vitello, servite in brodo o asciutte, cotte con verdure nella cosiddetta "quarara", il calderone.
(2) "Caldume", pietanza calda, un piatto di strada tipico di Palermo a base di trippe di vitello, servite in brodo o asciutte, cotte con verdure nella cosiddetta "quarara", il calderone.
inviata da Bernart Bartleby - 4/3/2018 - 16:53
Lingua: Italiano
Traduzione italiana di Roberto Ardizzone, dal suo "Peppe e Margherita – Storia di un poeta ed artista di strada", dedicato a Giuseppe Schiera.
IL 24 MAGGIO
L'esercito mangiava bucce di fava e tenerumi
e quando era domenica caldume.
Ma guarda quanto sono stati fessi i fanti,
potevano andarsene e invece sono andati avanti...
L'esercito mangiava bucce di fava e tenerumi
e quando era domenica caldume.
Ma guarda quanto sono stati fessi i fanti,
potevano andarsene e invece sono andati avanti...
inviata da B.B. - 4/3/2018 - 16:54
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Il poeta di strada Peppe Schiera, "anarchico e antifascista senza saperlo", avrebbe voluto declamarla il 10 giugno 1940 durante una festa patronale, con l'intento di sbeffeggiare Mussolini che si dice volesse portare l'Italia in guerra. Ma fu proprio quel giorno che giunse la vociaccia del Dvce che dichiarava guerra a Gran Bretagna e Francia, il famigerato discorso de "L'ora delle decisioni irrevocabili" e del "Vincere! E vinceremo!". Così le autorità disposero che la festa non si sarebbe tenuta e tutte le luminarie rimasero spente. E il povero Peppe Schiera, che sperava di poter tirare su qualche soldo, maledisse le camicie nere, il podestà, il prefetto e Mussolini e se ne tornò a casa.
Ho tratto testo e racconto dal bel libro "Peppe e Margherita – Storia di un poeta ed artista di strada" di Roberto Ardizzone, scrittore palermitano e cultore della poesia dialettale siciliana.