I herde a carpyng of a clerk
Al at yone wodes ende
Of gode Robyn and Gandeleyn;
Was þer non oþer þynge.
Stronge theuys wern þo chylderin non
But bowmen gode and hende,
He wentyn to wode to getyn hem fleych
If God wold it hem sende.
Al day wentyn þo chylderin too
And fleych fowndyn he non
Til it were ageyn euyn;
Þe chylderin wold gon hom.
Half an honderid of fat falyf der
He comyn ayon,
And alle he wern fayr and fat inow
But markyd was þer non;
Be dere God, seyde gode Robyn,
Here of we xul haue on.
Robyn bent his joly bowe,
Þer in he set a flo;
Þe fattest der of alle
Þe herte he clef a to.
He hadde not þe der iflawe
Ne half out of þe hyde,
Þere cam a schrewde arwe out of þe west
Þat felde Robertes pryde.
Gandeleyn lokyd hym est and west,
Be euery syde:
Hoo hat myn mayster slayin?
Ho hat don þis dede?
Xal I neuer out of grene wode go
Til I se his sydis blede.
Gandeleyn lokyd hym est and lokyd west
And sowt vnder þe sunne;
He saw a lytil boy
He clepyn Wrennok of Donne.
A good bowe in his hond,
A brod arwe þer ine,
And fowre and twenti goode arwys
Trusyd in a þrumme;
Be war, war þe, Gandeleyn,
Her of þu xalt han summe.
Be war, war þe, Gandeleyn,
Her of þu gyst plente.
Euer on for an oþer, seyde Gandeleyn;
Mysaunter haue he xal fle.
Qwer at xal our marke be?
Seyde Gandeleyn:
Eueryche at oþeris herte,
Seyde Wrennok ageyn.
Ho xal yeue þe ferste schote?
Seyde Gandeleyn:
And I xal yeue þe on be forn,
Seyde Wrennok ageyn.
Wrennok schette a ful good schote,
And he schet not to hye;
Þrow the sanchoþis of his bryk;
It towchyd neyþer thye.
Now hast þu youyn me on be forn,
Al þus to Wrennok seyde he,
And þrow þe myght of our lady
A bettere I xal yeue þe.
Gandeleyn bent his goode bowe
And set þer in a flo;
He schet þrow his grene certyl,
His herte he clef on too.
Now xalt þu neuer yelpe, Wrennok,
At ale ne at wyn,
Þat þu hast slawe goode Robyn
And his knaue Gandeleyn.
Now xalt þu neuer yelpe, Wrennok,
At wyn ne at ale,
Þat þu hast slawe goode Robyn
And Gandeleyn his knaue.
Al at yone wodes ende
Of gode Robyn and Gandeleyn;
Was þer non oþer þynge.
Robynn lyth in grene wode bowndyn
Stronge theuys wern þo chylderin non
But bowmen gode and hende,
He wentyn to wode to getyn hem fleych
If God wold it hem sende.
Al day wentyn þo chylderin too
And fleych fowndyn he non
Til it were ageyn euyn;
Þe chylderin wold gon hom.
Half an honderid of fat falyf der
He comyn ayon,
And alle he wern fayr and fat inow
But markyd was þer non;
Be dere God, seyde gode Robyn,
Here of we xul haue on.
Robyn bent his joly bowe,
Þer in he set a flo;
Þe fattest der of alle
Þe herte he clef a to.
He hadde not þe der iflawe
Ne half out of þe hyde,
Þere cam a schrewde arwe out of þe west
Þat felde Robertes pryde.
Gandeleyn lokyd hym est and west,
Be euery syde:
Hoo hat myn mayster slayin?
Ho hat don þis dede?
Xal I neuer out of grene wode go
Til I se his sydis blede.
Gandeleyn lokyd hym est and lokyd west
And sowt vnder þe sunne;
He saw a lytil boy
He clepyn Wrennok of Donne.
A good bowe in his hond,
A brod arwe þer ine,
And fowre and twenti goode arwys
Trusyd in a þrumme;
Be war, war þe, Gandeleyn,
Her of þu xalt han summe.
Be war, war þe, Gandeleyn,
Her of þu gyst plente.
Euer on for an oþer, seyde Gandeleyn;
Mysaunter haue he xal fle.
Qwer at xal our marke be?
Seyde Gandeleyn:
Eueryche at oþeris herte,
Seyde Wrennok ageyn.
Ho xal yeue þe ferste schote?
Seyde Gandeleyn:
And I xal yeue þe on be forn,
Seyde Wrennok ageyn.
Wrennok schette a ful good schote,
And he schet not to hye;
Þrow the sanchoþis of his bryk;
It towchyd neyþer thye.
Now hast þu youyn me on be forn,
Al þus to Wrennok seyde he,
And þrow þe myght of our lady
A bettere I xal yeue þe.
Gandeleyn bent his goode bowe
And set þer in a flo;
He schet þrow his grene certyl,
His herte he clef on too.
Now xalt þu neuer yelpe, Wrennok,
At ale ne at wyn,
Þat þu hast slawe goode Robyn
And his knaue Gandeleyn.
Now xalt þu neuer yelpe, Wrennok,
At wyn ne at ale,
Þat þu hast slawe goode Robyn
And Gandeleyn his knaue.
Robyn lyghth in grene wode bowndyn
inviata da Riccardo Venturi - 19/3/2007 - 14:37
Lingua: Italiano
Versione italiana di Riccardo Venturi
[1987 ca.], da Child Ballads, English and Scottish Popular Ballads
[1987 ca.], da Child Ballads, English and Scottish Popular Ballads
ROBIN E GANDELEYN
Ho sentito cantare da un chierico
Ai confini della foresta
Del buon Robin e di Gandeleyn,
E dopo non c'era altro.
Non eran ladri violenti i due giovani,
Ma bravi e capaci arcieri;
Andaron nel bosco a cercare del cibo,
Se Dio gliene volesse mandare.
I due camminarono tutto il giorno
E non trovarono da cacciare,
Finché non fu di nuovo sera
E i due giovani vollero rincasare.
Ma cinquanta grassi daini
Essi si trovaron davanti:
Tutti eran grassi e piuttosto belli,
E nessuno aveva il marchio:
"Per il buon Dio", disse Robin,
"Qui uno ne prenderemo."
Robin piegò il suo ottimo arco
E v'incoccò una freccia:
Al daino più grosso di tutti
Il cuore spaccò in due.
Ancora non avevan scuoiato il daino,
Nemmeno a metà gli avevan tolto la pelle
Che un'aguzza freccia arrivò da ovest
Togliendo ogni orgoglio a Robert.
Gandeleyn si guardò attorno,
Si guardò attorno da tutte le parti:
"Chi ha ucciso il mio padrone?
Chi ha osato fare questo?
Mai uscirò dalla foresta verde
Se non vedrò sanguinargli i fianchi."
Gandelyn andò a ponente e a levante,
E cercò ancora sotto il sole,
Quando vide un giovinetto
Che si chiamava Wrennock di Donne.
Un buon arco nella mano
Con una freccia incoccata,
Ventiquattro buone frecce
Legate a formare un fascio:
"Attento, attento, Gandeleyn,
Che una non tocchi a te.
Attento, attento, Gandeleyn,
Che non te ne tocchin tante."
"Sempre una contro una", disse Gandelyn,
"E peste colga chi fugge."
"Quale sarà il bersaglio?",
Chiese Gandeleyn;
"Ognuno al cuore dell'altro",
Rispose Wrennock di Donne.
"Chi tirerà il primo colpo?"
Chiese Gandeleyn;
"Io tirerò il primo colpo",
Rispose Wrennock di Donne.
Wrennock tirò un bellissimo colpo,
Ma non tirò molto in alto;
Passò sotto il cavallo dei pantaloni
E non toccò neanche la coscia.
"Tu adesso hai tirato per primo",
Così egli disse a Wrennock,
"E, con l'aiuto della Madonna,
Te ne tirerò uno migliore."
Gandeleyn piegò il suo ottimo arco
Ed incoccò una freccia;
Tirò alla casacca verde
E il cuore gli spaccò in due.
"Mai più ti vanterai, Wrennock,
Bevendo birra o vino
D'aver ucciso il bravo Robin
E il suo servo Gandeleyn.
Mai più ti vanterai, Wrennock,
Bevendo birra o vino
D'aver ucciso il bravo Robin
E Gandeleyn, il suo servo."
Ho sentito cantare da un chierico
Ai confini della foresta
Del buon Robin e di Gandeleyn,
E dopo non c'era altro.
Robin sta legato nella foresta verde
Non eran ladri violenti i due giovani,
Ma bravi e capaci arcieri;
Andaron nel bosco a cercare del cibo,
Se Dio gliene volesse mandare.
I due camminarono tutto il giorno
E non trovarono da cacciare,
Finché non fu di nuovo sera
E i due giovani vollero rincasare.
Ma cinquanta grassi daini
Essi si trovaron davanti:
Tutti eran grassi e piuttosto belli,
E nessuno aveva il marchio:
"Per il buon Dio", disse Robin,
"Qui uno ne prenderemo."
Robin piegò il suo ottimo arco
E v'incoccò una freccia:
Al daino più grosso di tutti
Il cuore spaccò in due.
Ancora non avevan scuoiato il daino,
Nemmeno a metà gli avevan tolto la pelle
Che un'aguzza freccia arrivò da ovest
Togliendo ogni orgoglio a Robert.
Gandeleyn si guardò attorno,
Si guardò attorno da tutte le parti:
"Chi ha ucciso il mio padrone?
Chi ha osato fare questo?
Mai uscirò dalla foresta verde
Se non vedrò sanguinargli i fianchi."
Gandelyn andò a ponente e a levante,
E cercò ancora sotto il sole,
Quando vide un giovinetto
Che si chiamava Wrennock di Donne.
Un buon arco nella mano
Con una freccia incoccata,
Ventiquattro buone frecce
Legate a formare un fascio:
"Attento, attento, Gandeleyn,
Che una non tocchi a te.
Attento, attento, Gandeleyn,
Che non te ne tocchin tante."
"Sempre una contro una", disse Gandelyn,
"E peste colga chi fugge."
"Quale sarà il bersaglio?",
Chiese Gandeleyn;
"Ognuno al cuore dell'altro",
Rispose Wrennock di Donne.
"Chi tirerà il primo colpo?"
Chiese Gandeleyn;
"Io tirerò il primo colpo",
Rispose Wrennock di Donne.
Wrennock tirò un bellissimo colpo,
Ma non tirò molto in alto;
Passò sotto il cavallo dei pantaloni
E non toccò neanche la coscia.
"Tu adesso hai tirato per primo",
Così egli disse a Wrennock,
"E, con l'aiuto della Madonna,
Te ne tirerò uno migliore."
Gandeleyn piegò il suo ottimo arco
Ed incoccò una freccia;
Tirò alla casacca verde
E il cuore gli spaccò in due.
"Mai più ti vanterai, Wrennock,
Bevendo birra o vino
D'aver ucciso il bravo Robin
E il suo servo Gandeleyn.
Mai più ti vanterai, Wrennock,
Bevendo birra o vino
D'aver ucciso il bravo Robin
E Gandeleyn, il suo servo."
Robin sta legato nella foresta verde
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Child #115
[ms. 1450 ca.]
Traditional English Folkballad
Ballata tradizionale inglese
Robyn and Gandeleyn e la "Guerra del bracconaggio"
Quella che presentiamo qui è, oltre ad una delle più antiche Child Ballads manoscritte, una preziosa ed unica testimonianza della "guerra al bracconaggio" che caratterizzò tutta la storia dell'Inghilterra medievale e rinascimentale.
Robyn and Gandeleyn è classificata tra le più tipiche Green Forest Ballads, ed anche tra quelle che preservano (per la sua antichità) le atmosfere autentiche, ancora non inquinate da certo "romanticismo". Qui gli avvenimenti sono invece riportati in tutta la sua tragica crudezza.
In effetti, alcuni, vedendo il nome di uno dei protagonisti, potrebbero pensare che il protagonista sia Robin Hood; ma qui il romantico eroe non c'entra affatto e si tratta di una semplice omonimia (Robyn, come si specifica anche nel testo della ballata, è un diminutivo di Robert; ma, certo, il fatto che, ad esempio, il manoscritto di Robyn Hode and þe Munke sia praticamente contemporaneo potrebbe anche far pensare ad un passaggio o una contaminazione tra due tradizioni).
La foresta ha occupato un posto importantissimo nella vita inglese fino dai tempi antichi; ancora durante il regno della regina Elisabetta, fitte boscaglie ricoprivano le aree di intere contee, ed il mondo della foresta aveva guardie, leggi e tribunali propri ai quali neanche i nobili ed il clero potevano sottrarsi completamente. Dall'invasione normanna fino a Giorgio III è stata una continua lotta, per lungo tempo assai sanguinosa, tra il popolo da una parte e, dall'altra, le inique leggi che trattavano l'uccisione d'un cervo alla stregua di un assassinio e sottoponevano i cacciatori di frodo, quando non alla morte, all'abbacinamento o alla mutilazione degli arti. La foresta veniva "monopolizzata" dalla nobiltà per l’esclusivo "sport" della caccia, mentre per la gente essa rappresentava uno dei pochi mezzi di sostentamento. Il bracconaggio era dunque un'attività rischiosissima e poteva davvero costare la vita, anche perché i guardacaccia avevano la facoltà di abbattere sul posto chiunque fosse stato scoperto a cacciare di frodo. Da qui la denominazione di "guerra del bracconaggio", che rende esattamente l'idea di che cosa davvero si trattasse (anche perché le foreste, ideale rifugio di banditi e Outlaws, venivano spesso soggette a vere e proprie spedizioni militari.
Robin e Gandelyn (proveniente da un ms. copiato verso il 1450, Sloane MS. 2593, fo. 14v) riporta fedelmente le tristi vicende di questa guerra, e veramente non ha niente dello spirito avventuroso (e talora giocoso) che pervade altre ballate del genere, specialmente quelle del ciclo di Robin Hood; Robin e Gandelyn cacciano solo per procurarsi da mangiare (he wentyn to wode to getyn hem fleych, 2, III), ed un cupo spirito tragico è presente fin dai primi versi e nell’inquietante ritornello.
La ballata è decisamente interessante anche dal punto di vista linguistico: per l'epoca in cui è stata trascritta, rappresenta infatti un’importante testimonianza del passaggio tra l'inglese medio e la primissima fase di quello moderno, ma ancora sono presenti molte delle caratteristiche medie in seguito scomparse (come nel passato plurale wentyn, fowndyn "essi andarono, trovarono", in grafia normalizzata wenten, founden; gli infiniti ancora muniti della loro antica terminazione come getyn, gon, ed i participi passati con terminazione piena, come bowndyn, o ancora muniti del prefisso i-, come iflawe, corrispondente al tedesco ge-flohen); l'uso del congiuntivo è ancora normale, ed anche nella grafia si hanno spesso incertezze (come nella notazione della fricativa sorda, a volte notata già , ma più spesso ancora con l'antico thorn <þ>).
In diversi punti il senso non è chiaro, a partire dal ritornello. La ballata, che nel manoscritto non presenta divisioni nè in strofe, nè in versi, mostra il ritornello solo all'inizio ed alla fine, ed il Ritson, che fu il primo a pubblicarla, le diede il titolo di Robyn Lyth ritenendo appunto che lyth fosse il cognome del protagonista, derivato forse dal villaggio di Lythe, nello Yorkshire. Nel promontorio di Flamborough esiste inoltre una caverna detta Robin Lyth's Hole, che la leggenda vuole una dimora di pirati (non è escluso che tale nome le sia venuto proprio da qualcuno che conosceva la ballata). Noi abbiamo preferito interpretare lyth come una forma verbale (inglese moderno lies, da lie "sta, giace"), ma i dubbi senz'altro rimangono. [RV]