Zingara, mi chiami zingara,
ma d'altra parte tu, gadjè,
resti legato alla tua terra,
non sai volare come me.
Zingara, non sono zingara,
ma sono figlia della strada,
figlia di un popolo custode
di una bellezza antica e rara
Figlia del vento, del temporale,
non c'è nessuno che mi sia uguale,
figlia del fiume che arriva al mare,
e di una storia da raccontare,
e di una storia da raccontare.
Un giorno è morto il vecchio del campo,
per la prima volta i miei occhi hanno pianto,
il vecchio Simich l'han sepolto così,
con tutte le cose che aveva lui qui.
E dentro alla tomba ho gettato un sorriso,
perché mi hanno detto che nel paradiso
il morto si porta le cose che aveva,
e ritorna ogni anno una notte intera.
Figlia del vento, del temporale,
non c'è nessuno che mi sia uguale,
figlia del fiume che arriva al mare,
e di una storia da raccontare,
e di una storia da raccontare.
Così che ogni anno, alla festa del vecchio,
per lui c'è una sedia al grande banchetto,
per lui c'è chi versa del vino per terra,
che venga la pace o che venga la guerra.
Così io prima d'andare a scuola,
quando alle volte mi sento sola
verso aranciata sul pavimento
per fare Simich un po' più contento.
Amici miei dalle case col tetto,
avete capito cosa vi ho detto,
che proprio perché siamo un poco diversi,
tra noi c'è davvero da divertirsi.
Figli del vento, del temporale,
non c'è nessuno che ci sia uguale,
figli del fiume che arriva al mare,
di mille storie da raccontare,
di mille storie da raccontare.
ma d'altra parte tu, gadjè,
resti legato alla tua terra,
non sai volare come me.
Zingara, non sono zingara,
ma sono figlia della strada,
figlia di un popolo custode
di una bellezza antica e rara
Figlia del vento, del temporale,
non c'è nessuno che mi sia uguale,
figlia del fiume che arriva al mare,
e di una storia da raccontare,
e di una storia da raccontare.
Un giorno è morto il vecchio del campo,
per la prima volta i miei occhi hanno pianto,
il vecchio Simich l'han sepolto così,
con tutte le cose che aveva lui qui.
E dentro alla tomba ho gettato un sorriso,
perché mi hanno detto che nel paradiso
il morto si porta le cose che aveva,
e ritorna ogni anno una notte intera.
Figlia del vento, del temporale,
non c'è nessuno che mi sia uguale,
figlia del fiume che arriva al mare,
e di una storia da raccontare,
e di una storia da raccontare.
Così che ogni anno, alla festa del vecchio,
per lui c'è una sedia al grande banchetto,
per lui c'è chi versa del vino per terra,
che venga la pace o che venga la guerra.
Così io prima d'andare a scuola,
quando alle volte mi sento sola
verso aranciata sul pavimento
per fare Simich un po' più contento.
Amici miei dalle case col tetto,
avete capito cosa vi ho detto,
che proprio perché siamo un poco diversi,
tra noi c'è davvero da divertirsi.
Figli del vento, del temporale,
non c'è nessuno che ci sia uguale,
figli del fiume che arriva al mare,
di mille storie da raccontare,
di mille storie da raccontare.
inviata da dq82 - 21/6/2017 - 16:33
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Parole da fare Vol. 1
arrangiamenti del gruppo Barbapedana