O sant'asinità, sant'ignoranza,
santa stolticia e pia divozione,
qual sola puoi far l'anime sì buone
ch'uman ingegno e studio non l'avanza;
non gionge faticosa vigilanza
d'arte qualumque sia, o 'nvenzione,
né de sofossi [1] contemplazione,
al ciel dove t'edifichi la stanza.
Che vi val, curiosi, il studiare,
voler sapere quel che fa la natura,
se gli astri son pur terra, fuoco e mare?
La santa asinità di ciò non cura;
ma con man gionte e 'n ginocchion vuol stare
aspettando da Dio la sua ventura.
Nessuna cosa dura
eccetto il frutto de l'eterna requie,
la qual ne done Dio dopo l'essequie.
santa stolticia e pia divozione,
qual sola puoi far l'anime sì buone
ch'uman ingegno e studio non l'avanza;
non gionge faticosa vigilanza
d'arte qualumque sia, o 'nvenzione,
né de sofossi [1] contemplazione,
al ciel dove t'edifichi la stanza.
Che vi val, curiosi, il studiare,
voler sapere quel che fa la natura,
se gli astri son pur terra, fuoco e mare?
La santa asinità di ciò non cura;
ma con man gionte e 'n ginocchion vuol stare
aspettando da Dio la sua ventura.
Nessuna cosa dura
eccetto il frutto de l'eterna requie,
la qual ne done Dio dopo l'essequie.
[1] Sapienti (in senso spregiativo, nel contesto della "santa ignoranza"). Il termine è un neologismo coniato da Giordano Bruno.
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